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Funzione docente: lo stato dell'Arte

Verso dove va il lavoro professionale degli insegnanti della Scuola italiana, che è ‘dentro’ la Scuola dell’U.E. (Unione Europea)? Come si caratterizza oggi il ruolo del docente e il suo status? Qual è l’identikit dell’insegnante e l’immagine, dunque, quando ne parla e ne scrive l’opinione pubblica (dai genitori degli alunni che frequentano la Scuola, ai mass-media freddi e caldi che si occupano e preoccupano per la Scuola del nostro Paese, agli Operatori del mondo del lavoro, alle Associazioni, …)?

A queste domande, inquietanti per tutte le Persone consapevoli e responsabili visti i tempi di poco Senso che corrono, ha cercato di dare una risposta il seminario di Lamezia, voluto e organizzato dall’Ufficio scolastico regionale per la Calabria.
Tra gli altri apporti di idee c’è stato quello, di notevole spessore culturale, di Luciano Chiappetta, direttore generale per il personale scolastico del Ministero I.U.R., Dipartimento per l’istruzione, che ha fatto il punto, sostanzialmente condivisibile, sulla funzione docente e sui temi e problemi della funzione docente nell’odierna società liquida definita anche, dagli studiosi più apprezzati nel mondo, società del caos falsamente globalizzata).
Chiosando criticamente la visione di Politica scolastica nazionale e internazionale di Chiappetta (la sua Weltanshauung) ---> il pensiero legislativo e pedagogico, didattico e organizzativo, di Storia della Scuola e di sociologia delle masse…, si può ragionare, per punti e in sintesi, così come segue:
  • Il Principio d’autorità. La funzione docente odierna, moderna, è rimasta fondamentalmente la stessa di ieri. Quel che oggi è cambiato è il Principio d’autorità: ‘cambio’ che è in linea con l’atteggiamento - comportamento delle Famiglie e con l’atteggiamento – comportamento della Società tout court. Chiappetta ha detto precisamente che: «Il principio d’autorità, pian piano si è affievolito, crollato, finito e ciò in linea, ahimé!, con il pensiero e l’azione dei Genitori e delle Istituzioni sociali»
  • La Disaffezione dei giovani e delle giovani per l’apprendimento. Beninteso, disamore per l’apprendimento scolastico, perché per gli apprendimenti dagli altri, tanti, svariati punti di erogazione del servizio di informazione e di notizie, ebbene da questi si apprende e si impara molto, moltissimo, nel bene e nel male. Usciti dalla Scuola, gli studenti a casa trovano, sempre accesa, la televisione…;
  • Bisogna ri-fondare l’Umanesimo. Un nuovo Umanesimo difatti è la risposta che la Scuola può e deve dare alla Società, per un patto culturale e un’alleanza civile che travalichino ed abbattano le fumose melliflue drogate cortine del vuoto esistenziale, dell’avere/possedere e dell’apparire/comparire oggi così dilaganti e pervadenti, così allucinanti;
  • Quale rapporto interpersonale intercorre oggi tra il docente e l’alunno ? Il direttore generale Chiappetta è stato chiaro ed esplicito. Il docente dica alle allieve e agli allievi che è a Scuola, in aula, solo per servirli (che è sinonimo di comportamento umano nobile) con la sua Cultura ed esperienza, affinché possano raggiungere i livelli più alti di apprendimento, realizzarsi nella vita ed essere felici. In questa ottica, con Terenzio (ma, anche con Seneca, Cicerone, …), conveniamo volentieri: Homo sum: nihil humanum a me (mihi) alienum puto : Sono un uomo: niente che capiti a un uomo considero a me estraneo (Sono un uomo: nulla di ciò che è umano mi resta estraneo). Il rapporto alla pari (che ha molto Senso ontologico : tutti siamo nati, tutti facciamo il Viaggio e tutti ce ne andiamo…) fa sì che l’insegnante, a mo’ d’esempio, dica allo studente: -Io sono come te Cittadino, ma ti posso aiutare a migliorare e ad affermarti nella vita e nella Società;
  • La competenza del docente. Con la necessità di “formare alle complesse dinamiche dell’insegnamento” occorre soprattutto possedere dinamicamente la competenza professionale di trasmettere e di ri-elaborare insieme con gli allievi (andando oltre) i saperi, criticamente; difatti, la competenza professionale fonda il suo statuto epistemologico (e quindi la sua statura scientifica) soprattutto nella Pedagogia speciale, nel parlare semplicemente e nel dialogare sulle cose utili (dalla parte degli interessi motivanti degli alunni). Chiappetta ha definito questa strategia come l’unica arma vincente oggi della funzione docente, in linea anche con il D.P.R. n. 249/10 e il Regolamento, già in vigore, relativi alla Formazione iniziale degli insegnanti ;
  • Ma, nei fatti, cosa succede oggi all’insegnante? Una volta abilitato e immesso nel ruolo, “a vita”, svolge monotonamente, sempre alla stessa maniera, la sua funzione. Ovviamente questo non vale per tutti… È opportuno invece (e obbligatorio) che il docente si aggiorni (con auto ed etero aggiornamento), cresca in competenze e sviluppi dinamicamente la professionalità. Sotto questo profilo, il Ministero sta potenziando: (A) il CLIL (Content and Language Integrated Learning): l’insegnamento in altre lingue di una disciplina; (B) l’utilizzo a scuola del vario materiale multimediale: ogni ‘comunicazione’ oggi avviene e passa con/da questi ‘mezzi’; (C) la ‘filosofia’ del “guardarsi attorno”, per le varie ‘forme’ di apprendimento e per le varie ‘tecniche’ che migliorano l’apprendimento; (D) le Istituzioni scolastiche autonome si guardano attorno e, nel Territorio sociale dove la Scuola insiste, ne individuano e affermano, tramite le competenze professionali dei giovani diventati adulti, le vocazioni socio-culturali, economiche, … Se la Scuola dà poco -ha concluso il direttore generale Luciano Chiappetta- le Persone, terminati gli studi, non trovano collocazione nel mondo del lavoro.
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