Un triste natale per il mondo della musica pop: il 25 dicembre è morto George Michael. Era nato il 25 giugno 1963. Aveva solo 53 anni. E’ morto di infarto. Era arrivato al successo con i Wham. La sua è stata una carriera lunghissima e costellata da successi: 100 milioni di dischi in 40 anni. E’ stato sicuramente uno dei personaggi più popolari ed amati del pop anni ottanta. Nell’affermazione ed esplosione del post punk Michael ha riportato nelle canzoni la melodia.
Assieme ad Andrew Ridgley nel trionfo della new age, in qualche modo sfidò questa ondata di sonorità dark, elettroniche e new romantics e percorse, con incredibile successo, la strada del pop leggero, leggerissimo, melenso, fatuo, vacuo, da consumare presto, andando oltre. Verso, in ogni caso, un nuovo successo. Spensieratezza la parola d’ordine. In questo suo mondo di musica che si consuma alla velocità della luce, sicuramente alcuni dei suoi brani sono entrati a far parte del repertorio dei “classici”: “Careless Whisper”, “Last Christmas”, “Wake me up before you go-go”. Ha condiviso con i Duran Duran e gli Spandau Ballet il podio del pop inglese degli anni ottanta. E nonostante la sua carriera sia stata così piena di successi ha saputo andare oltre e reinventarsi. Rischiando ed ottenendo nuovi successi, giungendo ad una sua maturità artistica. Con album come “Listen whithaut prejudice vol.1” e “Older” esplode una miscela avvincente di talento , sesso, ironia, sfrontatezza, pop, assieme a tutto ciò troviamo anche un George Michael più riflessivo, che racconta le sue paure. Fu definito da Mick Jagger “Un semplice parrucchiere con velleità canore”, Jagger rappresenta più che una leggenda nel panorama musicale mondiale e il suo giudizio è da tenere in qualche modo in conto ,ma va riconosciuta a George Michael la tenacia, la capacità di reinventarsi, e l’aver aperto la strada a tutte le boy band venute dopo di lui. Ed una voce bellissima, raffinata, seducente, potente, che ha saputo usare nell’intrattenimento come in prodotti di qualità.