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Bergoglio icona di sinistra?

Agos

Il progressismo Globale in crisi, orfano da tempo di una guida politica, considera, ormai, Papa Francesco il portabandiera della sinistra che lotta contro le diseguaglianze, oltre che in favore delle tematiche ecologiste, la nuova frontiera ideologica del radicalismo occidentale.
Il Pontefice è divenuto, volente o nolente, un'icona di sinistra!
Massimo D'Alema, presentando il libro ‘Cattolici senza partito?’, ha dichiarato che “Francesco è il principale leader della sinistra, nel modo più significativo”.

Ed ancora: “Oggi l’unico leader di una sinistra riconoscibile è Papa Francesco” (vedi dichiarazioni di Fassina, Quotidiano del sud).
Addirittura “Il Manifesto”, storico giornale comunista italiano, qualche tempo fa ha distribuito i discorsi del Papa argentino sostenendo “Se il Manifesto veicola i discorsi di papa Francesco non è per ospitalità, o per strumentale ammiccamento. È perché questo suo messaggio lo sentiamo nostro... vogliamo portare ai nostri lettori la radicalità e la semplicità di queste sue parole”.
L'innovazione di Bergoglio, secondo l'intellighenzia di sinistra, non è religiosa, ma politica e “sta nel dire che i poveri bisogna amarli e aiutarli e che poi andranno in paradiso, ma che devono alzare la testa e combattere qui e oggi, su questa terra e in questo tempo”, chiedendo alla politica “di farsi carico di generare i processi necessari”.
Rispondendo alla domanda di Eugenio Scalfari (“questo, come lei sa, è il programma del socialismo marxiano e poi del comunismo”) il Pontefice ha chiosato: “i comunisti la pensano come i cristiani”.
Appare, in verità, alquanto improbabile che, improvvisamente, cattolicesimo e postmarxismo vadano d'amore e d'accordo.
L'operazione francamente non convince!
Non deve mai sfuggire il ruolo di Papa Francesco che rimane, comunque, la più alta autorità religiosa del cattolicesimo a cui, peraltro, la sinistra si è sempre scagliata contro.
In altre parole, il Papa argentino fa il suo mestiere (e lo fa anche bene!).
Per cui sembra normale (e logico) che questi sia contro la guerra, contro il commercio di armi, contro la povertà, a favore di chi soffre, dei migranti, dei poveri e contro la distruzione dell'ambiente, ecc.
Non di meno giova osservare che sul piano della dottrina nulla è cambiato.
Per esempio sui temi della bioetica e dei diritti civili, nodi irrisolti dalla Chiesa, non potrà sfuggire la messa in discussione dell'auto-determinazione dell'uomo, principio irrinunciabile non solo da parte della sinistra, ma dell'intera cultura laica moderna.
L'enciclica “Laudato si'”, ricca di spunti interessanti, comunque, reitera un'impostazione antimodernista (vedi visione della natura, dell'uomo e della vita).
Di conseguenza considerare le posizioni del Papa una vera e propria svolta politico-culturale appare una mera forzatura strumentale.
L'ostilità alla Curia Romana, prevalsa nel Conclave del 2013, ha scelto Bergoglio proprio perché più capace di comunicare con lo spirito del tempo populista, essendosi formato nell’Argentina del peronismo, dove ha avuto modo di elaborare la teologia del popolo (da non confondere con la teologia della liberazione). La chiesa di Papa Francesco ha ben presente che il vuoto lasciato dal socialismo (speranza di un mondo migliore) può essere colmato dalla religione cattolica in termini escatologici, favorendo ad essa l'apertura di uno spazio politico che rafforzerebbe la presenza nella sfera pubblica della religione cattolica, la quale avrebbe nel sistema globale una funzione conservatrice di controllo sociale.
L'attuale convergenza anti-occidentale del progressismo, che ritiene il “vecchio mondo” incapace di proporre valori alle nuove generazioni, nonché responsabile di ogni nefandezza e Papa Francesco che sostiene la necessità di una nuova evangelizzazione dell'Europa, proveniente dalle periferie del Mondo (America Latina), non durerà per molto quando sarà chiaro che la visione Peronista-populista di Bergoglio si manifesterà incompatibile con la filosofia della prassi progressista-democratica.
Con Bergoglio il baricentro geo-politico si sposterà verso Oriente al quale si dovrà pagare pegno per l'apertura in quell'area in termini di diritti e libertà.
Alla fine sarà difficile che il razionalismo occidentale negozierà una visione del mondo che vorrebbe sostituire i diritti egualitari con la carità e la misericordia.
Tirare per la giacca Papa Francesco mi sembra alla lunga controproducente ed in prospettiva altamente conflittuale e divisivo.
Che lo Spirito Santo illumini la strada!

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