Il mandato del sindaco Giovanni Cucci scaturito da un rinnovamento generazionale pressoché unico nella storia post unitaria di Spezzano Albanese, pur considerando che la legislatura non ha ancora doppiato il classico Capo di Buona Speranza, a giudicare dai mugugni della gente (fra i quali non mancano gli entusiasti della prim’ora), pare aver perso non solo i favori degli adepti, ma anche quelli della generalità della popolazione.
Comizi, dichiarazioni, programmi (questi ultimi in parte mutuati, secondo le accuse di alcuni esponenti della controparte politica, da una candidatura appartenente ad una realtà geografica, sociale, economica, cultuale, etnica del tutto estranea), che parvero ai più come ciò di cui Spezzano necessitava per voltare finalmente pagina. Si trattava, infatti, per lo più, di una classe politica di nuova generazione assolutamente composta da persone inattaccabili sul piano personale e ideologico che promisero il sorgere di una stagione nuova nella quale la politica veniva esercitata dalla gente e per la gente, per risolvere i problemi e far decollare l’economia, la cultura, il progresso della comunità amministrata.
In effetti la nuova compagine amministrativa, capeggiata da un primo cittadino altrettanto integerrimo come Giovanni Cucci, che pure aveva già alle spalle un’esperienza politica di tutto rispetto, aveva tutti i numeri per ben figurare e per mantenere le promesse elettorali.
Ma il meccanismo ben presto si inceppò. La giunta esecutiva non lavorò all’unisono. Ogni componente si è fatto portatore di visioni, se non di interessi, del tutto particolari. L’entusiasmo iniziale venne presto soppiantato dalla voglia di protagonismo, forse anche da una certa prevaricazione all’interno della stessa giunta esecutiva. I vari rimpasti operati con pazienza certosina dal sindaco, più che risolvere i problemi, sortirono il solo effetto di alimentare una pace armata del tutto incomprensibile all’esterno e alla totalità della popolazione amministrata. Così l’azione politica e amministrativa langue e al di là di qualche iniziativa del tutto estemporanea e di facciata (vedasi l’istituzione di qualche “rotonda” per meglio disciplinare il traffico automobilistico), i temi che decretarono la vittoria elettorale, non trovano ancora soluzione, ma nemmeno ottengono (questa è l’impressione che traspare all’esterno), l’interesse primario della giunta.
Eppure in una intervista che l’allora candidato sindaco Cucci rilasciò a questa stessa testata giornalistica, l’aspirante primo cittadino parve avere le idee chiare sui provvedimenti da prendere in caso di elezione.
Allora parlò di una discesa in campo per favorire un “rinnovamento globale delle persone e delle idee” … “senza false promesse ma … per una politica al servizio dei cittadini… grazie all’inserimento di nomi nuovi privi di interessi personali, ma… con tanta capacità dimostrata in vari settori”. Parlò anche di “priorità ambientale da utilizzare come opportunità occupazionale del settore giovanile”. Rivendicò la “realizzazione di 100 posti di lavoro alle Terme, la bonifica del sito archeologico di Torre Mordillo. Diede per certa l’apertura quasi immediata della R.S.A., l’istituzione del servizio del 118 h. 24 ed un servizio di telesoccorso per anziani soli. Diede per certo un impegno forte nel settore agricolo; una significativa pulizia delle strade del paese una diminuzione dei compensi agli amministratori. Si impegnò perché Spezzano si scrollasse di dosso quella che chiamò la maglia nera della legalità nel settore giovanile, grazie ad un maggiore coordinamento con le forze dell’ordine, all’aumento del corpo dei Vigili, al collocamento di sistemi di video sorveglianza, et cetera.
A tutt’oggi, a voler prestare fede non solo all’opinione pubblica un tempo apertamente paladina, ma anche a significativi settori della maggioranza che sembrano dribblare argomenti spinosi, l’amministrazione Cucci sembra aver intrapreso, già a metà legislatura, un declino difficilmente arrestabile.
Questo nonostante alcuni settori della maggioranza rappresentati in Giunta restino fortemente motivati a condurre a termine questa loro esperienza politica. Il tempo a disposizione si è dimezzato e le cose fatte sono poche rispetto a quelle da fare. Ne citiamo alcune significative, siano esse fatte o da fare, desunte dalla proposta politico/programmatica sulla cui base è stato chiesto il voto dei cittadini.
Potenziamento e decentramento sul territorio dei servizi di front/office; procedure di e/governement; creazione di un portale per la diffusione della cultura; controllo dell’erogazione dei servizi pubblici anche mediante un numero verde; istituzione della figura del presidente del consiglio comunale; coinvolgimento dei cittadini nella compilazione del bilancio; far coincidere l’inizio del servizio di refezione con l’inizio dell’anno scolastico; promuovere l’apertura di un ambulatorio poli-specialistico; potenziamento della guardia medica; servizio di emergenza del 118 h/24; trasferimento degli uffici Saub nell’ex pretura; sostenere le società sportive presenti sul territorio; completare il palazzetto dello sport e delle altre strutture sportive fra cui una piscina coperta, piste ciclabili; incremento delle manifestazioni al teatro “V. Pesce”; recuperare la struttura dell’ex “Cinema Italia”; valorizzare il centro storico; potenziamento della biblioteca comunale; collaborazione con gli istituti scolastici per costituire una banda/orchestra comunale; revisione del piano del traffico; istituzione di una autolinea di collegamento con lo Scalo; estensione della presenza della Polizia Municipale alle ore notturne; potenziamento della raccolta differenziata porta a porta.
E ancora: Riqualificare le aree verdi partendo dal censimento e della tutela degli esemplari secolari (in merito ci permettiamo di chiosare che il pino abbattuto qualche mese fa nell’indifferenza generale è un bell’esempio di coerenza e di difesa degli esemplari secolari). E poi ancora: Spezzano città dei saperi; città digitale; città di qualità; città dell’innovazione; città globale grazie al riconoscimento del ruolo preminente dell’agricolura; al potenziamento della viabilità rurale e del turismo termale; al piano commerciale; alle nuove aree Pip; al contenimento della pressione fiscale locale. (No comment).
Insomma resta ancora tanto, probabilmente troppo da fare (visti i litigi, le divisioni, il tempo perso) perché si possa passare alla storia come la prima amministrazione politicamente capace che si sia acquisita sul campo il diritto ad essere riconfermata per un ulteriore mandato.