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Malvito, il sindaco Amatuzzo denuncia una radio di Padova In evidenza

Il panorama del borgo e - nel riquadro - il sindaco Il panorama del borgo e - nel riquadro - il sindaco
Agos

MALVITO - «Quell’aggettivo “malvitoso”, probabilmente riferibile a “malavitoso”, oltre che l’epiteto di “str[omissis]”, espressioni del tutto non giustificabili anche per l’aggiunta di affermazioni del tipo «Io voglio sfondare le p[omissis] a questo», potrebbero costare care al conduttore radiofonico di una emittente di Padova». È quanto si legge – a chiare lettere – nell’esposto-querela presentato dal sindaco di Malvito, Pietro Amatuzzo, rappresentato dall’avvocato Giulio Tarsitano, peraltro primo cittadino di Fagnano Castello. 

La vicenda, messa nera su bianco nella denuncia già presentata alla stazione dei carabinieri di Malvito e diretta alla Procura della Repubblica di Cosenza, si riferisce alla prima Ordinanza sul Covid-19 emessa alla fine di febbraio, nella quale il sindaco Amatuzzo intimava «i residenti di Lombardia e Veneto di non far rientro in Calabria per l’emergenza sanitaria». In seguito a ciò una radio patavina lo intervistò via telefono apostrofandolo anche di “razzismo”. Ma anche alcune emittenti locali, visto che il polverone mediatico «venne alzato ad arte da un consigliere comunale di opposizione», esagerarono in alcuni commenti come il direttore di una nota tv che definì il sindaco “esibizionista” o il suo inviato che lo chiamò “sceriffo”.  Fu una sorta di “caccia alle streghe”, con «tanti giornalisti – si legge nella querela – che lo hanno schernito, umiliato e mortificato, tanto che dopo qualche tempo gli hanno provocato un grave malore». Nei fatti, «a causa della tensione accumulata e del nervosismo scatenato, il sindaco Pietro Amatuzzo – circa un mese dopo da quei fatti – è stato colpito da ischemia cerebrale, con ricovero all’Annunziata di Cosenza. Attualmente si trova in riabilitazione a Laurignano, per gravi postumi invalidanti». Ed è proprio dalla stanza di quest’ultima struttura sanitaria che ha dato mandato all’avvocato Tarsitano di adire le vie legali, chiedendo «i danni per il reato di diffamazione aggravata e minacce, oltre ai danni d’immagine di politico e conosciuto imprenditore, che hanno anche indebolito la sua salute». Tutto ebbe inizio con l’ordinanza n.4 del 24 febbraio scorso, quanto il sindaco Amatuzzo ritenne «di intraprendere una serie di misure di prevenzione dirette a salvaguardare la salute pubblica a seguito del propagarsi dell’epidemia del Covid-19 (coronavirus), ordinando a tutte le persone che dalla data del 20 febbraio 2020 fossero transitate o sostato in Lombardia e Veneto di non fare ingresso a Malvito». Alla luce di quello che è poi successo in Italia, e che tutti conosciamo, il sindaco ritiene ancora oggi «di essere stato molto previgente e di avere visto veramente bene: aveva anticipato quello che il Governo da lì a poco avrebbe disposto su base nazionale». Quell’ordinanza, però, suscitò clamore ed ilarità da parte degli organi di stampa. Al punto che la mattina del 26 febbraio, nel corso di un programma a livello nazionale, il conduttore ora denunciato pensò bene di telefonare a casa del sindaco, ed alla risposta della sua consorte «che era a letto con la febbre», arrivò una piccata replica sul profilo Facebook di quella radio: «Siamo andati a caccia del sindaco di Malvito che ha fatto un’ordinanza anti veneti e lombardi  in relazione al coronavirus ed abbiano fatta una scoperta buffa: da quando ha firmato l’ordinanza gli è venuta la febbre». Anzi, sempre nel corso di quella “indecorosa” telefonata, che venne mandata in diretta “senza alcuna autorizzazione” e violò quindi anche la privacy del sindaco perché lo stesso venne “disturbato” a casa, venne profferita pure questa frase «Mandiamo noi un tampone a nostre spese», asserzione «chiaramente discriminatoria e razzista, diretta a sottolineare la sua superiorità rispetto al meridione d’Italia, e comunque al sindaco Amatuzzo». Quella telefonata e tutto il resto che ne conseguì diventarono “virali” perché condivise da migliaia di persone sui social, ma è stata anche opportunamente registrata ed allegata – su supporto magnetico – alla denuncia presentata. Tornando al post, il legale del sindaco Amatuzzo fa rilevare come «oltre a ridicolizzarmi ulteriormente, voleva far intendere che dopo avere emanato l’ordinanza per fronteggiare l’epidemia del coronavirus il destino aveva voluto che fossi stato io ad infettarmi». Nei giorni successivi, oltretutto, parte di quella telefonata venne mandata in onda addirittura da Rai 3 nazionale nel corso della trasmissione mattutina “Agorà”. Alla luce di quanto descritto, è stata sporta formale querela contro il conduttore della trasmissione della radio patavina (quindi in Veneto) e contro il Direttore responsabile di quella testata radiofonica «per diffamazione aggravata e minacce, o comunque per quei reati che dovessero emergere dall’esposizione dei fatti, con riserva di costituirsi parte civile nell’instaurando processo per il risarcimento di tutti i danni cagionati».

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