Gli scenari della valutazione: dal RAV alla certificazione delle competenze
- Scritto da Francesco Fusca
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- Pubblicato in Onestamente... 2015
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Quale CULTURA DELLA VALUTAZIONE? Chi valuta chi? Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu! È una ‘storia’, questa della Valutazione, tutta nostra, solo italiana. Di chi è la colpa? Di molti, ma tutti, diversamente, hanno taciuto coperto procrastinato e, ancora, sostanzialmente, tacciono, allegramente sottintendendo: -Siamo tutti figli di Dio! E si nascondono dietro un dito.
… e ad oggi, di concreto, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Ci si barcamèna e si barcòlla, con confusione creativa, tra Irrsae e Irre e Cede, tra Indire e Invalsi e Snv, tra Ivap …
Difatti, la Valutazione è uno di quegli argomenti caldi fastidiosi scottanti che il Governo si guarda bene dall’affrontare trattare svolgere, per cui: -Dopo si vedrà! E rimanda la questione-querelle a un futuro D. d. L. - delega (chi scrive, quando il Potere politico di Governo ri-manda sposta tras-ferisce, si preoccupa fortemente e teme la ‘sconfitta’ stessa del Governo per il probabile dis-onorare gli impegni pubblicamente assunti …).
E dunque, oggi, i confusi contraddittori disorganici:
(A) I. N. Val. S. I. = Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e formazione;
(B) I. N. D. I. R. E. = Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione Ricerca Educativa;
(C) S. N. V. = Sistema Nazionale di Valutazione (in materia di istruzione e formazione), il cui Regolamento è stato emanato con D. P. R. n. 80/13 28 marzo
vengo trasformati -tutti in blocco- attraverso una magìa che è un incantesimo o forse un’alchimìa, in un nuovo, ulteriore, Soggetto Istituzionale che si chiama -sentite, sentite!- sempre creativamente: I. p. A. V. = Istituto per l’Autonomia e la Valutazione scolastica.
L’I. p. A. V. che, ad oggi, è come l’araba fenice perché non solo ri-nascere dalle proprie ceneri dopo la morte, ma anche perché (dell’Istituto) si può, tranquillamente (senza tema di smentita) affermare: -Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa …
Tutto ciò potrebbe sembrare (suonare) -ai nostri venticinque lettori di … manzoniana memoria- mancanza di fiducia di speranza di ottimismo: (a) nei confronti del… nuovo che avanza, galoppando, e che bussa forte alle porte della Storia; (b) nei confronti di Matteo Renzi e delle scelte politiche del suo Governo, che è nato (solo) il 22 febbraio 2.014.
Niente di più falso! Perché? Perché, se pensiamo parliamo scriviamo in un “certo modo”, ciò si deve alla nostra grande lunga luminosa esperienza nel/del “mondo della Scuola”; si deve, ancora, alla conoscenza profonda della Scuola italiana, ideale e reale: conoscenza “dal di dentro”, come attore e come protagonista di mezzo secolo di Storia della Scuola del nostro Paese, in Europa e nel mondo (sostanzialmente, come lavoratore al servizio dello Stato italiano e della sua Costituzione); si deve, infine, alla conoscenza attiva operosa dinamica sia al Ministero della P. I. - I. U. R. (con molti incarichi e varie responsabilità ministeriali) sia nelle/con le Scuole del nostro Territorio nazionale.
Dunque, quattro sono, in buona sostanza, le Dimensioni di Valutazione (e le Persone che, di fatto, queste Dimensioni interpretano):
α) Valutazione degli Studenti;
β) Valutazione dei Docenti;
γ) Valutazione dei Dirigenti scolastici;
δ) Valutazione, complessiva, dell’Istituto: sia per conoscere lo stato dell’arte della Scuola e per averne una visione organica nazionale, sia per conoscere lo stato dell’arte della Scuola europea e per averne una visone organica comparata tra le ventotto Scuole degli Stati-membri.
* RELATIVAMENTE ALLA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI si è visto, bene, come negli ultimi decenni essa sia stata in balìa della stramperìa delle onde della ricerca scientifica e dunque, in sostanza, in balìa degli umori del Docente e della Docente (stati d’animo, atteggiamenti e comportamenti ‘altri’ rispetto alla professionalità svolta con competenza psicologica e con relazionalità calda, …): i quali arrivano in classe e fanno, abbastanza spesso e diffusamente, il buono e il cattivo tempo …. pedagogico. In barba alle Teorie scientifiche della Psicologìa dell’età evolutiva, della Relazionalità - Comunicazione, degli Interessi - Motivazioni, …
I ‘mezzi’ e gli ‘strumenti’ di sintesi con cui Valutare, secondo la tempèrie culturale (e non solo) della Storia della Scuola italiana, sono stati soprattutto: (a) il VOTO: prima da 1 a 10 e, poi, corretto per Decreto, da 0 a 10 (sic!); senza soffermarci sui pirotecnici: 6--, 4+, … (b) il REGISTRO: vero e proprio spauracchio, che ha fatto perdere il sonno a intere generazioni di Alunni/e e che molti Docenti, stupidi, usavano come una clave contro i Ragazzi che, naturalmente, non volevano e non vogliono venire a Scuola e frequentarla … Basti qui ricordare che Maria MONTESSORI -studiosa geniale sempre attuale- definiva certi Insegnanti carcerieri e gli Alunni carcerati… In una classe che spesso era una prigione … Senza scomodare più di tanto don Lorenzo MILANI che redarguiva, adeguatamente (è ormai Storia) la famosa professoressa (Lettera a una professoressa), perché questa aveva dichiarato, solennemente, che: -Quando un ragazzo merita quattro io gli do quattro … (c) le PAROLE-GIUDIZI: sufficiente mediocre insufficiente ottimo … (d) le LETTERE DELL’ALFABETO: A - B - C - D …
* RELATIVAMENTE ALLA VALUTAZIONE DEI DOCENTI si può tranquillamente dire che non è stato mai, per lo Stato italiano e per i suoi Governi, un ‘problema’. Di più: -Non è stato nemmeno un ‘tema’: qualcosa da affrontare con serietà e da svolgere bene …
Sia chiaro: -Non siamo alla ricerca di ‘colpevoli’. Tanto, con SENECA, solo il presente ci appartiene e in/su questo possiamo agire … Epperò, se riusciamo a capire/capirci forse si può decidere qualcosa di interessante e di utile: anche perché la Scuola italiana è una delle ventotto Scuole d’U. E. (Unione Europea) …
Valutare le performances pedagogiche didattiche organizzative relazionali … del Docente, significa dare un Senso (secondo le indicazioni dell’Ontologìa) alla Giustizia e, dunque, alla Cultura della meritocrazìa che è, secondo gli studi scientifici più avanzati, COMPETIZIONE: competizione nel senso più bello del termine: competizione verso l’avanti l’alto il meglio della ricerca scientifica (che non è né di ‘destra’ né di ‘sinistra’ né di ‘centro’, ma è chiaramente dell’Umanità, del nuovo Umanesimo); competizione, infine, verso la qualità dei saperi, verso gli standard di eccellenza delle conoscenze che sono al ‘servizio’ della crescita delle Civiltà.
* RELATIVAMENTE ALLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI ci viene da … ridere. Per non dire che ci viene da … piangere.
Quel che è successo nei confronti di questo personale delle Scuola rappresenta e dimostra, con grande evidenza, il FALLIMENTO TOTALE della Politica scolastica italiana da parte dei Governi che si sono succeduti nell’ultimo mezzo secolo circa.
Valutare circa ottocentomila Persone, di ruolo, non è impresa facile; epperò, va doverosamente … compiuta: anche per incentivare i migliori Docenti e per sollecitare spronare incoraggiare gli altri, tutti, verso una professionalità che sia attuale moderna competitiva a livello almeno europeo.
Valutare, invece (sino a ieri circa diecimila) oggi meno di ottomila Dirigenti scolastici, questo si poteva e si doveva fare: SI DEVE FARE. Per legge. Precisamente, e soprattutto, per l’art. 25 (e successive modifiche), che si intitola: Dirigenti delle istituzioni pubbliche, del D. L. vo n. 165/01 30 marzo … Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche
E invece non si è fatto. Perché? Semplice: da un lato, i Ministri responsabili (dal 2.001 al 2.015) hanno lasciato stare, magari per spinte remore blocchi di varia natura, a partire da quelli sindacali corporativi lobbistici; dall’altro, can che abbaia non morde e, dunque, sfigurando a livello europeo, abbiamo fatto finta di non vedere non sentire non capire. Tanto non succede niente a nessuno. Con buona pace della meritocrazia e della competenza professionale (eccole che tornano!). E tutti vissero felici e contenti …
* RELATIVAMENTE ALLA VALUTAZIONE, COMPLESSIVA, DELLA SCUOLA, infine, una sola breve considerazione su qualcosa che non c’è ma che si va configurando. A mo’ d’esempio, il R. d. A. (Rapporto di Autovalutazione) del quale -la Direttiva n. 11/14 18 settembre- dà le indicazioni operative dello svolgimento e la tempistica. Con lo ‘strumento’ del Rapporto di autovalutazione (RAV) -si legge nella C. M. n. 47/14, che trasmette la Direttiva- il Sistema Nazionale di Valutazione individua le priorità strategiche della valutazione del sistema educativo di istruzione.
Le perplessità sono molte. E le riserve. Le quali si possono così sintetizzare: l’autoreferenzialità non è una parola e basta: sia ieri, nel tempo del Sistema scolastico verticistico; sia oggi, nel tempo dell’Autonomia delle Istituzioni scolastiche. L’autoreferenzialità è una patologìa che la Scuola del nostro Paese si porta addosso, incredibilmente stranamente bizzarramente, da sempre. Essa si può declinare, semplicemente, in: intrinseca ed estrinseca.
Che le Scuole si interroghino sul proprio operato e si auto-valutino questo ci sta e ci vuole; ma, che ciò possa bastare, per essere competitivi in Europa, ce ne passa …
L’autoreferenzialità oggi proposta con lo ‘strumento’ del Rapporto di autovalutazione (RAV) tende a mascherare coprire nascondere l’operato generale della Scuola e dei suoi ‘protagonisti’: soprattutto le ‘azioni’ dei Dirigenti scolastici, molti dei quali, in Italia, sono de-motivati; sovente arroganti, perché ignoranti; tante volte incapaci di relazionalità (e di comunicazione) socio-culturale fine positiva qualitativa con gli Operatori del Territorio; impreparati (a livello di aggiornamento e di formazione in servizio) sulla più recente Cultura degli studi pedagogici e didattici sull’organizzazione complessa, sulla conduzione dei sistemi (tra e con Internet e dintorni), sul senso della leadership, della governance, …
Tutto ciò -sia chiaro!- vale, paro paro, per gli Insegnanti e per il Personale Ata … -Perché?- si può, legittimamente, chiedere. -Come può ‘essere’ tutto questo? Semplice! Perché nessuno controlla CHI - perché nessuno verifica accerta certifica le competenze professionali di CHI - e quel che CHI fa - e come CHI fa - e per chi CHI lo fa!
E tutto questo può essere -e, di fatto, è!- perché NON C’È MAI STATA UNA VALUTAZIONE della/sulla professionalità direttiva / docente / amministrativa dei soggetti della Comunità educativa scolastica. Qualcuno ha anche sospettato che la “politica governativa” di turno sia stata al gioco del: -Poca retribuzione uguale poca Cultura e viceversa … Va bene così!
Appena si prova a ragionare nel senso di premiare i migliori (con la famigerata Cultura della meritocrazia) e sanzionare i peggiori (sino all’indiscutibile, onesto, licenziamento), allora subito partono gli strali di certi sindacalisti e le ridicole frasi di certi parlamentari à la page: -I Docenti i Dirigenti scolastici il Personale Ata sono Persone (tutte/i “figlie/i di Dio”). Persone che hanno il peso carico responsabilità (sic!) della Famiglia; in Europa gli Insegnanti sono i peggio pagati; sono pendolari e la Vita costa cara; tante volte non sono compresi capiti giustificati dai colleghi e dai Dirigenti sc. e così via …
… e agli Alunni/e -Persone titolari di DIRITTO SOGGETTIVO PIENO tutelate garantite dalla Carta costituzionale- chi pensa, quando incappano nella mediocrità e dannosità di Operatori della Scuola inadeguati? Sovente nessuno. Nessuno pensa alla scarsa insufficiente poca CULTURA che tante volte i Giovani ricevono, per la formazione delle Personalità, per capire e affrontare il Mondo, e per inter-agire in Società, lavorando, in uno stato di ben-essere e di Felicità. CULTURA che è -vale la pena, consapevolmente e doverosamente, di precisarlo- possesso vero e padronanza funzionale di COMPETENZE: conoscenze, abilità, capacità, esperienza, …
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Appendice Francesco FUSCA (a cura di)
IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE
REGOLAMENTO sul S. N. V. (D. P. R. n. 80/13)
Con il DPR 28 marzo 2013, n. 80 è stato emanato il Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) in materia di istruzione e di formazione.
In vista dell’avvio del SNV è stato istituito presso la Direzione generale degli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione un nucleo di start up dal carattere interistituzionale (MIUR, INVALSI, INDIRE, Dirigenti tecnici ed Esperti del mondo della scuola) in cui vengono fatte tutte le scelte di carattere strategico per la messa a regime del sistema.
Il sistema nazionale di valutazione sarà attivato per tappe successive nel prossimo triennio secondo la seguente successione temporale:
AUTOVALUTAZIONE- Le istituzioni scolastiche (statali e paritarie) sono chiamate a sviluppare - nel corrente anno scolastico – un’attività di analisi e di valutazione interna partendo da dati ed informazioni secondo il percorso delineato dal Rapporto di autovalutazione (RAV). Il RAV è da elaborare, entro il primo semestre 2015, esclusivamente on line attraverso una piattaforma operativa unitaria.
VALUTAZIONE ESTERNA- Nel corso del prossimo a. s. è prevista l’attivazione della fase di valutazione esterna attraverso le visite alle scuole dei nuclei. Saranno coinvolte circa 800 istituzioni sc., secondo quanto previsto dalla Direttiva 11/2014. Quest’ultime in parte (3%) saranno scelte casualmente, in parte (7%) saranno individuate sulla base di specifici indicatori di efficienza e di efficacia.
AZIONI DI MIGLIORAMENTO - AGGIORNAMENTO RAV- A partire dal prossimo anno scolastico, in coerenza con quanto previsto nel RAV, tutte le scuole pianificano e avviano le azioni di miglioramento, avvalendosi eventualmente del supporto dell’INDIRE o di altri soggetti pubblici e privati (università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali). Un primo aggiornamento del RAV, finalizzato alla verifica dello stato di avanzamento del processo e ad un’eventuale ritaratura degli obiettivi, è previsto per il mese di luglio 2016.
Valutazione esterna - Azioni di miglioramento - Azioni di rendicontazione sociale-
Nel terzo anno di messa a regime del procedimento di valutazione in cui proseguono l’autovalutazione, la valutazione esterna e le iniziative di miglioramento, le scuole promuovono, in chiave dinamica, anche a seguito della pubblicazione di un primo rapporto di rendicontazione, iniziative informative pubbliche ai fini della rendicontazione sociale, ultima fase del procedimento.
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