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Altomonte, la vicenda parcheggio - Castello domani al Tar Calabria In evidenza

  • La minoranza «L’abuso dei privati cadrà sulla collettività?»
La costruzione davanti al Castello dei Conti La costruzione davanti al Castello dei Conti
Agos

ALTOMONTE - La storia infinita del noto parcheggio multipiano“illegittimo ed abusivo”, edificato negli anni scorsi davanti al Castello dei Sanseverino, nel cuore del centro storico, arriva davanti al Tar Calabria. È una nuova tappa della vicenda che si consumerà, davanti all’Organo giurisdizionale per domani 5 luglio prossimo, quando - in una Camera di consiglio molto delicata - si deciderà in merito ad un ricorso presentato dai proprietari del manufatto contro l’Amministrazione comunale altomontese.

Nonostante le sentenze amministrative emesse dal Consiglio di Stato e quelle penali della Cassazione (che ha comminato anche condanne definitive con pene fino ad undici mesi per i responsabili accertati dei fatti) ormai inappellabili, però, non si riesce a venire a capo della complessa ed intricata vicenda.  «Chi pagherà, allora, per l’abuso dei privati? Costi e responsabilità di gestione ricadranno sulla collettività?». Sono gli interrogativi che si pongono i consiglieri comunali d’opposizione Francesco Iannuzzi, Gianpietro Coppola e Francesco Provenzale del gruppo “Uniti per Altomonte”. Lo scopo dell’iniziativa legale avviata dai privati è – a parere degli stessi consiglieri – sempre lo stesso: «Cercare di sanare un’illegittimità edilizia non sanabile e/o evitare la demolizione della struttura, come invece è stato sancito da ben tre sentenze: Tribunale di Castrovillari (2011), Corte d’Appello di Catanzaro (2012) e Corte di Cassazione (2013).  Oppure, in alternativa, giungere ad una dichiarazione, da parte di un qualsiasi Tribunale, dell’impossibilità di demolire l’opera, cosa che aprirebbe le porte – per legge – ad una successiva acquisizione al patrimonio pubblico». A quel punto la patata bollente passerebbe “gratuitamente” dal privato al Comune, che dovrebbe risolvere tutte le “rogne” conseguenti e le relative spese: alcune centinaia di migliaia di euro che fanno intuire il motivo del contendere. «Il problema – concludono dalla minoranza – è quello che, ad oggi, il Comune non si è ancora costituito a difesa per l’udienza di domani 5 luglio, né ha depositato perizie o quant’altro che dimostrino – in contrapposizione al privato – che l’opera è illegittima, che non è sanabile, che si può invece procedere alla demolizione con le dovute tecniche, i cui costi sono solo a carico dei costruttori dell’opera illegittima ed abusiva».

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