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La commedia "Arrassusia" fa ridere tutti

La commedia "Arrassusia" fa ridere tutti

COSENZA - Continua a regalare risate la commedia teatrale, in dialetto luzzese, “Arrassusia”. L’ennesima replica, con tanto di sold aut, ha visto gli interpreti dell’esilarante commedia sulla solidarietà sul palcoscenico del Teatro Morelli, a Cosenza. L’appuntamento cosentino con “Tri suanni, due atti, nu parcu”, promosso in collaborazione con il Rotary Montalto Uffugo - Valle del Crati, ha dimostrato, ancora una volta, come l’iniziativa dell’associazione “Giancarlo D’Andrea Onlus” di Luzzi non è solo divertimento ma partecipazione, appartenenza, vicinanza.

A pochi mesi dalle iniziative culturali che hanno portato all'acquisto di un mezzo per il trasporto di persone con disabilità motoria (donato al Comune di Luzzi), il sodalizio intitolato alla memoria di Giancarlo D'Andrea, scomparso in giovane età a causa di un tragico incidente, si è messo al lavoro per un nuovo e ancor più ambizioso progetto: la realizzazione di un parco cittadino inclusivo, attrezzato anche per l'accoglienza di persone e bambini in carrozzina, nell’area valliva luzzese. Ed è proprio incentrata sul valore della solidarietà, appunto, la commedia satirica, commovente e brillante dal titolo “Arrassusia”, scritta e diretta dal socio fondatore Daniel Giorno.
“In essa - spiega Tina Naccarato - s’intrecciano i significati e le finalità proprie di tale valore, che spaziano dalla promozione della cultura della solidarietà alla diffusione della solidarietà come cultura. Arrassusia significa "non sia mai", "stia lontano, distante", si riferisce a qualcuno o a qualcosa che viene ritenuta negativa, da cui prendere le distanze, con cui non si vuole avere niente a che fare. Da tempo - aggiunge la Naccarato - etimologia e paraetimologia hanno fornito risposte interessanti sull'origine del termine, in uso in diverse zone del sud Italia, riferendolo al latino adrasum sit (sia cancellato), ma anche al germanico raus (fuori) o all'arabo arah/arasa (lontano). È curioso il fatto che queste lingue, così distanti e diverse, traducano il medesimo significato, cioè il riferimento a qualcosa che dev'essere tenuto lontano. E ciò che il pensiero usuale vuole tenere lontano, troppo spesso, è proprio ciò che è diverso”.
Tante risate, quindi, ma anche qualche lacrima di commozione per qualcuno. “Il giovane protagonista, mancato tragicamente all'affetto dei propri cari, torna ancora nei loro sogni, ad aprire il loro cuore proprio all'accoglienza del diverso, che - puntualizza Tina Naccarato - può vestire i panni dello straniero, della persona socialmente emarginata o con disabilità, ma che finalmente persona appare solo quando quei panni si riesce ad indossare”.
Il tour intanto farà tappa prossimamente a Mongrassano, Lattarico, Spezzano Albanese, Rose e, quasi certamente, il 5 giugno nuovamente a Luzzi, nel nuovo teatro all’aperto.

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