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Riceviamo, pubblichiamo e rispondiamo alla missiva di Arturo Ribecco In evidenza

  • Al centro della querelle i fatti legati alla presentazione della Pro Loco
Riceviamo, pubblichiamo e rispondiamo alla missiva di Arturo Ribecco

SPEZZANO ALBANESE – In merito alla vicenda della Pro Loco, riceviamo e pubblichiamo la seguente missiva a firma di Arturo Ribecco.

Buongiorno,
cara redazione, La ringrazio per aver chiarito definitivamente, i passaggi per costituire una PRO LOCO., però desidererei porle delle osservazioni sull’articolo pubblicato il giorno 5 luglio

1) lei pone dei dubbi sulla vicenda, quando afferma "A Spezzano, però, qualcosa non avrebbe funzionato" o quando dice "la presidente....avrà la sensibilità e disponibilità a chiarire la vicenda" o quando dice "La domanda che sorge spontanea...se tutti questi passaggi sono stati rispettati". Però lasciatemelo dire, la situazione è chiara e ben definita, e non mi rendo conto come non la notiate, e lo dice proprio l'Iter costitutivo che avete pubblicato, dove solo al 5 punto, dopo tanti passaggi, è previsto "Durante l’assemblea.....eleggere il direttivo", mentre già nella prima assemblea pubblica è stato dichiarato ufficialmente, che era già stato tutto fatto e col direttivo era già bell'è pronto, al contrario dell'iter.

2) la ringrazio per avermi definito "persona stimata e qualificata nella comunità" però, visto che il giorno prima lei mi ha contattato personalmente per telefono sulla vicenda, sapeva bene il mio nome e cognome, e non è questione di privacy visto che ormai è pubblico, e invece lei non mi cita mai, lei dice genericamente, "un cittadino", "uomo" "persona", mentre parlando del sindaco o della presidente, lei rende dignità al loro nome e cognome, ma non credo che il mio non la meritasse. Prendiamola come uno sfizio, ma sarebbe gradito sapere il perchè non sono stato mai nominato. Comunque non è un aspetto importante, ripeto, è uno sfizio, una curiosità.


3) intendo specificare che quello che lei ha chiamato "una vera e propria bagarre tra un cittadino e il sindaco Ferdinando Nociti " o quando dite "la reazione ostile del Sindaco Nociti" è stato uno scagliarsi del sindaco, contro la mia persona con frasi irriguardose e offensive senza motivazioni apparenti, e non sulle problematiche della PRO LOCO che si stavano trattando in perfetta tranquillità. Anche perché il sindaco non ha nessuna voce in capitolo nella associazione. La motivazione del suo comportamento la sa solo lui, e anche se potrebbe sembrare senza senso, io credo che il perché c’è , visto che lui niente fa per caso, ma è difficile entrare nei gangli del suo cervello. Certo è che il suo intervento disarticolato dal contesto, ha dato origine a quello che voi chiamate "bagarre", altrimenti nulla sarebbe successo. Ora firmo citando il mio nome e cognome.
Grazie e saluti
Prof. Arturo Ribecco

Caro prof.,
spero non si offenda se continuo a chiamarla così, ma il rispetto che porto dentro continua ad avere la meglio, anche sul piano comunicativo. Cerco di rispondere per punti in modo da rendere più fruibile il ragionamento, scusandomi se non sono siuscito prima ma sono stato fuori sede.

1 Stimato Professore, noi notiamo quello che ci è stato raccontato e poniamo dubbi su tutta la vicenda perché non eravamo presenti e, al fine di garantire a tutti gli stessi diritti, teniamo ad essere super partes. Vorremmo che questo non fosse oggetto di critica ma solo elemento di comprensione. Come detto altre volte, non compete a noi il compito di sostituirci alla magistratura. Per noi resta fermo il principio di raccontare i fatti e fare corretta informazione. Ci mettiamo a disposizione di tutti, come in questo caso, ma non costringiamo nessuno ad andare oltre. Tutto qui!

2 Egregio professore, anche se in tutta questa missiva non scrive mai il mio nome né il cognome, non ho certo mai pensato che lo abbia fatto per mancanza di rispetto. Ci conosciamo da troppo tempo (io suo allievo, lei mio amato docente), che anche i malintesi non trovano luogo nel mio ragionamento. Però voglio chiarire il suo “sfizio”, la sua curiosità, al fine di eliminare ogni eventuale ombra sull’accaduto. Nella sua ricostruzione dei fatti, manca un piccolo dettaglio. Infatti, nella nostra telefonata, come ricorderà bene, ho chiesto di decidere se fosse il caso di pubblicare su queste colonne la lettera che aveva affidato ai social, lasciandola libera di decidere il da farsi. Nella stessa telefonata, nella quale mi ha raccontato la sua versione dei fatti, la invitavo a inviare una mail con il testo, sottolineando che mai avrei preso quella missiva, facendo copia e incolla, da una pagina Facebook. Evidentemente, però, la sua mail non arrivava così, nel rispetto della sua decisione, ossia di non pubblicare il suo pensiero sul nostro giornale, decidevamo di rimanere generici, così come, del resto, era stato fatto in un comunicato che avevamo pubblicato diverse ore prima. Tutto qui. Né privacy né tanto meno dietrologie che non ci appartengono, solo rispettare la sua decisione. D’altronde, certo di non doverlo spiegare a lei ma a qualche campione da tastiera, noi siamo una testata giornalistica e, a differenza dei social, non facciamo chiacchiericcio…

3 Caro prof, questa è la sua versione dei fatti, attendibile per noi ma fino a prova contraria. Vede, fare il nostro mestiere non è cosa facile… Ci esponiamo ogni giorno mettendoci la faccia (anche se sull’articolo compare firmato redazione: chiunque sa chi dirige la testata e chi ne risponde, cioè il sottoscritto. Tranne chi non vuol capire…) e, nonostante tutto, veniamo attaccati perché accusati di essere schierati, manipolati, e ogni altro ben di dio! Per fortuna, però, non dobbiamo dire grazie a nessuno che eserciti qualunque tipo di potere. Questo giornale, e chi scrive, è nato libero e così finirà la sua esistenza, nel rispetto di un solo soggetto: i nostri lettori! Nonostante tutto, deve sapere, esistono grandi campioni che vogliono insegnarci il mestiere. Gente che nella vita non ha fatto nulla di interessante ma che ha la presunzione di venirci a dire quello che dobbiamo fare e come lo dobbiamo fare. Glielo dico per ridere, pensi che qualche giorno fa un certo soggetto avrebbe preteso di dirci come avremmo dovuto titolare un articolo… Ma secondo lei, dopo 16 anni di attività di questo giornale e quasi 20 anni di iscrizione all’albo dei giornalisti della Calabria, con corsi di formazione obbligatori, ecc. non abbiamo imparato nulla? Ebbene, per questi tuttologi, parlatori da marciapiede, no…
Allora le dico, Stimato Amico mio, che abbiamo dato molto spazio a questa vicenda che, secondo noi, è durata fin troppo. Noi siamo un giornale, gli altri sono parlatori che fanno chiacchiericcio sui social. Come testata giornalistica meritiamo rispetto. Se qualcuno vuole pubblicare qualcosa la deve mandare alla nostra mail. Se qualcuno pensa di scrivere sui social e si aspetta che quella diventi una notizia, ci dispiace, ha sbagliato indirizzo. Pertanto, per noi la questione della Pro Loco resta aperta SOLO per la replica degli altri interessati: il sindaco e il sodalizio. Altrimenti finisce qui. Così è (se vi pare)!

 

Emanuele Armentano
(Direttore responsabile e fondatore di dirittodicronaca.it)

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