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GIORNO: “PSC, UN’OPPORTUNITA’ MANCATA PER RILANCIARE LA LUZZI DEL FUTURO”

GIORNO: “PSC, UN’OPPORTUNITA’ MANCATA PER RILANCIARE LA LUZZI DEL FUTURO”

LUZZI - Dall'Arch. Filippo Giorno riceviamo e pubblichiamo: "Ogni volta che si approva un piano urbanistico si mira allo sviluppo o quanto meno al rilancio di quel paese o città in cui si inscrive. In questo senso si invita a chi ha voglia, di far riferimento a Luzzi su: flussi migratori, in entrata e in uscita, reddito pro-capite, qualità della vita, attività lavorative/disoccupazione, aspettative dei cittadini, emorragia o stabilizzazione(?) dei servizi commerciali e in generale di tutte le attività presenti sul territorio in stretta relazione al numero dei residenti in loco.

L'esito, con dati alle mani risulta spietato: niente di tutto questo da quando vige questo  PSC è in attivo. Se ne deduce che siamo tutt'ora di fronte ad una "scippa i marzu" urbanistica incapace di incunearsi con determinazione nella fase di crisi generale che investe la realtà locale.Il PRG (ex strumento urbanistico vigente a Luzzi) era uno strumento urbanistico prescrittivo avendo facoltà di determinare ciò che si può edificare o meno e pertanto aveva effetto giuridico sui suoli. Il PSC  è uno strumento urbanistico prettamente programmatico del territorio che non impone vincoli e non da alcun diritto ai suoli ma si limita solo al recepimento di vincoli di carattere superiore dettati da piani regionali (vincoli idrogeologici, ambientali, riserve etc. etc). Le vere prescrizioni vengono dettate dal POT (piano operativo temporale) che si occupa della trasformazione urbanistica con validità 5 anni (chiamasi  pure “Piano del Sindaco”, in quanto ha durata del mandato amministrativo). Il POT, in quanto strumento di programmazione, disciplina le parti di territorio da sottoporre a interventi di modifica sostanziale, interventi di tutela recupero e valorizzazione, nonchè la localizzazione delle opere e dei servizi di interesse pubblico da sottoporre a esproprio, l'individuazione delle dotazioni ecologiche o di servizi ambientali da realizzare. E' evidente che il PSC senza POT è  semplice e chiara operazione di cassa per gli oneri di urbanizzazione che niente ha a che poco ha a che vedere con il presunto sviluppo urbanistico che da un piano dovrebbe scaturire. Con il Piano Operativo Temporale, anche se facoltativo, si poteva sopperire, in maniera incisiva, alla incontrollata e casuale edificabilità dell’attuale Piano urbanistico locale, ASSOLUTAMENTE INADEGUATO E MIOPE SUL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO, SULLA DISINCENTIVAZIONE DELLA DISPERSIONE URBANA, L’INCENTIVAZIONE DEL RIUSO DELL’ESISTENTE, LA SALVAGUARDIA DEGLI AMBITI AGRICOLI ,quando ormai nella legislazione urbanistica ha preso spazio ineccepibile e improcrastinabile “PIANIFICAZIONE A CONSUMO DI SUOLO ZERO”, altro che edificabilità anche nei versanti con pendenze improponibili. Questa è la vera verità presente dal 22.07.2009 (data approvazione PSC a Luzzi) che si vuole immergere nella nebbia. Bisogna aggiungere che lettera morta è risultato il documento del 17.05.2012 firmato dall’attuale Sindaco in cui dal Palazzo Vivacqua si scriveva..."Vogliamo innovare il PSC al fine di renderlo più efficace e più comprensibile per i cittadini oltre che per gli operatori"... Non prendiamoci in giro! Non si può innovare un PSC in quanto la dicitura "innovazione del PSC" è completamente impropria. Oggi si può e si deve solo procedere con un adeguamento al QTRP, ripristinando le zone agricole in quelle impervie aree dove i cittadini stanno pagando un’ingiusta IMU su terreni edificabili in cui non c’è più nessun orientamento a costruire.
Il dibattito che si è aperto con l’adeguamento al QTRP potrebbe essere stimolo positivo per una sana, corretta, sostenibile revisione del Piano Strutturale Comunale di Luzzi. In più occasione sono state contestate al Comune le previsioni del PSC. Previsioni che promuovono una esagerata ed incontrollata espansione urbana. La città che cresce disordinatamente sulle colline, nelle aree libere ancora agricole, creando nuovi aggregati urbani, avrebbero necessità di collettori fognari, di pubblica illuminazione, di attrezzature collettive, di corse aggiuntive degli autobus. Interventi i cui costi sarebbero a carico della collettività ( il Comune sicuramente non potrebbe dare risposta a tali esigenze). Non si può irresponsabilmente continuare a cementificare le aree ancora libere, nonostante la carenza di standards, il forte decremento della popolazione, la crisi del mercato immobiliare. Solo incentivando nei fatti e non a parole il recupero e l’adeguamento energetico del patrimonio esistente si darebbe nuovo impulso al settore edile. Né si potrebbe promuovere turismo senza sviluppare servizi, attività culturali vere, artigianato locale, collegamenti con il territorio provinciale. È necessario che l’Amministrazione guardi ad una pianificazione urbanistica a più ampia scala. Luzzi non può programmare il suo sviluppo all’interno del “recinto” comunale, senza tener conto delle risorse, del patrimonio, dei prodotti della provincia. Luzzi può assumere concretamente il ruolo di baricentro della Media Valle Crati e di servizio ad un territorio ampio e ricco di opportunità. Sarebbe opportuno mettersi a tavolino e studiare per soluzioni serie e concrete che prendano decisamente spazio tra la spessa nebbia, l’apatia e la rassegnazione che da decenni caratterizzano questo nostro Paese.".

Arch. Filippo Giorno

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