Navanteri

I giorni, con il loro ritmo serrato ed inesorabile, non sempre possono essere vissuti con poetica leggerezza. Io resto convinta che essa sia più che necessaria: assieme alla bellezza ci salverà. Nell’attesa della salvezza ci tocca vivere, con tutto ciò che l’agire quotidiano comporta. Assaporare gli istanti a volte è più impegnativo che crearli, c’è sempre un’urgenza. Un impegno, un tram da prendere, un orario al quale attenersi  senza deroghe alcune: la vita non aspetta, la Lombardia men che meno… Il semplice chiacchierare con il proprio compagno di vita diventa una corsa agli ostacoli, un inseguire le parole, continuamente interrotti da bimba treenne (lei sì poetica e leggera, inconsapevolmente e sempre). D’altronde lei abita totalmente il presente, l’attimo che fugge, il “poi”, o “dopo” o “aspetta” non sono contemplati nella sua sete di vita, e parole, e giochi, e caos.

È faticoso non avere attimi per sé (anche se l’asilo è un complice fedele) e la famosa “stanza tutta per sé” (io non ce l’ho, nel mio più mono che bi locale, che forse un giorno diventerà un castello, non è prevista l’introspezione solitaria) diviene un angolo della mente, una stanza immaginaria nella quale racchiudere pensieri ed inventare parole. Una parete dell’anima, oltre che dell’inconscio. Le frustrazioni sono sempre dietro l’angolo, sconfitte e cadute e “le faremo sapere” una prassi quasi universale. La stanchezza emotiva, prima che quella fisica, una costante. E poi c’è la “gente”, gli incontri, alcuni piacevoli, altri meno, i giudizi sommari e lapidari, e l’anima è un puzzle da comporre e scomporre, quasi quotidianamente. E a volte non ti senti “abbastanza”, non perfettamente allineata, in qualche modo per aria e ciò non è sempre appagante. E a volte, poi, ti ritrovi a passeggiare con tua figlia, a godere della primavera lombarda, camminando senza meta, godendo di quella mano che stringe la tua, canticchiando, assaporandolo l’istante di leggerezza, ed una frase, gratuita, inaspettata, ti smuove qualcosa dentro “Mamma, le mamme sono tutte brave, ma tu sei la più campionessa del reale (sarebbe reame)”… E allora l’anima si ricompone. È bastato poco, è bastata una frase, la frase di mia figlia. La mia poesia più bella.

L'Editoriale

Mentre l’Italia saluta Baudo, la Calabria si prepara alla sfida politica

Questo agosto non smette di sfornare colpi di scena. Il 16 agosto se n’è andato Pippo Baudo: una data che divide l’estate in due, perché insieme a lui si congeda la televisione che ci ha cresciuti, quella capace di unire nonni e nipoti nello stesso...

Controcorrente

Il sogno infranto del diritto internazionale in favore della legge della giungla

Il mondo è impazzito: l’invasione russa dell’Ucraina, la tragedia in corso a Gaza, i circa ulteriori 54 conflitti nel pianeta, il ritorno minaccioso degli imperialismi, la corsa europea al riarmo disvelano che le regole comuni che avrebbero dovuto...

Parresia

San Marco Argentano: la sanità pubblica che muore per rinascere privata

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Mala tempora currunt

L'angolo del Libro

Ritratti di nuove schiavitù

Gusto e Benessere

Lenticchie all'origano

Pubblicità

Pubblicità