Ad un’intervista su “Diritto di Cronaca” del 15.06.2019, l’ex Sindaco di Spezzano Albanese, il dott. Marcello Corsino, aveva dichiarato che “l’amministrazione comunale aveva realizzato il sogno degli spezzanesi, avendo acquistato le Terme”, ritenute la principale risorsa dell’area arbëreshe in grado di avviare, finalmente, un virtuoso processo di sviluppo turistico con ricadute positive su tutta l’economia del territorio.
Tuttavia, dopo circa 21 anni (maggio 2004) dall’acquisizione all’asta (Fallimento Oasis spa) delle predette strutture, quel sogno, purtroppo, si è trasformato in un incubo oltre che una zavorra finanziaria per le casse del municipio.
In effetti, a fronte di uno sforzo economico di circa 5 milioni di euro (pagamento mutuo ex Carime comprensivo di interessi) da parte dell’ente comunale, nessun utile, come è noto, ha portato alla comunità, la quale, a causa dell’anzidetto impegno finanziario, ha subito inevitabilmente una riduzione degli investimenti, nonché dei servizi sia in termini quantitativi che qualitativi, bloccando di fatto, unito ad altri fattori di criticità strutturali del paese, il progresso di Spezzano Albanese.
In tale quadro, aggravato, peraltro, dalle condizioni precarie (per usare un eufemismo) delle strutture, ciò che desta forte preoccupazione sta nel fatto che il paese nel proprio complesso, inteso come ceto politico, classe dirigente e imprenditoriale brancola nel buio, sprovvisto di un’idea, di una progettualità di sviluppo concreto e coerente del sito termale arbëresh i cui segni evidenti sono ravvisabili nella stagnazione amministrativa, nell’assenza di un dibattito cittadino, nonché dell’assoluta disinformazione dell’opinione pubblica.
Tuttora, dopo quattro anni (mese febbraio 2021) dalla presa in possesso del complesso termale da parte dell’ente comunale, a seguito delle note vicende giudiziarie, non è stata messa sul tavolo una minima proposta di via d’uscita dalla “Questione Terme”, né appaiono sussistenti le condizioni medio-tempore che venga partorita una.
Se l’ipotesi di vendita è stata esclusa dall’attuale sindaco, per come dichiarato dal medesimo nell’ultima intervista rilasciata a questo giornale, il 24.07.2025, restano in campo l’opzione del subentro della Regione Calabria, la cui forma di partecipazione è ancora tutta da definire, oppure quella di concedere la gestione a terzi privati, come avvenuto nella disastrosa precedente esperienza ovvero con la variante di costituire una società mista con l’apporto di capitale pubblico e privato.
In realtà, per una serie di ragioni l’ipotesi Regione Calabria pare abbia più chance rispetto alle altre perché, francamente, sorgono seri dubbi ad immaginare imprenditori (e non avventurieri) disponibili a finanziare con diversi milioni di euro (circa 8/10) il rilancio delle attività termali con aspettative di ritorno dell’investimento quando la concessione mineraria, ottenuta nel mese scorso dalla delegata al termalismo, sarà di nuovo scaduta, oltre al fatto che risulta la strada più rapida dell’amministrazione per “liberarsi dalla patata bollente delle terme”.
La “Vicenda delle Terme”, molti spezzanesi, ormai, l’associano al bel film del compianto Massimo Troisi, intitolata “Pensavo fosse amore invece… era un calesse” nella consapevolezza che esse (le terme) non saranno più il futuro di Spezzano Albanese atteso che non parleranno a breve più la lingua arbëreshe bensì il dialetto.