Altomonte: Un viaggio per contrade, servizi, agricoltura e cultura popolare tra passato, presente e futuro
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- Pubblicato in Esaro Cultura e Spettacolo
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ALTOMONTE - Oggi si parla tanto e purtroppo di spopolamento, specie nei centri storici. Tante le cause, sulle quali ci sarebbe tanto da dire, ma volendo rimembrare il passato si pensa anche a quando esistevano quelle piccole “botteghe” di cui si sente fortemente la mancanza a vantaggio dei grandi centri commerciali . Comincia da qui la Storia della Putighella: un Cuore Pulsante di Comunità e Connessioni.
Siamo ad Altomonte, che - per molti – non è semplicemente un borgo medievale adagiato sulle colline calabresi; è un vero e proprio mosaico vivente di 28 contrade, ognuna con la sua identità distintiva, le sue storie e il suo ruolo vitale nello sviluppo complessivo del territorio. Qui, il culto della memoria si intreccia indissolubilmente con la spinta al progresso, attraverso un legame profondo e inscindibile tra comunità, servizi essenziali, agricoltura feconda e una cultura popolare ricca di tradizioni. La narrazione della “Putighella” trova un punto focale e significativo nella contrada Boscari, dove nel lontano 1962 Carlo Capparelli e sua moglie Maria Teresa Fittipaldi aprirono un piccolo negozio di alimentari e generi vari. Questo modesto esercizio, affettuosamente ribattezzato in dialetto "Putighella" per le sue dimensioni contenute, divenne rapidamente un punto di riferimento indispensabile per l’intera e popolosa contrada. La sua importanza crebbe esponenzialmente nel 1968, quando, per potenziare i servizi alla collettività, nello stesso locale venne installato un punto di telefonia pubblica con cabina. In un’epoca in cui i telefoni domestici erano praticamente inesistenti ad Altomonte, la Putighella si trasformò in un dinamico luogo di passaggio e socializzazione. Era frequentata assiduamente non solo dagli altomontesi, ma anche da cittadini dei paesi vicini, tutti desiderosi di comunicare con parenti lontani, sia in Italia che all’estero. Quel telefono pubblico rappresentava, proprio come oggi i social network, un potente strumento di contatto ma, soprattutto, di comunità: un crocevia di confidenze, amicizie e notizie che si intrecciavano nella semplicità di un piccolo negozio. Nel corso del tempo, l’attività della Putighella è passata ai figli di Carlo e Maria Teresa, che ne hanno proseguito la gestione con dedizione. Successivamente, la famiglia ha aperto anche il Bar Italia, strategicamente posizionato lungo la SS 131 provinciale, un nodo cruciale che collega Altomonte a numerosi paesi limitrofi come Mottafollone, San Donato di Ninea, San Sosti, Roggiano Gravina, Sant’Agata di Esaro, Lungro, Firmo e Acquaformosa. È proprio in questa zona che, negli anni, è stato impiantato anche uno dei pescheti più importanti d’Europa. Per circa trent’anni, questo vasto impianto ha fornito lavoro a decine di famiglie altomontesi. In particolare, Carlo Capparelli vi lavorava come guardiano dell’azienda, contribuendo a trasformare un’area un tempo boscosa e paludosa in un cuore produttivo e commerciale pulsante. Guardando al futuro, è in progetto la realizzazione di una piazza e di una rotonda nella contrada Putighella. L’obiettivo è duplice: migliorare la viabilità e creare un nuovo punto di aggregazione per giovani e anziani, un luogo dove ospitare feste, eventi, aree gioco e una fontana, puntando a riqualificare le contrade e a rafforzare il senso di appartenenza. Questa proposta è fortemente sostenuta dall’attuale consigliere comunale Giuseppe Capparelli, figlio di Carlo e Maria Teresa, profondamente legato alla storia della Putighella e delle contrade, e da due amministratrici comunali attivamente impegnate nello sviluppo del territorio: la consigliera con delega all’agricoltura Maria Piraino e la consigliera con delega al commercio Simona Rossignuolo, entrambe fautrici di progetti di rilancio sociale, agricolo e commerciale in tutto il comprensorio.
Le 28 Contrade di Altomonte: Un Territorio Vasto di Agricoltura e Cultura.
Altomonte si distingue per essere composta da ben 28 contrade, diffuse su un territorio vasto e incredibilmente ricco di storia, coltivazioni e tradizioni popolari. Queste contrade non sono semplici divisioni geografiche; esse rappresentano il cuore pulsante della vita rurale e culturale del paese, un patrimonio inestimabile fatto di lavoro instancabile nei campi, di eventi religiosi e sociali sentiti, di produzioni agricole di eccellenza e di un costante fermento comunitario. Ogni contrada custodisce identità e storie uniche, che si intrecciano in un sistema complesso e vitale di relazioni sociali e culturali. L’agricoltura, in particolare, è da sempre il pilastro economico fondamentale di queste zone, con coltivazioni variegate che spaziano da frutta e ortaggi a uliveti e vigneti rigogliosi, affiancate da attività di allevamento e da un artigianato locale fiorente. Contrade Emblematiche: Tradizione, Fede e Lavoro
Contrada Montino – Tradizione, Fede e Comunità
Questa contrada ha avuto un ruolo storico e sociale di grande importanza nella vita contadina e spirituale. Qui, per molti anni, si svolgeva l’annuale fiera degli animali, un evento molto atteso che richiamava visitatori e commercianti da tutta la zona e dai paesi limitrofi, con un grande impatto economico e culturale. La fiera si teneva in particolare presso l’azienda agricola dell’imprenditore agricolo Luciano Gervasi, figura di spicco nella comunità locale, rendendola un punto di ritrovo fondamentale per la contrada. Montino ospitava anche una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie e un convento che comprendeva il Santuario della Madonna della Figurella. Questo sito sacro, strategicamente posto lungo le vie di transito tra i comuni della provincia di Cosenza, divenne presto meta di pellegrinaggio, raccoglimento e devozione, mantenendo viva la spiritualità popolare e l’identità del territorio.
Contrada Laccata – Agricoltura e Lavoro
La contrada Laccata ha avuto un’importanza centrale nello sviluppo agricolo di Altomonte. Proprio qui fu impiantato uno dei più vasti pescheti d’Europa, che tra gli anni ’70 e ’90 ha occupato e sostenuto economicamente oltre l’80% della forza lavoro locale. La contrada ha visto fiorire aziende agricole attive e dinamiche ed è diventata simbolo dell’operosità altomontese, anche grazie al contributo di persone come Carlo Capparelli, che prestava la sua attività come custode e lavoratore fidato.
Contrada Serragiumenta – Cultura, Turismo e Memoria
Questa contrada ospita uno dei castelli più belli e storici di Altomonte, un tempo residenza di caccia del principe e oggi sede di un rinomato albergo, ristorante e azienda agricola della famiglia Bilotti. Serragiumenta è diventata nel tempo una meta turistica di riferimento, un punto d’incontro unico tra paesaggio mozzafiato, eccellenza enogastronomica e tradizione autentica. L’azienda agricola di Serragiumenta ha rappresentato – e rappresenta tutt’oggi – una realtà economica viva, offrendo lavoro a molti abitanti del territorio e promuovendo la qualità dei prodotti locali, coniugando il rispetto dell’ambiente con un’ospitalità rurale di pregio e la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale.
Contrada Pantaleo – La Festa dell’Agricoltura
Negli ultimi anni, la contrada Pantaleo ha ospitato un evento di grande rilievo: la Festa dell’Agricoltura. Organizzata in stretta collaborazione con il Comune di Altomonte e l’associazione "Il Sorriso", questa iniziativa celebra il lavoro nei campi, l’identità contadina profondamente radicata e la ricca cultura alimentare del territorio.
Ulivi Bianchi e Vitigno Balbino: Tesori Nascosti di Altomonte
Il patrimonio agricolo di Altomonte si arricchisce ulteriormente con storie affascinanti, come quella delle piante di ulivo bianco. Queste antiche varietà producevano un olio pregiato, un tempo utilizzato persino per scopi sacri dalla chiesa, il cosiddetto "olio benedetto". La loro presenza testimonia la ricchezza della biodiversità locale e il profondo legame tra la terra, la fede e le tradizioni più antiche.
In diverse contrade, inoltre, si trovano ancora le piante madri del vitigno Balbino. Queste viti secolari sono le testimoni di una storia vitivinicola unica, custodi di un patrimonio genetico che potrebbe nascondere caratteristiche organolettiche e storiche di grande valore. Il Balbino non è solo un vino, ma un "altro scenico antico" che contribuisce a definire il paesaggio e l'identità rurale di Altomonte.
Il Progetto “Contrade Ospitali di Altomonte”: Un Ponte Verso il Futuro
Riconoscendo il valore inestimabile delle proprie radici, il Comune di Altomonte ha avviato l’innovativo Progetto “Contrade Ospitali”. L’obiettivo è ambizioso: valorizzare le contrade storiche trasformandole in veri e propri luoghi di accoglienza, cultura, turismo e socialità. Ogni singola contrada — dalla Putighella a Montino, da Laccata a Serragiumenta, da Pantaleo e tutte le altre, comprese quelle che custodiscono gli ulivi bianchi e le piante madri del Balbino — diventa così protagonista di un percorso di sviluppo sostenibile che riesce a coniugare sapientemente la ricchezza della memoria del passato con le esigenze e le opportunità del futuro.
Queste iniziative mirano a diversi obiettivi strategici:
* Promuovere una riqualificazione urbana e rurale attenta e rispettosa.
* Incentivare un turismo lento e culturale, capace di far scoprire tesori nascosti e tradizioni uniche.
* Rafforzare il senso di comunità e appartenenza, creando nuovi spazi di aggregazione.
* Valorizzare i prodotti agricoli locali e l'artigianato, sostenendo l'economia del territorio.
* Preservare e tramandare il patrimonio storico e culturale di Altomonte per le generazioni future.
Altomonte si presenta dunque come un esempio virtuoso di come la riscoperta e la valorizzazione delle proprie radici possano tracciare un percorso solido e innovativo verso un futuro di prosperità e identità.
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