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Un murales dedicato al poeta Santori. A S. Giacomo di Cerzeto storie di radici e colori ai tempi del Covid

Un murales dedicato al poeta Santori. A S. Giacomo di Cerzeto storie di radici e colori ai tempi del Covid

CERZETO - Un murales dedicato alla cultura arbëreshë e al poeta Padre Francesco Antonio Santori. Lo si può ammirare da sabato scorso in uno dei tanti caratteristici scorci di San Giacomo di Cerzeto. Promotrici di questa importante e lodevole iniziativa cinque giovani donne che, in un sabato qualsiasi di un tempo difficile come si sta vivendo oggi, con la loro caparbietà ed intraprendenza hanno voluto regalare un momento di gioia e di compartecipazione alla loro piccola comunità, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19. 

Duplice l’intento di Angelica Iuliano, Ida Iuliano, Ersilia Aloia, Adelina Iuliano, Miriam Della Motta ed Elisabeth D’Elia: valorizzare uno scorcio del piccolo borgo e la cultura arbëreshë, che vede nel poeta Padre Francesco Antonio Santori uno dei suoi massimi esponenti. La sua commedia, Emira, è considerata il primo dramma originale albanese mai scritto. Padre Santori, nato a S. Caterina Albanese nel 1819, trascorse gli ultimi venti anni della sua vita a San Giacomo di Cerzeto dove svolse il suo ministero di parroco e dove morì nel 1894. “Nel progetto - spiegano le promotrici dell’iniziativa - alcuni versi del Santori si fondono con uno dei simboli della diaspora albanese, una barca stilizzata rappresentata in un arazzo esposto al Museo Etnografico Arbëreshë di San Giacomo, quasi a formare un tutt’uno quanto mai attuale a distanza di secoli. L’originalità è rappresentata dal fatto che - evidenziano le promotrici dell’iniziativa tutta rosa - le trame di un’antica tradizione, quale quella tessile, si intrecciano con una forma ormai considerata di arte contemporanea, quale la pittura murale diventata famosa grazie alla Street art”.  Fermarsi in questo angolo “vuol dire fare un viaggio nel passato, verso le origini della comunità, attraverso un immaginario che ognuno potrà fare suo. Complice e compagna una poesia, che è un sospirato inno alla tanto desiderata libertà “Mire se vjen te na gëzosh, Deshëruame Lefterì”.Angelica, Ida, Ersilia, Adelina, Miriam ed Elisabeth hanno ringraziato il sindaco, Giuseppe Rizzo, e l’amministrazione comunale per avere autorizzato con entusiasmo l’iniziativa e tutti colori che hanno prestato strumenti e supporto nella predisposizione del sito.

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