Crocifisso nelle aule scolastiche: questioni di lana caprina
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2009
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È questione di lana caprina? Ebbene, sì! Nonostante la ‘questione’ sia grande, enorme… Enorme perché -il Cristo: Io sono la Via, la Verità, la Vita- va ad esplorare e a tentare di intuire (capire?) quella parte del mistero umano della Vita connessa, inesorabilmente, al Viaggio nel Tempo e alla Morte.
E dunque, di quando in quando, ‘scoppia’ il caso, in Italia: -Tenere nelle aule della Scuola del nostro Paese il Crocifisso oppure cacciarlo? Imporlo, come hanno fatto e vanno facendo certi sindaci (e sbagliando, anche sotto il profilo legale…), o lasciare che la tradizione pluridecennale continui la sua usanza e il suo significato di Senso?
Non v’è dubbio che, nel 2.009, globalizzazione, glocalizzazione, “società liquide”, interconfessioni, Diritti umani, Giustizia, Solidarietà, …tutto ciò, ‘dentro’ le Culture e le Civiltà, sia un insieme complesso ed eterogeneo che, se da un lato, garantisce diritti ad alcuni (o a molti), dall’altro li lede ad alcuni (o a molti).
E dunque? Il simbolo Crocifisso (e quel che diversamente significa a Scuola per studenti/esse, genitori, docenti, …) non fa male a nessuno, né spinge o educa alla cattiveria, delinquenza, invidia, gelosia, …Pertanto, il Crocifisso a Scuola ci sta bene!
Certo, i simboli di Maometto, Confucio, …se richiesti dai genitori, in aula, sicuramente dovranno trovare spazio, perché col Cristo non confliggono né cozzano né stridono.
Difatti, con la grande Albanese di Skopje (Albania): Madre Teresa (di Calcutta) concordiamo, in armonia e con gioia: «C’è un solo Dio ed è Dio per tutti. (…). Ho sempre detto che dobbiamo aiutare un Indù a diventare un Indù migliore, un Musulmano a diventare un Musulmano migliore, un Cattolico a diventare un Cattolico migliore. Crediamo che il nostro lavoro deve essere di esempio alla gente».
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