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Nei racconti di Callisto spazio al prefetto di Genova venuto da Malvito

Mattarella con il prefetto Perrotta Mattarella con il prefetto Perrotta
Agos

MALVITO - «Tra poche ore tutti scriveranno di Genova e dell’orgoglio italiano per il nuovo ponte di Renzo Piano. Anch’io avverto l’esigenza di doverlo fare. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cui auto il prossimo tre agosto l’attraverserà prima di ogni altra, sarà invece ricevuto e accolto la vigilia dell’inaugurazione del ponte in Prefettura dal prefetto Carmen Perrotta – mia compagna di scuola – cresciuta e formatasi nel cuore dei vicoli di Malvito, delle cui aurore tinte di vampate di rossore sui tetti delle case, come del profumo di ginestra tutt’intorno e sulla collina, avrebbe fatto il suo timbro e, al tempo stesso, il suo diario, che di tanto in tanto riapre per rinverdire i suoi e i nostri ricordi più teneri. E, anche, belli».

Scriveva così l’ex sindaco malvitano Fulvio Callisto, nella sua poetica e a tratti idilliaca narrazione dello scorso 1° agosto nel suo blog http://www.fulviocallisto.it/2020/08/01/i-miei-racconti-di-genova-col-suo-prefetto-venuto-da-malvito/  (per chi volesse leggerlo per intero), anche per ricordare – a chi non lo sapesse – di essere stato addirittura compagno di scuola dell’attuale prefetto di Genova, Carmen Perrotta. E proprio in Prefettura, lontano da tanti riflettori, il presidente Mattarella insieme al prefetto Perrotta ha ricevuto i familiari delle vittime del ponte Morandi. «Della città della lanterna – proseguiva Callisto – s’irradia in questi giorni una luce sull’Italia intera e si parlerà, come già si sta parlando, di un modello da replicare per le grandi opere pubbliche. Il ponte – che visto da sotto sembra la chiglia di una nave lunghissima che galleggia nel cielo – si celebrerà con tanto di sirene e di frecce tricolori. Insomma, tutto l’orgoglio italiano si riunisce a Genova. Io intendo, qui, raccontare del prefetto, e del nostro orgoglio, e di un’altra Genova: quella silenziosa e dietro le quinte dei miei specialissimi incontri, avuti da fanciullo e da adulto. L’Italia riparte da Genova. In verità, è ripartita da Genova all’indomani del disastro con scelte importanti. E non solo tecniche e tecnologiche. Ma di un’attenzione particolare per la città che ci si augura possa estendersi all’intero Paese. Tra queste scelte, una riguarda proprio la nomina lo scorso anno di Carmen Perrotta a prefetto della città ligure. Cioè, una delle più prestigiose e ambite sedi prefettizie d’Italia. Un vanto che, oggi più di ieri, rivendichiamo alle nostre latitudini con sobrietà, benché l’orgoglio di tale nomina – e dei suoi successi in punta di piedi – meriterebbe, e assai comprensibilmente, tutta l’enfasi e la gioia del mondo. Ma tutto è più sobrio a Genova, e questa linea di sobrietà vogliamo rispettare, come peraltro ha fatto lo stesso Papa Bergoglio, che, avvertendo l’esigenza di cambiare, nomina ad arcivescovo della città un prelato in saio e sandali per curare le ferite della città; un prelato poco conosciuto fino a poco tempo prima dalle stesse gerarchie ecclesiastiche, vale a dire il frate Marco Tasca. Insomma, Genova, da sempre laboratorio politico-culturale, diviene anche laboratorio religioso. E per la Chiesa arriva il momento dell’affermarsi del clero “del grembiule”, cioè della politica di servizio ai più deboli. Mentre per lo Stato, con la nomina di Carmen Perrotta, la prefettura è divenuta ancora più presente, sia pure nel silenzio, nella sua quotidiana azione di ascolto dei bisogni dei cittadini, delle istituzioni e del lavoro. Come nella lotta, fatta di controlli e ispezioni, contro le infiltrazioni mafiose nei cantieri e negli enti locali. Insomma, una Prefettura sempre più a servizio dell’intera comunità». Ci fermiamo volutamente qui, non prima di aver apprezzato quanto scritto da Callisto e rimandandovi al suo blog per chi ha voglia di farsi una cultura in generale e non solo per questo avvenimento particolare.

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