LAINO BORGO È stato assunto il 16 novembre scorso (prot. 2117) e apposto nel registro dei decreti dei dirigenti della regione calabria il 24 novembre scorso (n. 13359) il decreto recante in oggetto “Autorizzazione Unica, rilasciata ai sensi dell’art. 12 D.Lgs. 387/2003 per la riattivazione della sezione 2 della centrale termoelettrica del Mercure ricadente nel comune di Laino Borgo. Società proponente Enel Produzione Spa”.
Con questo documento, del Dipartimento 7 “Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” settore “Attività produttive ed energia sostenibile”, la centrale a biomasse della Valle del Mercure tornerà a funzionare. Il documento, a firma del dirigente del settore avv Maria Rosaria Mesiano e del dirigente servizio ing Sergio De Benedictis, autorizza, dunque, “la riattivazione e l’esercizio della sezione 2 mediante utilizzo esclusivo, come combustibile, biomasse vergini provenienti da deforestazione, facendo espresso divieto di utilizzo di biomasse classificabili come rifiuti”. La notizia è stata diffusa attraverso la pec ad una serie di destinatari fra cui Enel, Parco del Pollino, comuni, Asp, ecc., ed in calce è scritto che lo stesso decreto sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Burc della Regione Calabria. Soddisfazione da parte dei sindacati per l’ottenimento del risultato. In particolare il segretario della Filctem Cgil, Giuseppe Guido, ricorda come il lavoro sia portato avanti da circa 2 anni e come lo stesso abbia interessato il Ministero per lo Sviluppo Economico da cui è scaturito l’accordo sulla centrale fatto con amministrazioni, sindacati, Parco, Regioni Calabria e Basilicata con Enel. Cosa, questa, che ha dato la possibilità al Consiglio dei Ministri di autorizzare la riattivazione l’impianto. «È un impianto compatibile -assicura Guido dopo le diverse proteste da parte degli ambientalisti- con l’area del Parco e nel rispetto dell’ambiente». I passi successivi adesso saranno, per l’azienda, quelli di riattivare l’impianto, per il sindacato, quelli inerenti al rispetto degli accordi che l’azienda aveva assunto in sede ministeriale. «Vogliamo -dice- che ci sia l’assunzione di lavoratori, diretti e indiretti, giovani e residenti nell’area della Valle del Mercure». Il prossimo 2 dicembre pomeriggio, intanto, è stata convocata una riunione per stabilire gli step utili alla ripartenza, che probabilmente necessiteranno di almeno un mese di tempo. «In quella occasione -dice Guido- chiederemo, anche tramite meccanismi istituzionali, la possibilità di arrivare alla sottoscrizione di un protocollo sulla legalità che riguardi specificamente quell’impianto. Quello che si dice in giro sulla paventata possibilità di infiltrazioni criminali deve essere assicurato con questo protocollo, magari fatto in Prefettura, che consenta di monitorare le aziende che hanno accesso al sito, quali requisiti devono avere, a partire dal certificato antimafia, controlli certosini su biomassa, visto che l’autorizzazione è restrittiva. Ci deve essere un meccanismo di controllo affinché tutto ciò venga rispettato. Questo protocollo, che guardi soprattutto all’indotto, deve essere sottoscritto prima possibile per tranquillizzare ulteriormente il territorio. Deve essere fatto l’osservatorio ambientale». Sui lavoratori, si pensa che non saranno meno di 47 quelli diretti Enel, a cui si aggiungeranno quelli delle ditte e quelli della filiera corta delle biomasse. «I controlli saranno serrati -conclude Guido- con soggetti terzi che potranno venire anche da associazioni ambientaliste. L’ambiente deve essere rispettato».
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