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Volano strali alla presentazione della Pro Loco di Spezzano Albanese In evidenza

  • "Il Coraggio di Cambiare" solidale con un cittadino attaccato in assemblea
Volano strali alla presentazione della Pro Loco di Spezzano Albanese
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SPEZZANO ALBANESE - «Giù le mani dai cittadini liberi». È questo il titolo dato a una nota stampa firmata dal gruppo consiliare di minoranza del Comune di Spezzano Albanese "Il Coraggio di Cambiare". Al centro della questione i fatti registratisi durante l'assemblea pubblica sulla costituzione della Pro Loco locale, svoltasi ieri nella sala consiliare. 
«Quello che è accaduto ieri nella sala consiliare -si legge nel documento- è uno spettacolo indegno che suscita ribrezzo e disgusto.

I fatti parlano chiaro: un cittadino ha osato esercitare il suo sacrosanto diritto di parola, sollevando dubbi legittimi sulla nascita di una Pro Loco creata di nascosto, senza alcuna partecipazione della comunità, presentata già impacchettata con tutti gli incarichi decisi a tavolino da pochi.
Mentre il cittadino interloquiva tranquillamente e con argomentazioni sulla procedura per la costituzione della Pro Loco con la Presidente (che ammetteva candidamente che tutto si era svolto dietro le quinte), il sindaco Nociti interveniva con arroganza sprezzante, non permettendo che il cittadino rispondesse alla domanda della Presidente, ma interrompendo il dialogo e ordinando al cittadino: “vatti a sedere”.
Un comportamento autoritario che rivela tutta la sua concezione del potere: considerare le istituzioni come un suo regno privato.
Alla replica del cittadino, “Non sei tu il rappresentante della Pro Loco, sto rispondendo alla Presidente. Chi sei tu per zittirmi?” il sindaco ha avuto l’impudenza di dire: “questa è casa mia”. Una frase di una gravità inaudita, che svela l’idea feudale di democrazia di chi, evidentemente, ritiene di essere il padrone e non un servitore delle istituzioni.
Da lì in poi si è scatenato il branco. Al cittadino è stato spento il microfono, qualcuno ha persino provato a trascinarlo fuori, mentre assessori e sodali del sindaco urlavano di cacciarlo via, come se fosse un intruso e non un legittimo portatore di idee. Ma il cittadino non si è piegato, ha continuato con coraggio a esprimere le sue opinioni per rispondere alla domanda della Presidente.
E allora il sindaco ha scelto la via più vile: scatenare la gogna pubblica, aizzare la folla, ridicolizzare chi dissentiva. “Stai facendo una brutta figura”, ha tuonato, nel tentativo di seppellire con la vergogna chiunque osi alzare la testa. È la strategia dei bulli: tutti contro uno. Un atto meschino, che calpesta il rispetto e il confronto civile.
Il cittadino non aveva rivolto nessun attacco personale, né ai componenti del Direttivo della Pro Loco, né alla Presidente, non aveva nemmeno nominato l’amministrazione: stava semplicemente esprimendo le sue considerazioni sulla procedura con cui è stata costituita l’associazione.
Eppure è stato trattato come un nemico da zittire. Perché?
Perché nel feudo di Nociti il dissenso va stroncato. Il silenzio e l’obbedienza si premiano, la voce libera si schiaccia.
Siamo stanchi di questo sistema di sudditanza e compiacenza -lamentano-. È lecito domandarsi se ci troviamo davanti a pratiche clientelari, dove chi si ribella viene emarginato e schernito. Un clima che ricorda i peggiori tempi oscuri, dove “i servi muti si vendono per 30 denari”, pronti a sacrificare il bene comune per piccoli privilegi.
La verità sulla Pro Loco è lampante: è una “Pro Loro”, costruita dall’Amministrazione con persone scelte a immagine e somiglianza del potere, per garantirsi il controllo e soffocare ogni voce scomoda. Ecco perché tutto era già deciso.
La verità brucia e fa paura Ecco perché tanta rabbia e tanto livore contro un cittadino indipendente, non legato a nessuna parte politica. Una voce libera e competente, con esperienza amministrativa e che in passato è stato protagonista di tante battaglie ed iniziative per il bene della comunità.
Come se non bastasse, il sindaco ha trasformato l’incontro in un comizio personale, utilizzando la sala consiliare – quella che definisce “casa sua” – come palcoscenico per vomitare accuse contro l’opposizione, piegando ancora una volta le istituzioni ai propri interessi.
A quel cittadino va tutta la nostra solidarietà e la nostra gratitudine: perché ci ha ricordato che una comunità cresce solo nella libertà, non chinando la testa, non accettando di essere sudditi.
Al sindaco diciamo con forza: GIÙ LE MANI DAI CITTADINI! VERGOGNATI!
Hai trasformato il nostro paese nel tuo feudo personale, circondandoti di vassalli pronti a difenderti a ogni costo. Chiunque alzi la testa deve essere umiliato, isolato, deriso.
Prima ancora dei disastri della tua amministrazione, ciò che ti condanna è la tua totale mancanza di dignità morale. Hai dimostrato di non essere degno di rappresentare questa comunità».

© Riproduzione riservata

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