Albania-Italia: feeling antico
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2010
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E così, oggi, ancora l’arcobaleno si presenta bello e dolce, affettuoso e colto, con la sua sfolgorante cromaticità, che sventola e issa al cielo la Libertà attraverso vividi rossi e teneri arancioni; il giallo dei raggi del sole che sono vita e le verdi speranze delle Civiltà che, nonostante tutto, avanzano; il blu del Mediterraneo che avvicina sponde e intreccia pensieri positivi-propositivi e l ìndaco della porpora che sfuma canti, danze, Poesìe, …; infine, il violetto soffice della mammola odorosa…
Oi e bukura Morè…
Un arcobaleno che collega, armoniosamente, due Associazioni, importantissime per la loro potenziale azione socio-culturale, in questo nostro tempo avaro di Politica con la P grande e di Valori e Ideali, in cui la liquida Società falsamente globalizzata annaspa fantasmi e ironìe, insipienze ed inganni di vario genere. Esse sono: la Shoqiata “Pal Engjelli” di Tirana, presieduta da Ilirjan Celibashi e la MeEduSA Associazione Culturale di Spezzano Albanese (Cosenza), presieduta da Emanuele Armentano, che stringeranno anche un Accordo di gemellaggio mirato a rinsaldare i vincoli antichi di sangue, anche attraverso una frequentazione di pensieri ed azioni (frequentazione anche fisica delle Persone), che poi è il vero sale della Democrazia partecipata.
Si è detto: Giornata dell’Amicizia Italo-Albanese -Un patto di sangue di oltre 500 anni- e si testimonia con le azioni vive delle Persone un dialogo già esistente, diversamente vissuto tra pregiudizi e ignoranze, tra le paure delle ‘ridicole’ superiorità e il grande, magnifico processo dell’Intercultura che tutto armonizza e che tutto espande nelle Arti, nelle Lingue, nelle Confessioni, nelle Etnie, …
In fondo, la Legge n. 482/99: «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche» apre un varco nella latitanza e nella inadempienza di uno Stato -quello italiano- falsamente giusto, scarsamente democratico e pluralistico, … Si dirà: -Meglio tardi che mai! E siamo d’accordo. Tuttavia, con l’amarezza in bocca ma con la grande consapevolezza di essere dentro il cuore dell’U.E. (Unione Europea dei 27 Stati-membri) delle Minoranze europee, noi oggi urliamo -nel consesso dei Diritti umani- il diritto pieno, soggettivo ed oggettivo, di tutela dell’Arbëreshità e dei suoi nobili Valori attraversale le fasi -che sono al contempo diacroniche-sincroniche- del recupero, dell’uso padroneggiato, della valorizzazione e della prospettiva (che è anche di natura economico-finanziaria, affinché le famiglie, nelle Comunità minoritarie, restino e non cerchino altrove lavoro)…
I pericoli, reali e prossimi, ci sono e come.
Ecco perché bisogna stare vigili ed attenti: sentinelle sempre sul chi va là; ecco perché la vicinanza-dialogo tra i Popoli, anche attraverso l’azione mirata e consapevole tra/delle Associazioni, è di fondamentale importanza. Difatti, con Bertolt Brecht vogliamo ricordare, preoccupati, una metafora profetica secondo la quale:
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’ era rimasto nessuno a protestare».
***
Testimone d’esempio e di vita ha anche affermato:
Dedicatevi alla nobile lotta
per ottenere l’ uguaglianza nei diritti.
Diventerete più grandi voi stessi come persone,
farete più grande la vostra nazione,
renderete il mondo
un luogo migliore in cui vivere».
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Emanuele Armentano