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Manca l'acqua a Malvito, Callisto scrive al Prefetto

Manca l'acqua a Malvito, Callisto scrive al Prefetto

MALVITO - «Il paese senz’acqua potabile»: con questo oggetto il capogruppo di minoranza del gruppo "Malvito nel Cuore" scrive al Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. «Signor Prefetto - inizia così la missiva - so bene dei suoi poteri ormai limitati nel controllo dei Comuni. Tuttavia, so anche – ed è per questo che Le indirizzo la presente lettera – che sempre a Lei, quale massima autorità provinciale di protezione civile, la legge conferisce la facoltà, direi l’obbligo, di adottare i poteri sostitutivi nel caso di un sindaco inadempiente od omissivo, quale autorità locale di protezione civile, rispetto ad impellenti urgenze ed emergenze. Perciò, Le rappresento, a nome anche di tanta povera umanità senza voce, il mio crudo lamento: da un mese a questa parte alle utenze idriche del centro storico di Malvito è stato vietato l’utilizzo dell’acqua per uso potabile.

Orbene, giusta l’ordinanza del sindaco di divieto al consumo dell’acqua per effetto dell’inquinamento rilevato dal Dipartimento di Prevenzione dell’ARPACAL il 17 maggio scorso su tre differenti campioni di acqua prelevati nel centro storico di Malvito; meno giusto è invece il dolce far nulla, o quasi, da parte del sindaco e dell’Amministrazione comunale per risolvere il problema. Il disagio colpisce il centro storico e, tra le fasce più deboli della popolazione, gli anziani più di tutti : un piccolo cosmo che non si considera più, se è vero com’è vero, che già lo scorso anno si verificò lo stesso fenomeno di inquinamento dell’acqua con diniego al consumo potabile per circa sei mesi coi conseguenti disagi che tale situazione ha portato, come porta nuovamente, nelle famiglie e nella vita di tutti i giorni.Ma, come dicevo, più di tutti a soffrire sono, ancora una volta, gli anziani, delle cui straordinarie persone abbiamo perduto persino il ricordo e il rispetto delle loro stagioni forti e belle dedicate alla crescita della comunità, e la cui debole condizione oggi paradossalmente si aggrava, rilegati come sono a vivere nel centro storico, ridotto a periferia sociale a causa del generale depauperamento dell’ultimo decennio con la conseguente perdita di rappresentanza, di peso politico e di capacità contrattuale. Così, nei fatti, il governo cittadino non ne considera affatto i loro problemi perché sono appena 200 in tutto, qualcuno in più qualcuno in meno, il più delle volte costretti nelle loro sedie a rotelle o crocifissi nei loro letti a sbarre tubolari con gli occhi inchiodati nell’annullamento di silenziosi soffitti, prigionieri dei loro feroci e sanguinari tiranni: Alzheimer e Parkinson in primis o di altri capi e capetti, tutti in servizio permanente effettivo presso il Comando dell’efferato battaglione speciale contro i nostri malati all’ultimo giro di boa.
Combattere contro questi tiranni non è facile neppure da parte degli altri anziani, comunque alle prese con la loro particolare condizione, tante volte segnata da gravi deficit fisici, anche psichici, senza parlare delle ricorrenti loro infermità stagionali o invalidanti o della loro difficoltà e incapacità di provvedere persino alle più elementari funzioni di governo della casa o di mantenimento della stessa persona; e, ancora, combattere contro questa banda di briganti non è facile, tanto più quando si avvale della complicità, magari non voluta, di amministratori pubblici insensibili e incapaci; insensibili e incapaci di dare persino risposte di ordinaria amministrazione, come assicurare agli anziani l’erogazione dell’acqua potabile, di cui sono generose le nostre montagne, non un’assistenza specialistica per i loro malanni o alte prestazioni di segretariato sociale per i loro bisogni di previdenza o per la loro vita di relazione; solo un bicchiere d’acqua senza essere costretti ad acquistare pacchi di acqua minerale nell’unico negozio del paese. E poi dove trovi qualcuno che scende tutti gli scalini e le ripidissime discese fino alla piazza, assolata e desolata, dove è situato il negozio per acquistare, prelevare e portare l’acqua a casa? Sembra facile, ma non lo è!… Non lo è affatto!
Più fortunati – si fa per dire – sono gli anziani che possono contare sulle loro badanti straniere: benedette siano nei secoli dei secoli.
Così al costo dell’acqua si aggiunge quello della commissione, sempre che trovi qualcuno a farsi carico del tuo problema. Intanto, in questi giorni, si boccheggia e l’afa avrà ancora un lungo corso per continuare a sferrare le sue lingue di fuoco e a fecondare nuove ondate di calore.
Per concludere, signor Prefetto, questa povera umanità può far davvero poco contro questo Stato Maggiore di malattie tiranni, di caldo asfissiante e di amministratori incapaci: non protesta, non fa rumore, figurarsi se irrompe nell’ufficio del sindaco e degli inetti amministratori e funzionari e rompe tutto o protesta in piazza strascicando su artrosi e gambe gravide di vene varicose, percuotendo tamburi di latta per gridare a gran voce, se non fosse mutilata da flebili e lacerate corde vocali, “Acqua!… Acqua!.. Acqua!!!”.
O per gridare contro questa Mala Gestio comunale, sempre che non ci sia di peggio o di più. Con viva cordialità.

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