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Dopo il voto il segretario dei comunisti di Luzzi annuncia le dimissioni

Francesco Montalto Francesco Montalto
Agos

LUZZI - La débâcle del Partito Comunista alle amministrative di domenica scorsa scuote i dirigenti e militanti luzzesi. Il segretario Francesco Montalto ha subito annunciato le dimissioni, denunciando uno “stato d’inagibilità” ed invitando il segretario nazionale Marco Rizzo a mettersi da parte. "Il flop elettorale del Partito Comunista, in Italia come in Calabria, non è un segnale che può essere sottovalutato, a partire dai risultati della stessa Torino dove si è raggiunto solo lo 0,8%, sebbene fosse candidato il segretario nazionale Marco Rizzo, per non parlare del meridione, con lo 0,3% a Napoli. I sondaggi vedevano il partito persino al 5%, ma dalle urne esce sconfitto e bacchettato dall'elettorato. Tutto questo non è un caso -sottolinea il giovane segretario luzzese, Francesco Montalto- e Marco Rizzo dovrebbe fare un bagno d'umiltà, mettendosi da parte".

Ma farsi da parte sembrano piuttosto i militanti, almeno a Luzzi, dove a dimettersi oltre al segretario sono Martire S., Martire M., Tenuta, Cosenza, Cerzoso, Vitaro, Garritano, Giorno, Greco e Lirangi. "Era più che prevedibile una simile sconfitta in tutta Italia - evidenzia Montalto - perché il partito è distante dalle masse, incapace dell'ascolto, lontano dai problemi lavorativi e dalle vertenze, nelle quali si affaccia a volte con discrezione, quasi per paura di contaminarsi con altre realtà. Questa incapacità l'ho notata sia a livello regionale che nazionale, ma finora ho sempre ritenuto di poter apportare un'inversione di rotta dall'interno, cosa che oggi reputo invece impossibile". Analisi, quindi, che ha portato il giovane segretario Montalto ad una scelta drastica, quella di dimettersi dal suo ruolo di dirigente politico. "Coerenza e dignità -spiega Montalto- oggi mi impongono una scelta che, sebbene sofferta, è l'unica cui mi vedo costretto da circostanze e atteggiamenti assunti dai vertici del Partito Comunista, sia a livello regionale che nazionale; è una scelta che guarda in modo serio alla realtà dei fatti, al fine di non tradire l'onestà degli iscritti di Luzzi, che mi hanno da sempre espresso fiducia e sostegno e che oggi non vogliono più essere tesserati. La mia decisione è di dimettermi da ogni incarico. Non sono mai stato e mai sarò un uomo che preferisce il privato alla comunità -sottolinea Montalto- né ho mai delegato la politica ad altri, ritenendo sempre di metterci la faccia in prima persona, eppure ad oggi mi dimetto denunciando un totale stato di inagibilità del partito. Sono sempre stato abituato a seguire e rispettare la linea nazionale del partito cui appartenevo, perché sono favorevole al concetto di centralismo democratico, ma non ritengo accettabile che dietro il centralismo democratico si celi, in maniera del resto ben poco velata, il pensiero di una ristretta cerchia, a volte persino distante dalla base e dai compagni che vivono il territorio”. Montalto parla di “scollamento tra i vertici e la base che ha reso inagibile il partito stesso, non mettendo i compagni di Luzzi nelle condizioni di adoperarsi liberamente in iniziative politiche senza vedersi intralciati da burocratismi e personalismi a volte svilenti e capaci solo di incancrenire il partito, portandolo allo stadio di malato terminale e non consentendo ai compagni neppure di prendersene cura, a Luzzi come nel resto d'Italia".

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