Bocciare in 1^ elementare… come guadagnare la prima pagina del Corsera
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- Pubblicato in Onestamente... 2012
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E così leggiamo, con amarezza (ma, a chi gliene importa dei nostri sentimenti?), sulla prima pagina del Corriere della Sera (12 giugno 2.012): I cinque bimbi bocciati in prima elementare - La scuola che boccia a sei anni…
Quali argomenti pedagogico-didattici potranno addurre, a giustificazione della scelta iniqua, i docenti, colpevoli, dell’Istituto comprensivo di Pontremoli (Massa Carrara) “Giulio Tifoni”? Quali spiegazioni psicologiche sociologiche antropologiche potranno proporre all’attenzione generale e, in particolare, a quella degli “addetti ai lavori”, per spiegare il “nobile gesto”? Cosa dirà mai il baldo dirigente scolastico, tutto… professionalità competente e scienza infusa? E, infine, dov’è il Ministro? Che fa? C’è? Se c’è, per piacere, almeno dia un segnale di vita, un alito di giustizia sociale…
E invece, no! Bocciato, cioè cacciato, cioè escluso… Ma, non parliamo sempre di INCLUSIONE? Non gridiamo e scriviamo sempre, ai vari venti, che dobbiamo puntare sulla Cultura dell’Integrazione e incentivarla promuoverla incrementarla sempre più, per tutti, alla pari?
Dove vivono i docenti della Scuola “Giulio Tifoni”? E il dirigente scolastico?
Si dice: -L’Infanzia garantita. Ma, di quali ‘garanzie’ si parla? Quale Infanzia è veramente garantita dalle pompose altisonanti sbandierate Carte: dalla Costituzione alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia del 1989 (ratificata dall’Italia con Legge n. 176/91)?
Cinque bocciati a sei anni! Complimenti! Raccontano le cronache, ahimé!, che si tratta di tre ‘extracomunitari’ e di due ‘italiani’, di cui uno è disabile (alla Croce aggiungi altra croce…).
Non si crescerà mai! Il film, déjà vu, dello scommettiamo e puntiamo su Pierino (figlio del dottore), contro Gianni (figlio del disoccupato, inoccupato, esodato, …), per una politica chiaramente classista, fa ancora capolino. E così sarà sempre, se non si fanno le teste. Le Teste ben fatte - non le “teste ben piene”, che oggi diffusamente, glo-calmente, galleggiano tra avere-profitto e apparire, tra il tremendo do ut des e la triste filosofia dell’homo homini lupus…
Tagliare le gambe, ‘cacciare’: proprio nel senso di “dare la caccia” e ‘sparare’ al… bambino/a. Complimenti. Proponiamo medaglie d’oro all’allegra brigata …
La Scuola dell’Autonomia, si dirà. Del DPR n. 275/99, art. 4. Il docente è titolare, per legge, della libertà/autonomia didattica. C’è la garanzia della legge, che salvaguarda tutte le scelte e le strategie metodologiche, pedagogico-didattiche e organizzative degli insegnanti. Complimenti! Il ragionamento non fa… una grinza! Epperò…
Epperò, fa male (per tutta la Vita) alle cinque Persone di sei anni, e ai loro genitori, e alla Comunità di Pontremoli. Fa male, molto!, alla Scuola italiana che non vive, com’è noto, una grande significativa
qualitativa considerazione sociale e politica (con la p, politica, rigorosamente minuscola) da parte delle Persone del nostro martoriato sventurato ‘maneggiato’ Paese, che antepone alle “Persone reali” e ai loro bisogni di Identità e di Dignità il Pil e la politica ‘mirata’ delle banche e dei bancari/banchieri: dalla banca centrale d’Italia alla banca centrale d’Europa…
Dichiara Angelo Frediani, dirigente scolastico della Scuola ‘Tifoni’: «È un provvedimento adottato all’unanimità dal collegio dei docenti nel rispetto della normativa ministeriale e per tutelare questi alunni». E si lava le mani… Questa, in verità, non l’avevamo mai sentita…
Vogliamo controllare, signor ministro Francesco Profumo, oppure crediamo alle favole degli ignoranti arroganti, che già vorrebbero “fuori uso” gli Ispettori (Dirigenti tecnici) che, nella Scuola delle Autonomie, non conterebbero più niente? Qual è la norma che ha “fatto fuori” la funzione ispettiva? O puntiamo, insistendo sul deleterio processo in atto del mettere insieme e confondere bene, perché NON si capisca la scelta, oves et boves?
Stia attento, signor ministro Profumo: la funzione ispettiva (quella degli Ispettori selezionati da concorsi nazionali, severi, svoltisi a Roma, con tre prove scritte e una orale) ancora non è ‘morta’ anche se i segnali, per le scelte ‘incolte’ di alcuni che hanno governato la Politica scolastica nazionale, ci sono tutti. Su un organico nazionale di 335 Persone (da 696 nel 1989 a 520 nel 1996, a 335 nel 2.009), ne siamo rimaste in servizio forse 100 (con concorso e non per… tessere). E con un concorso ispettivo in atto (a 145 posti), che segna il passo, sebbene bandito nel gennaio del 2008… E perché è stato ‘bloccato’? Da chi? Glielo dobbiamo dire noi, signor Ministro?
E la funzione ispettiva non è morta né morirà, a nostro parere. Né confligge con la Legge costituzionale n. 3/01, come interpreterebbe qualche solone della giurisprudenza à la page…
Con dispiacere, sommo, ci risulta, di tanti dirigenti scolastici (una buona quota diventati dirigenti scolastici con concorso riservato… e tutti sappiamo cos’è-com’è, con qualche eccezione), che vorrebbero fare il… “salto della quaglia” (senza, dunque, il concorso selettivo-difficilissimo ancora oggi vigente), grazie alla tessere di partito e/o alla tessera sindacale e/o ad altri “poteri occulti” e che… ‘occulti’ poi non sono; e anche di alcuni sindacalisti dell’ultimora…
Perché non morirà la funzione ispettiva? Perché, per Fortuna siamo nell’U. E. (Unione Europea), dove essa è tenuta in alto conto, come: gli “occhi veri dell’Amministrazione” che ‘conoscono’ e “fanno conoscere” al Centro, a chi governa, la “Scuola italiana vera”, perché gli Ispettori nelle Scuole ci vanno ‘fisicamente’, per supportarle e promuovere la Cultura delle Norme nazionali della Scuola… In Inghilterra, a mo’ d’esempio, gli “Ispettori di sua Maestà…”.
Questo solo per dire, con i riferimenti di Marco Gasperetti (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), che è risibile quanto dichiarato da Lucia Baracchini: «Giudico inopportuna la richiesta dell’invio degli ispettori. L’istituzione scolastica ha per fortuna l’autonomia nella valutazione formativa e anche questa volta lo ha fatto valutando la complessità dei casi anche con il ricorso di un gruppo di lavoro di esperti dell’Asl».
Complimenti, signora sindaco e dirigente scolastica due volte, di due Istituti comprensivi…! Le parole sono ‘pietre’ e si autodenunciano pubblicamente, per il peso, a nostro parere, in-colto e in-civile… Difatti, senza necessariamente citare pedagogisti psicologi neuropsichiatri infantili, di chiara fama a livello nazionale e mondiale, … è noto a tutti, tranne a chi fa della ‘questione’ una “questione di scelta politica”, una “questione di… classe”, che i ritmi di apprendimento (le ‘modalità’, le strategie, gli stili, le “tecniche mentali” di comprensione soggettiva, …) sono diversi differenti dissimili tra Persone e Persone a tre anni come a sei, a dodici, a sedici, …. E non ci venite a raccontare balle: -Che la questione è superata e che più non esiste… Che la Psicologia dell’età evolutiva è… una pia scemenza. Che …
E, ancora, la famiglia. La famiglia “alle spalle” di… Gianni o di Pierino (la sua Cultura, economia, storia sociale, …) conta molto, per il successo/insuccesso formativo della Persona…
Si dirà: -La valutazione formativa dei cinque ‘nessuno’ è stata equa… Come la tristemente famosa, professoressa di don Milani, che dichiarò la sua giustizia scolastica, con arroganza e dunque ignoranza, con le parole: -Io, quando un ragazzo merita quattro, gli do quattro! Amen.
È così facendo che si spiega la ‘risposta’ alla domanda: -COME GUADAGNARSI LA PRIMA PAGINA DEL CORRIERE DELLA SERA e degli altri mass-media, caldi e freddi, sino a Internet?
Complimenti, davvero!
Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno.
Ma se si perde loro la scuola non è più scuola.
È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.
Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile.
E voi ve la sentite di fare questa parte nel mondo?
Allora richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passare per pazzi.
Meglio pazzi che strumento di razzismo.
(…). Milioni di ragazzi aspettano d’essere fatti eguali.
Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come Gianni.
Il meglio dell’ umanità»
don Lorenzo MILANI, Scuola di Barbiana, 1969
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Emanuele Armentano