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Alle urne!

Cinque anni passano. Passano presto per chi è al governo. Non passano mai per chi al governo vuole arrivare. Anche questa volta si consuma il rito delle elezioni e mentre la maggioranza uscente tende ad amplificare gli aspetti positivi della propria gestione, l’opposizione, al contrario, tende ad evidenziare ogni possibile aspetto negativo.


Il gioco delle parti è naturale e sta all’intelligenza dell’elettore individuare pregi e difetti delle varie posizioni, che sicuramente esistono, ma che restano collocate in una sfera ideale di carattere prettamente personale per cui ciò che è positivo per un elettore, non è detto che sia tale per tutti, anzi, pur partendo da analoghi presupposti, è scontato che si può giungere a conclusioni diametralmente opposte.
Questo fa si che il risultato che uscirà dalle urne, non è del tutto prevedibile se solo si prendono in esame parametri facilmente osservabili. Attribuendo al gentil sesso una ingenerosa patente di comportamento instabile dettato più dalle ragioni del cuore che da quelle provenienti dal cervello, si suole dire che l’urna è femmina; al di la del maschilista giudizio sull’altra “metà del cielo”, è ovvio che l’elettore può cambiare idea anche dopo essere entrato nella cabina elettorale. Anzi qualcuno, dichiarando di aver sbagliato, chiede e, giustamente, ottiene una seconda scheda.
Ora che le liste elettorali sono state presentate, la curiosità dei cittadini si concentra sui nominativi che le compongono. Il giudizio è fortemente legato alla propria appartenenza politica, per cui gli sforzi di ogni coalizione sono protesi alla conquista, o riconquista, di quella percentuale di indecisi e di astensionisti che spesso rivestono il ruolo, seppure involontariamente, di controllori dell’intero quadro politico.
Un dato, comunque, balza subito all'occhio: il sistema politico spezzanese si è cristallizzato. Oggi come cinque anni fa, scendono in lizza per la conquista della carica di primo cittadino gli stessi protagonisti Giovanni Cucci, Ferdinando Nociti e Damiano Tursi, sebbene in un quadro politico diversificato che non li vede nelle stesse posizioni. Almeno non tutti.
È così che anche nella composizione delle liste si leggono nominativi di personaggi politici di rilievo che nel frattempo hanno anche loro cambiato orientamento. Su questo aspetto, ormai, non v'è da gridare allo scandalo, visto che oggi la politica (arte dell'impossibile e del compromesso per eccellenza) non è pervasa dagli slanci idealisti su cui fondava nel secondo dopoguerra. Oggi conta maggiormente, e più prosaicamente, la capacità di raccogliere consensi basata sul ruolo che si ricopre nella società civile. Probabilmente non sarà  una grande trovata, ma è pur vero che a tutti i livelli le amicizie e le divergenze politiche, sono dettate da motivi di carattere strategico per cui, sempre più spesso si assiste a clamorosi cambi di casacca e di alleanze che lasciano l'ignaro cittadino/elettore quanto meno perplesso, specie se avvengono nel chiuso di riservate riunioni notturne.
Mettendo da parte questo delicato tema che ci porterebbe a lunghe e bizantine disquisizioni sui pregi e sui difetti dei 51 candidati che scendendo in campo (molti di loro per la prima volta), si sono dichiarati disposti a sacrificare il tempo da dedicare alla famiglia e al lavoro, pur di risolvere i tantissimi problemi che investono la nostra cittadina e per questo ci mettono la propria faccia, vogliamo augurarci lo svolgimento di una competizione elettorale basata sui contenuti, sui programmi e sulle proposte, in modo tale da permettere ad ogni cittadino di poter scegliere a ragion veduta. La campagna elettorale rappresenta quanto di più democratico la civiltà occidentale abbia potuto mutuare dalla cultura dell'antica Grecia e, anche per questo, non va sprecata in banali diverbi.
Restiamo in attesa di conoscere e divulgare i rispettivi programmi nell'intento esclusivo di rendere un servizio alla cittadinanza che ci segue sulla Rete.

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