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Pnrr e identità, un piano da approfondire in tempi stretti

Agos

Con l'attuazione del Pnrr la prossima legislatura (2024-2029) per i Comuni italiani, i quali dovranno gestire direttamente circa 50 miliardi (a titolo di investimenti concernenti le scuole, gli asili nido, la rigenerazione del verde urbano, lo sport, i borghi storici, l’housing, le comunità energetiche, la disabilità, le piste ciclabili, le metropolitane, i tram e quant'altro), sarà una partita irripetibile le cui compagini politiche locali, certamente, non vorranno farsi sfuggire.
Di conseguenza tutte le sfide elettorali amministrative prossime previste saranno più significative ed accese di quanto si possa pensare.

Tutto ciò vale altrettanto per la comunità spezzanese che ha ottenuto (dati aggiornati al 16.02.2023) dal PNRR finanziamenti pari a 10.814.871 euro.
Orbene, a circa 14 mesi dalle prossime elezioni, venuta meno la riforma del terzo mandato (così pare), che esclude a fortiori l'attuale primo cittadino dalla competizione elettorale ad un nuovo mandato di Sindaco, il quadro politico sembra tuttora immobile e nebuloso, essendo le forze in campo (in forte ritardo), sprovviste di un reale programma, nonché di un nutrito elenco di personalità disponibili a spendersi per il paese.
Quasi certamente l'attuale maggioranza, in continuità con la precedente esperienza amministrativa, punterà su una candidatura interna alla Giunta con qualche fisiologico ritocco nella lista, salvo spaccature dell'ultima ora nel Pd locale con esodi da questi verso forze politiche più moderate che potrebbero sbilanciare il contesto politico arbëresh.
Dall'altra parte le forze di opposizione, peraltro, composite e divise, le quali per vincere le elezioni (o almeno essere competitive) non potranno che unirsi, oltre che ricercare un candidato a Sindaco credibile ed autorevole che faccia sintesi tra i vari gruppi convergenti.
Come detto, oltre che sul Pnrr, forse, la novità della prossima campagna elettorale verterà sul tema de “l'albanesità”, opzione, già di fatto, abbracciata nelle cose dalla “Giunta Nociti” (vedi delibera “Turismo per le radici; rafforzamento rapporti istituzionali con l'Albania”, ecc.), che comunque non trova contraria l'opposizione. In effetti, da entrambe le parti si ritiene che occorre ripartire dalla propria storia per rilanciare Spezzano Albanese, comunità di origine albanese, fondata alla fine del XV secolo da profughi della diaspora del Popolo di Giorgio Scanderberg a causa dell'espansione Ottomana nei Balcani.
Quindi, puntare sul passato, sulle tradizioni, sulla cultura dei nostri padri, sulle diversità ovvero le peculiarità di una minoranza possono avere una funzione di impulso e di sviluppo della cittadina spezzanese. Il predetto nuovo disegno di crescita locale ruoterebbe attorno alla copiosa letteratura sulla valorizzazione dei “Piccoli Borghi” di cui il poeta Franco Arminio resta uno dei maggiori ispiratori, sulle nuove frontiere della “glocalizzazione” e sulle politiche della “strategia Nazionale aree interne” lanciata qualche tempo fa dell'ex Ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, nonché dal Pnrr stesso.
Il tema, dunque, neo-identitario come punto di partenza di una prospettiva di progetto politico-economico e sociale alternativo di rilancio della più grande comunità arbëreshe della Penisola, merita un approfondimento serio all'interno della comunità.
I tempi sono stretti.

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