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La mamma, "La più campionessa del reale"

La mamma, "La più campionessa del reale"

I giorni, con il loro ritmo serrato ed inesorabile, non sempre possono essere vissuti con poetica leggerezza. Io resto convinta che essa sia più che necessaria: assieme alla bellezza ci salverà. Nell’attesa della salvezza ci tocca vivere, con tutto ciò che l’agire quotidiano comporta. Assaporare gli istanti a volte è più impegnativo che crearli, c’è sempre un’urgenza. Un impegno, un tram da prendere, un orario al quale attenersi  senza deroghe alcune: la vita non aspetta, la Lombardia men che meno… Il semplice chiacchierare con il proprio compagno di vita diventa una corsa agli ostacoli, un inseguire le parole, continuamente interrotti da bimba treenne (lei sì poetica e leggera, inconsapevolmente e sempre). D’altronde lei abita totalmente il presente, l’attimo che fugge, il “poi”, o “dopo” o “aspetta” non sono contemplati nella sua sete di vita, e parole, e giochi, e caos.

È faticoso non avere attimi per sé (anche se l’asilo è un complice fedele) e la famosa “stanza tutta per sé” (io non ce l’ho, nel mio più mono che bi locale, che forse un giorno diventerà un castello, non è prevista l’introspezione solitaria) diviene un angolo della mente, una stanza immaginaria nella quale racchiudere pensieri ed inventare parole. Una parete dell’anima, oltre che dell’inconscio. Le frustrazioni sono sempre dietro l’angolo, sconfitte e cadute e “le faremo sapere” una prassi quasi universale. La stanchezza emotiva, prima che quella fisica, una costante. E poi c’è la “gente”, gli incontri, alcuni piacevoli, altri meno, i giudizi sommari e lapidari, e l’anima è un puzzle da comporre e scomporre, quasi quotidianamente. E a volte non ti senti “abbastanza”, non perfettamente allineata, in qualche modo per aria e ciò non è sempre appagante. E a volte, poi, ti ritrovi a passeggiare con tua figlia, a godere della primavera lombarda, camminando senza meta, godendo di quella mano che stringe la tua, canticchiando, assaporandolo l’istante di leggerezza, ed una frase, gratuita, inaspettata, ti smuove qualcosa dentro “Mamma, le mamme sono tutte brave, ma tu sei la più campionessa del reale (sarebbe reame)”… E allora l’anima si ricompone. È bastato poco, è bastata una frase, la frase di mia figlia. La mia poesia più bella.

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