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I coltivatori dello Jonio lanciano un appello sul "biondo tardivo"

I coltivatori dello Jonio lanciano un appello sul "biondo tardivo"

TREBISACCE - «Il biondo tardivo di Trebisacce è vivo e vegeto. Mai come quest’anno la richiesta sul mercato ha subito un’impennata così forte. Alla luce di ciò, avanza sempre più l’esigenza di sfruttare al meglio un prodotto esclusivo che per anni ha reso la città di Trebisacce “una perla” in materia». Questo quanto affermato dai coltivatori della cittadina ionica chiedendo maggiori attenzioni alle istituzioni.
Il “biondo tardivo” di Trebisacce è una specie autoctona di arancia tardiva, dal profumo seducente e dall’abbondante succo, coltivata negli aranceti del posto (dette vigne). La stabilità climatica favorita dalla vicinanza del mare ne permette la particolarità e l’esclusività.

L’accorato appello che rivolgono i coltivatori locali al Sindaco di Trebisacce Franco Mundo, ai candidati dei nuovi movimenti (in vista delle amministrative del prossimo 11 giugno), al Presidente della Provincia, al Presidente della Regione Calabria, al Consorzio Irriguo dei “Giardini”, ai vari operatori del settore nonché ai proprietari dei terreni della zona dei “Giardini”, è quello di un maggiore aiuto e impegno collettivo, per evitare lo stato di abbandono di un prodotto che si produce ancora con ottimi risultati.
L’idea sarebbe quella di sfruttare tale risorsa economica generando maggiori posti di lavoro, al fine di prolungare l’intensa attività che si svolge da tempi antichissimi, incrementandone la vendita e la produzione anche in termini di esportazione.
La volontà dei lavoratori delle “vigne” è quella di rendere la cittadina una “zona agrituristica” tra colline e mare, con vie commerciali, escursioni ed eventi programmati con l’aiuto delle istituzioni e degli agricoltori della zona.
Quella del “biondo tardivo” è una tradizione locale che sta particolarmente a cuore ai trebisaccesi e concretizzare tali progetti significherebbe dare una nuova luce alla città in termini di innovazione e amore per il proprio territorio.

© Riproduzione riservata



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