Diritti dell'Infanzia e Muro di Berlino
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2009
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Il 1989 è un anno fatidico, sicuramente di portata storica, per l’Umanità tutta. Ne parliamo oggi con cognizione di causa, consapevoli della gittata rivoluzionaria sotto il profilo della Giustizia tra le Persone della Terra, dell’improcrastinabile concretizzazione dell’Amicizia vera tra i Popoli.
54 articoli, la Convenzione, che ribadiscono l’attenzione politica internazionale sulla/all’Infanzia sia della Dichiarazione di Ginevra (1924) che della Dichiarazione in dieci Principi (1959), e che l’Italia ratifica con la Legge n. 176 il 27 maggio 1991.
Con la differenza, oggi (1989), del valore aggiunto di una concezione che non vede e considera più il Bambino e la Bambina soggetti di soli diritti: soggetti da proteggere e salvaguardare e basta, ma soprattutto protagonisti di scelte e titolari del loro personale Progetto di vita, attraverso scelte oculate e critiche di menti ben fatte (parafrasando Edgar Morin oggi e Aristide Gabelli ieri).
Come dire: il bambino sin da piccolissimo deve essere aiutato a capire, soprattutto attraverso l’esempio concreto e ad inculcare le idee di diritti e doveri, alla pari per tutti, per una società veramente giusta, legale, libera grazie al lavoro diffuso e garantito.
Insomma, in sintesi, al di là delle ‘piccinerie’ e delle ‘povertà’ umane; al di là degli egoismi umani (del Muro che divide e alimenta odio; e dei Diritti dell’Infanzia sovente calpestati, derisi, bruciati, schiacciati, …) c’è un’Umanità, la migliore, che cresce in Culture e in Civiltà, e il gioco delle parti -il famoso rispetto delle Regole dei gioco secondo la grande lezione di Norberto Bobbio- lo fa con serietà e dignità come quando… i bambini giocano. Auguri all’Umanità!
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