Il mestiere di dire la verità
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2010
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Il volume è congegnato bene. Nomi importanti lo costellano, facendogli una corona di qualità giornalistica e letteraria: Maddalena Oliva, Paolo Pollichieni, Genviève Makaping.
Il libro è scritto bene. Pertanto, sempre con Oscar Wilde, lo diciamo subito, è un buon libro.
Giornalista di periferia ci ha ricordato stranamente -per Pasquale Golia- un passo che riguarda Giampaolo Pansa (I cari estinti, Rizzoli) e che Marco Damilano così descrive: «… Fino alla dissoluzione, prevista da Arrigo Benedetti, il fondatore de “L’espresso”: “Tutti i partiti hanno dentro di sé un virus che li ucciderà: la disonestà.
Il bestiario di un maestro del giornalismo -continua Damilano- il numero uno rimasto sempre un semplice cronista, “un bordocampista”, quelli che non seguono la partita dalla tribuna ma accanto al campo, dove si vedono i dettagli. “Loro si limitano a osservare e a riferire. E di solito non sbagliano mai”» (L’espresso 31 marzo 2.010).
Non è il ‘destino’. C’entrano gli uomini e le donne: il loro retaggio e le loro scelte, una rassegnazione sino alla remissione che solleva magari l’ennesima Questione meridionale e in tutto ciò non mancano mai i furbetti che… ridono al telefono per i futuri affari, alle 3 di notte, mentre c’è il terremoto a L’Aquila; gli arruffoni e gli armeggioni; gli idioti di sempre, della serie: -La mamma degli idioti è sempre incinta!
È complicato, complesso dire perché è così; tuttavia, non ce la sentiamo di barcamenarci ciondolare demordere: non è nel nostro stile di vita. Né, beninteso!, siamo di quelli che… stanno male in Terra di Calabria, nel Sud d’Italia: tutt’altro, avendo conosciuto, bene, il Nord del nostro Paese! Se permettete: siamo l’altra Calabria… Con Leònida Rèpaci: Dio… si mise all’opera e la Calabria uscì dalle Sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra…
Ha ragione Nicola Grattèri quando afferma che nelle Scuole e fuori di esse lo Stato “non è serio”, “non vuole intervenire davvero”, risolvere i problemi delle varie ‘ndranghete che si arricchiscono e comandano nel nostro Paese, ieri come oggi, soprattutto -non è paradossale!- contro i deboli, gli ignoranti e i poveri. Bisogna convincersi: la Cultura paga e la Scuola è il suo ‘veicolo’ di qualità, perché ‘trasporta’ significativamente il capitale invisibile…
Le leggi esistenti sono misere, inadeguate a combattere, davvero, la delinquenza organizzata; sono palliativi, a ben pensarci, dalla parte dei Fratelli di sangue…
Anche questo, a saper ben vedere e volere, si legge nelle pagine del libro di Golia. Ovviamente, si leggono queste cose e si capiscono queste denunce, se si vogliono leggere e se si vogliono capire. Di struzzi, che mettono la testa sotto la sabbia per non vedere, ne sono piene le fosse… I nostri politici, generalmente, sono così! E non stiamo sparlando, sparando nel mucchio… Siamo onesti e leali, siamo coerenti: tutte virtù queste, nella nostra Società liquida, neglette e non apprezzate, che non pagano.
«Saper fare il proprio lavoro -ha affermato Curzio Maltese (25 agosto 2.006)- è considerata l’ultima delle prerogative per ottenere un posto.
Molto più importanti sono considerati, in un giovane, la capacità di adattarsi all’andazzo corrente, tipico degli imbecilli, il servilismo nei confronti dell’oligarchia dominante, una certa elasticità nei confronti di mezzi più o meno illeciti».
Indro Montanelli, Enzo Biagi: scomodi sino… alla perdita della poltrona. Ma, Cultura e Dignità, nonostante il grigiore della nostra epoca, pagano anche in un tempo come questo: allegro e zuzzurellone, che vive alla giornata, tempo senza Tempo perché incentrato solo sul presente dell’oggi, sul mordi e fuggi dell’oggi, sulla falsa morale dell’usa e getta dell’oggi: usa e getta tutto, tutti…
Il libro di Pasquale Golia è un bel libro. Se le Scuole, per prime quelle del Secondo ciclo dell’istruzione, lo adotteranno e useranno, ritroveranno spunti e riflessioni pedagogico-didattici significativi per i giovani, per la formazione del loro strumento-testa critico/problematico (Michel de Montaigne e Aristide Gabelli), della loro mente ben fatta (Edgar Morin) perché organizzata selettiva competente.
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