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Luzzi si affida all’Addolorata, con il pensiero ai defunti

Luzzi si affida all’Addolorata, con il pensiero ai defunti

LUZZI - Un Sabato Santo come, forse, non lo è mai stato. Le statue raffiguranti i Misteri della Passione e l’Addolorata, dal viso struggente ed avvolta nel manto nero trapuntato di stelle, ieri mattina sono rimasti nella chiesa dell’Immacolata. Il Coronavirus, il nemico invisibile che sta mietendo vittime in tutto il mondo, quest’anno ha fermato uno degli eventi religiosi tra i più attesi dai luzzesi.

Le strade della cittadina sono rimaste vuote. Niente processione, niente preghiere e canti tradizionali, niente portatori con i consueti camici bianchi e corone di spine sulla testa. Solo il riecheggiare del rumore delle “Tòccare” suonate dai balconi delle case, creando una sensazione surreale che rimarrà nella storia. Tanta, però, la nostalgia in chi ha sempre vissuto questi momenti della pietà popolare con intensità, devozione e commozione, come gli emigrati che per l’occasione tornano da ogni dove. A farsene interprete il sindaco Umberto Federico, che ieri ha partecipato nella seicentesca chiesa dell’Immacolata all’ufficio delle letture “I sette dolori di Maria”. Al temine, il primo cittadino si è recato al cimitero per un momento di preghiera officiato dai parroci don Pasquale Traulo e don Cesare De Rosis. Il primo cittadino ha deposto, quindi, una corona di fiori a nome della comunità all’ingresso del camposanto per tutti i defunti.

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