Lo Stato italiano spende 180 euro al giorno per ogni profugo che sbarca su questa sorta di “terra promessa”. Un solo mese di permanenza in un centro di accoglienza costa pertanto allo Stato (e quindi ai contribuenti) 5.400 euro a persona.
Sempre lo stesso Stato spende per ogni detenuto nelle patrie galere 250 euro al giorno, tutto compreso. Considerato che vi sono “ospitate” in media 58.000 persone, si ha una spesa giornaliera di 14.500.000 euro che moltiplicati per 365 giorni, raggiunge la significativa somma di euro 5.292.500.000 annui.

Per contro lo Stato “spende” solo 19 euro al giorno (580 euro al mese) per ogni anziano che sopravvive con la pensione sociale. Come si può notare qualche discrepanza c’è.
Bisogna altresì sottolineare che le aliquote fiscali che gravano sui guadagni dei lavoratori sono talmente elevate al punto che servono ben 174 giorni di lavoro (dal 1° gennaio al 23 giugno) per mettere da parte il gruzzoletto che con la dichiarazione dei redditi andrà a finire interamente nelle fauci del fisco.
Lo Stato si giustifica sostenendo che le somme percepite servono a coprire l’intero budget della macchina statale, oltre agli impegni di varia natura assunti in sede istituzionale a livello internazionale. Ma è altresì vero, verissimo, che la spesa statale potrebbe essere “tranquillamente” sgonfiata tagliando drasticamente i costi della politica.
Si è parlato spesso, ma sempre fugacemente, di abolizione delle Province, e perché no anche delle Comunità Montane, così come della riduzione del numero dei parlamentari e dei rispettivi privilegi, e ancora di una riduzione dei componenti i consigli comunali, provinciali, circoscrizionali, regionali. Si potrebbe abolire, in primis, la normativa del 1965 che aggancia lo stipendio dei parlamentari a quello di un magistrato presidente di sezione di Cassazione con 35 anni di anzianità. Ma nessun governo, indipendentemente dal colore politico e dalla maggioranza che lo sosteneva, ha mai seriamente tentato di mettervi mano. Intanto i costi della politica si moltiplicano e a leggere i relativi bilanci vengono i brividi. Lo scorso anno sono state erogate pensioni ai 630 deputati per 138,2 milioni di euro e di 81,2 milioni per i 322 senatori (compresi i sette senatori a vita). Spese insostenibili ed ingiustificabili per un Paese che non ha a cuore quei 10 milioni di persone che vivono sulla soglia di povertà pur di mantenere una categoria di dipendenti sui generis che percepisce emolumenti pari al doppio degli omologhi greci, al triplo degli sloveni, al quadruplo degli spagnoli, per arrivare a 14 volte in più dei colleghi ungheresi.
Emolumenti e privilegi che lasciano sbalorditi e di cui gli interessati continuano a beneficiare per il resto della vita, anche quando, cioè, per loro sfortuna, il rispettivo mandato si è esaurito.
Fa ancora più rabbia costatare che fra i 952 parlamentari che percepiscono stipendi, pensioni e godono di privilegi fra i più disparati (fra cui persino le spese del barbiere), vanno inclusi, ovviamente, gli appartenenti a tutte le formazioni politiche. Si tratta di rappresentanti del popolo che predicano bene e razzolano malissimo. Rappresentanti di partito denominati “Onorevoli” nel significato - oggi perduto - che la parola aveva ai tempi di Cicerone.
I nostri Deputati (i dati sono indicativi in quanto la materia è intricatissima), percepiscono mensilmente gli emolumenti appresso indicati. Le corrispondenti cifre non riportate, riferibili ai Senatori, sono tutte da considerare più o meno leggermente superiori.
1°): Indennità - stipendio base: Netti mensili €. 5.941,91
2°): Ritenuta previdenziale €. 833,10
3°): Ritenuta assistenziale €.    559,54
4°): Quota per Assegno vitalizio €.1.069,35
5°):Ritenuta fiscale €.4.030,42
6°): Diaria per soggiorno a Roma €.4.003,11
7°): Eventuale Penale x assenze oltre il 30% dalle votazioni giornaliere €.206,58
8°): Rimborso spese per rapporti con gli elettori €. 4.190
9°): Circolazione su autostrade/ferrovie/navi/aerei €. Gratis
10°): Spese per viaggi da casa a Fiumicino se distanti meno di 100 Km €.3.323,70
11°): Spese per viaggi da casa a Fiumicino se distanti più di 100 Km €.3.995,10
12°): Rimborso spese telefoniche forfetarie annuali €.3.098,74
13°): Sanità integr. Versam. mensile del 4,5% dell’indennità lorda pari a €.559,54
14°): Liquidaz. creata col 6,7% dell’ind. e pagata all’80% per anno o fraz.6 ms €. 833,10
15°): Pensione: 8,6% dell’ind. Importo fra il 25% e l’80% €. 1.069,35
Costo dei cosiddetti “Portaborse” Sconosciuto
15°): Costo scorte – autoblu Indetermin.
16°): Liquidaz: autofin. col 6,7% dell’indennità che in 5 anni può raggiungere €. 58.000,00
17°): Pensione: a 65 o 60 anni. Rendimento Min. 20%: €. 2.304-Max. 60%     €. 6.912,00
Sommando le varie cifre, si ottiene un compenso sommario mensile di circa 15.000 euro.
Alle cifre su indicate, in via approssimativa, sono da aggiungere, come si accennava, le voci equivalenti relative ai Senatori e ai parlamentari europei. E’ così che alla fine si raggiungono cifre da capogiro.
Sono i costi e gli sprechi della Democrazia che per essere accettati dalla popolazione amministrata devono essere percepiti come indispensabili e veritieri. Quando viene a mancare il senso di fiducia e lo Stato è percepito dai suoi rappresentanti come una “vacca da mungere”, la Democrazia, che è poi quella percepita dal cittadino che deve confrontarsi quotidianamente con le Istituzioni, si trasforma in un’entità astratta di cui conviene approfittarne per non “rimanere indietro”.
Ah, dimenticavo.
Tanto per farci conoscere anche all’estero. Fra i 25 paesi attualmente componenti l’Unione Europea, credete sia difficile pronosticare quali sono gli Onorevoli meglio retribuiti? Ma gli italiani, naturalmente, che dall’alto dei loro 144.000 euro mensili circa, forse guardano con malcelata soddisfazione i colleghi polacchi che con uno stipendio mensile di soli 7.000 euro circa, occupano il 25° posto, ovvero l’ultimo di questa graduatoria. E poi dicono che non si sa dove e cosa tagliare per alleggerire tasse e tributi agli italiani.

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