Natale 2010 senza Mimmo Canonico
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2011
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I Poeti e i contadini, gli artisti e gli emigranti, i poveri e i ricchi, i colti e gli ignoranti… tutti, senza selezione, se ne vanno, ce ne andiamo…
La vita - «’A morte ‘o ssaje ched’è?... è una livella»… Pochi lo sappiamo. La stragrande maggioranza delle Persone no: sono inconsapevoli. Incoscienti. Vivono… ma sono già morte. Amen!
Antonio de Curtis. Totò, il Maestro. Il Signore. Il Maestro di Vita e di ironìa: prendersi in giro da sé e prendere in giro gli altri: senza distinzioni, senza pudore. Ma, bisogna saperlo! Soprattutto i tronfi, gli arroganti che si crogiolano con la loro arroganza. Soprattutto se stanno in un posto di ‘vario’ comando. Là ignoranza e arroganza, ahimé!, fanno un tutt’uno buffo comico melodrammatico…
Il nostro tempo è miserevole e meschino, mediocre nella visione del mondo, nella prospettiva degli ideali e dei Valori. Perché? Ma, anche perché la Virtù oggi spesso piega il capo davanti al vizio… come ci ha ammonito, già ieri, William Shakespeare, per oggi.
Mimmo Canonico, no! Sembrava ingenuo ed era intelligente; sembrava ignorante ed era colto; sembrava sprovveduto ed era esperto, pieno di esperienza soprattutto positiva.
Mimmo Canonico, sopra ogni definizione di personalità, era sostanzialmente un Uomo libero. Come la sua Arte fine, la sua pittura calda, la sua mano generosa, il suo sorriso sincero… E la Libertà era il vessillo che sollevava al cielo issandola, soprattutto quando qualcuno lo voleva sottomettere assoggettare imbrigliare… Cielo verso cui aspirava, grande ed immenso, come il suo cuore… Pittura e Natura… con Amore.
Un Uomo d’altri tempi. Mimmo se n’è andato in piena estate, il 20 agosto 2.010. Se n’è andato come il sogno di una notte di mezza estate che, all’alba, con la luce scivola via dolcemente, in punta di piedi.
Il 17 luglio, pochi giorni prima, era intervenuto alla inaugurazione della personale di Giuseppina Pedone, a Corigliano C. Scalo. La sua parola dotta, le movenze ammalianti, la competenza, tutto ciò conquistava sempre, tutti (tranne gli invidiosi: una razza senza estinzione; i tronfi: anche questa una razza senza esaurimento)… Nulla lasciava trasparire il Dolore che lo attanagliava e lo piegava, e che era preludio di Morte.
-Franco, me ne vado. Ma non mi sento bene.
-Ti accompagno a Sibari, a casa, se vuoi.
-No! Ce la faccio. Ma sto male…
E così lentamente, salito nella sua auto, se ne andò. Per sempre.
Più non l’abbiamo visto. Sentito, sì. Per telefono, nei giorni successivi. Per la sua personale a San Lorenzo Bellizzi, che amava tanto, e che era stabilita per venerdì 6 agosto.
-Esponiamo io e Lorenzo Gugliotti. Tu presenti la mostra. Ci sarà pure Franco Maurella. Ma non mi sento bene, ho un peso alla testa…
-Vengo volentieri, ok! Per questo tuo malessere vai dal medico, cerca di capire cos’è, fatti curare…
Forse questa conversazione ‘umana’ è stata l’ultima di Mimmo. Non vedendosi in giro e non rispondendo al telefono i fratelli lo hanno cercato a casa, a Sibari. Lo hanno trovato riverso, in brutte condizioni. La nipote Elvira ha detto a chi scrive di averlo subito soccorso…
L’epilogo. La chiusura del cerchio. Sic transit gloria mundi.
***
Vita e Arte, per Mimmo Canonico da Cassano all’Ionio (Cosenza), erano la stessa cosa. Dove finiva l’una e incominciava l’altra (e viceversa) era sempre difficile dirlo: sintesi felice dunque, congiunzione perfetta. Armonìa.
Il Maestro coniugava il verbo lavorare - creare con il verbo vivere consapevolmente. In questo, come chi scrive, discepolo fedele di Ibrahim Kodra. E di Benedetto Croce.
***
Mancano le sue rose, mancano le quattro stagioni; mancano i monocromi. le sue nevicate, i suoi alberi, i suoi venti, le sue marine, le sue nature morte… Mancano le sue crepe, i suoi cespugli.
Sospesa ormai per sempre nel Tempo la sua concezione dell’Amore. Sospeso il Canonico che amava l’Amore: pochi capiscono cosa significa ciò: chi scrive lo sa! Senza arroganza. La gente confonde l’unione di epidermidi con l’Amore, un ‘volgare’ atto sessuale con l’Amore… Poveri miserevoli tapini…
Canonico amava l’Amore che, del Viaggio esistenziale -unica, splendida, grandiosa avventura- condivideva le gioie e i dolori, le pene e i rimpianti, le malinconìe e le nostalgìe. Le magìe. Il mistero.
Mancano la sua voce e le sue parole, manca il suo sorriso. Manca il Maestro. Una presenza-assenza tenera e dolce, ma anche ingombrante… Molti devono qualcosa a Mimmo Canonico. E non solo qualcosa di materiale. Soprattutto di immateriale. L’ingratitudine umana, a volte, non ha confini…
***
Ah!, com’è triste questo Natale. Giorno di bontà e di ringraziamenti. Giorno di Dolore. Giorno di Ricordi…
Ciao Mimmo. Ci vedremo sopra il tetto del mondo. Ne siamo sicuri. Aspetta paziente, senza fretta.
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