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Cimitero Migranti. Due laureandi tedeschi in Architettura scelgono Tarsia per le loro tesi

Cimitero Migranti. Due laureandi tedeschi in Architettura scelgono Tarsia per le loro tesi
Agos

TARSIA-“Dalla Germania due studenti universitari, laureandi in Architettura, hanno scelto di dedicare le loro tesi al costruendo Cimitero internazionale dei Migranti e stanno già programmando di venire a realizzare direttamente sul posto, a Tarsia, al cantiere della grande opera umanitaria, anche una importante mostra utilizzando le acque del Lago per una rappresentazione anche visiva della tragedia dei migranti.

I due giovani studiosi mi hanno mandato nei giorni scorsi una e-mail chiedendomi la disponibilità per una intervista, che ho naturalmente subito dato, fornendo tutte le informazioni richieste e a loro necessarie per programmare il loro importante lavoro”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore del Cimitero internazionale dei Migranti, per la cui  realizzazione lotta ininterrottamente da 8 anni, dalla tragedia di Lampedusa, del 3 ottobre 2013. I due laureandi stavano lavorando alle loro tesi di laurea, il cui argomento è il processo migratorio attraverso il mare, quando hanno scoperto la grande opera di Tarsia e ne sono rimasti affascinati. Ecco cosa hanno scritto i due laureandi tedeschi al leader di Diritti Civili.
Gentile Corbelli, siamo Ayham e Natalie, studenti di architettura dalla Germania. Stiamo al momento lavorando alle nostre tesi di laurea, il cui argomento è il processo migratorio attraverso il mare. Il nostro obiettivo è quello di realizzare una mostra per richiamare l’attenzione su questa importante questione. Mentre cercavamo il posto adatto a realizzare il progetto, ci siamo imbattuti nella cittadina di Tarsia e il Cimitero Internazionale dei Migranti Alan Kurdi. Incuriositi, abbiamo approfondito la ricerca e riteniamo che Tarsia sia il luogo più adatto in cui dare forma alla nostra idea. Abbiamo scelto il luogo Tarsia, per la storia della città e per il progetto del cimitero, che, come la nostra mostra, vuole portare rispetto alle persone. La nostra idea è quella di progettare lo spazio partendo dall’acqua del Lago di Tarsia, perché nella realtà le tragedie avvengono anche nell’acqua. Vorremmo creare un collegamento tra il nostro spazio espositivo e il cimitero, per attirare l’attenzione sulle conseguenze della fuga anche visivamente. Vi ringraziamo per il vostro tempo e ci auguriamo di ricevere una vostra gentile risposta.
“Questa nuova, importante, significativa testimonianza internazionale, che arriva dalla Germania, conferma il valore universale della nostra grande opera umanitaria, conosciuta e apprezzata dal Vaticano e in tutto il mondo e che dobbiamo, anche per questo, adesso, al più presto ultimare. In questi anni a Tarsia sono infatti arrivati molti inviati della stampa internazionale, scrittori, studiosi, ricercatori italiani e stranieri, studenti europei Erasmus, giunti da molti Paesi lontani del mondo (come, ad esempio, dal Brasile, con l’inviata di O Globo, primo giornale del Sudamerica,  ai Paesi arabi, con l’inviata della storica Tv Al Jazeera) per realizzare una serie di servizi e reportage, un libro e un report per il Parlamento Europeo, continua Corbelli. Finanche un deputato francese, Christian Paul, lo ha, su Fb, pubblicamente elogiato il Cimitero dei Migranti. Eppure non basta questo interesse planetario per poter far riprendere e ultimare i lavori, fermi, da due anni, a causa del Covid, della burocrazia e della politica che ha bloccato il secondo finanziamento regionale già previsto di 500mila euro. Per questo, per sbloccare la situazione e completare la grande opera sabato 26 giugno a Tarsia insieme al Sindaco Roberto Ameruso abbiamo, nel corso di una conferenza stampa, promosso una raccolta fondi in Italia e nel mondo. Ho aperto io personalmente il conto con un mio contributo. Ci aspettiamo adesso che arrivino gli aiuti da parte delle Istituzioni, italiane ed europee e della Chiesa, perché la grande opera di civiltà di Tarsia non appartiene certo ad una piccola comunità o a una regione ma è un patrimonio dell’intera umanità”. Il Cimitero dei Migranti, che sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurd, sorge su un’area di quasi 30mila mq, immersa tra gli ulivi secolari(lasciati intatti), proprio di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, in un luogo fortemente simbolico, a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, che fu, durante la seconda guerra mondiale, luogo di prigionia, ma anche di grande umanità dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza. Per questo è stato scelto per realizzarvi questa opera monumentale.

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