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Coronavirus, 68 casi in Calabria, 2 sono a Roggiano. In evidenza

  • Il sindaco di Terranova invoca l'applicazione del Codice Penale
Coronavirus, 68 casi in Calabria, 2 sono a Roggiano.
Agos

COSENZA – Prosegue la diffusione di coronavirus anche in Calabria. Nella conferenza stampa delle 18 di oggi, la Protezione Civile ha dichiarato che i casi complessivi n Italia sono 24747, di cui le persone attualmente positive sono 20603, 1809 deceduti e 2335 guariti. Rispetto a ieri, i casi sono aumentati di 2853 unità.

Per quanto riguarda la Calabria, i casi registrati finora sono 68. La Regione ha diffuso il seguente bollettino: «In Calabria ad oggi sono stati effettuati 702 tamponi, le persone risultate positive al Coronavirus sono 68, quelle negative sono 634.
Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:
- Catanzaro: 7 in reparto; 2 in rianimazione; 2 in isolamento domiciliare
- Cosenza: 11 in reparto; 3 in rianimazione; 3 in isolamento domiciliare
- Reggio Calabria: 9 in reparto; 1 in rianimazione; 10 in isolamento domiciliare; 1 guarito; 1 deceduto
- Vibo Valentia: 4 in isolamento domiciliare
- Crotone: 5 in reparto; 9 in isolamento domiciliare
I soggetti in quarantena volontaria sono 4230, così distribuiti:
- Cosenza: 1210
- Crotone: 293
- Catanzaro: 494
- Vibo Valentia: 433
- Reggio Calabria: 1800
Le persone giunte in Calabria negli ultimi quattordici giorni che si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 6787».
Per quanto riguarda il nostro territorio, il secondo infettato di Roggiano Gravina, positivo al Covid-19, è stato ricoverato in pneumologia a Castrovillari ma sarebbe in via di trasferimento verso Cosenza per sopraggiunta crisi respiratoria. Inoltre, sono stati fatti controlli sui rispettivi nuclei familiari e il cognato del primo soggetto positivo, senza sintomi e in attesa di fare il tampone, sarebbe in isolamento domiciliare a Roggiano.
Intanto, dal palazzo di città il commissario straordinario, dott.ssa Eufemia Tarsia, scrive una nota in cui conferma il secondo soggetto positivo al covid-19.
«La notizia ci rattrista -si legge- ma non ci deve irrazionalmente allarmare e scoraggiare considerato che tutte le misure di profilassi, i giusti protocolli di intervento e le indagini epidemiologiche, sono state regolarmente attivate. Inoltre, nessuno, tra tutte le persone che hanno avuto contatti con i soggetti positivi e che attualmente risultano in quarantena attiva e vigilata, ha fin qui evidenziato alcun sintomo di potenziale contagio. Ora più che mai, comunque, si rende necessario rispettare, con impegno e senso di responsabilità, le misure di prevenzione predisposte e previste dai provvedimenti governativi per il contenimento del contagio da coronavirus. Il comune, come ben sapete, ha già decretato l'attivazione del COC (Centro Operativo Comunale), ha predisposto una rete di sostegno con tutte le associazioni presenti sul territorio ed ha ottenutola disponibilità e la collaborazione di tutti i medici e pediatri di famiglia. È stato attivato, inoltre, un numero telefonico dedicato, al fine di fornire tutte le informazioni e notizie utili nonché gestire le eventuali richieste di supporto, da parte dei volontari e del personale comunale, alla cittadinanza. Sabato scorso è stata effettuata la sanificazione del centro abitato e si stanno valutando e predisponendo altre eventuali misure di profilassi che si dovessero ritenere necessarie. Nello scongiurare la diffusione di infondate, perniciose ed allarmanti notizie, come pure in questi giorni è avvenuto, confido, nel senso di responsabilità e collaborazione che fino ad oggi tutti quanti voi avete dimostrato, così da non avere alcun dubbio che, tutti insieme, riusciremo a superare questa difficile prova.
A Terranova da Sibari, invece, il sindaco Luigi Lirangi invoca “l'applicazione del codice penale e unità d’azione dei Comuni”. Lo fa attraverso una nota in cui scrive: «L’allarmante flusso di ritorno sul territorio dei nostri emigranti dalle regioni del Centro-Nord Italia non consente più indugi in quanto risulta elevatissimo il rischio di diffusione epidemiologica da coronavirus. In tal senso, è necessaria, ove ne ricorrano i presupposti, l’applicazione dell’art. 438 del codice penale che tutela la salute pubblica da chiunque cagioni un’epidemia mediante la diffusione di agenti patogeni.
Come decine di Comuni della Provincia, anche Terranova da Sibari -fa sapere-presenta un esposto ai Procuratori di Paola, Castrovillari, Cosenza, ai Prefetti, alle forze dell’ordine di competenza, alle Istituzioni regionali e al Ministero degli Interni, in cui si chiede -tra l'altro- la sospensione del traffico ferroviario e autostradale.
Malgrado le restrizioni del decreto governativo dell’11 marzo scorso -sottolinea Lirangi- è costante il rientro di conterranei potenzialmente affetti da Coronavirus con il rischio dell’esplosione di un’epidemia che peserebbe in modo insostenibile su un apparato infrastrutturale totalmente inadeguato a fronteggiare l’emergenza.
In altri termini -è il senso della denuncia ormai di larga diffusione- difronte all’evidente inutilità di appelli al buon senso si rende indispensabile l’applicazione dell’art. 438 del codice penale rispetto a presupposti quali “la rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero notevole di persone e l’ampia estensione territoriale del male”.
Il grave momento di emergenza -continua il primo cittadino- richiede ancora di più la massima capacità di intervento da parte delle Istituzioni e dei tutori dell’ordine ai quali va sempre la nostra riconoscenza. Allo stesso tempo, non è secondaria la necessità che tutti i suddetti Comuni della Provincia, che stanno facendo pressioni per un rigido controllo del territorio e degli spostamenti, si attivino per un coordinamento costante delle loro azioni. Individualismi di natura politica o burocratica non fanno altro che ostacolare l’irrinunciabile presa di coscienza su un’emergenza che accomuna tutti i territori. Le conseguenze sociali ed economiche che dovremo affrontare richiederanno, infatti, soprattutto in una Regione come la nostra, collegialità. Questa -conclude- è la prima lezione di tale terribile esperienza».

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