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L’inverno è alle porte e, come ogni anno, si torna a parlare di influenza. Tra febbre alta, tosse e nasi che colano, è facile per un genitore andare in ansia. Ma conosciamo davvero il nostro "nemico"?

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Oggi facciamo chiarezza sul virus influenzale: come riconoscerlo, come curarlo e, soprattutto, quando è necessario preoccuparsi davvero.

Cos’è (davvero) l’influenza?

L’influenza è causata da un virus "furbo": cambia aspetto molto spesso (muta), ed è per questo che non siamo mai completamente immuni e possiamo riammalarci anno dopo anno. Esistono vari tipi (A e B sono i principali per l'uomo), ma il risultato è spesso lo stesso: una malattia che colpisce le vie respiratorie e debilita l'organismo. Attenzione: Non tutto ciò che sembra influenza lo è. Esistono molte sindromi "simil-influenzali" causate da altri virus (come Rhinovirus o Adenovirus) che hanno sintomi simili ma sono meno intense.

Come si prende? (Il nemico invisibile)

Il virus viaggia nell'aria, a bordo delle goccioline di saliva di chi tossisce, starnutisce o semplicemente parla.
* La trappola: Si è contagiosi già 1-2 giorni prima che compaiano i sintomi e si continua a esserlo per circa 5-10 giorni.
* I luoghi a rischio: Ambienti chiusi, affollati e caldi (tipici dell'inverno) sono l’ambiente preferito del virus.
* Il contatto: Il virus resiste a lungo sugli oggetti. Mani non lavate che toccano occhi, naso o bocca sono la via d'accesso principale.

I Sintomi: quando è influenza?

La diagnosi è quasi sempre clinica (basata sulla visita del pediatra). I tamponi nasali spesso non sono necessari e, nei bambini piccoli, possono dare falsi negativi se non eseguiti alla perfezione. Ecco cosa aspettarsi:
1. Febbre alta: Può arrivare a 39-40°C e durare alcuni giorni.
2. Sintomi respiratori: Tosse, naso chiuso, respiro veloce.
3. Dolori diffusi: Mal di testa, dolori muscolari, stanchezza estrema e inappetenza.

Il consiglio sulla febbre:

Non abbiate paura del termometro. La febbre è un'alleata, non una nemica: serve a creare un ambiente ostile per il virus. Va abbassata con farmaci solo se il bambino è molto sofferente, non per il numero che leggete sul display.

Come si cura a casa?

Sfatiamo un mito: gli antibiotici non curano l'influenza, perché questa è causata da un virus e non da batteri. Usarli inutilmente indebolisce il bambino e può aiutare a creare batteri resistenti agli antibiotici.
* Riposo e idratazione: Sono la cura migliore.
* Farmaci sintomatici: Paracetamolo o Ibuprofene per gestire dolore e febbre alta, sempre secondo le dosi indicate dal pediatra.
* Antivirali specifici: Esistono farmaci specifici (come Oseltamivir), ma hanno un’efficacia modesta (riducono la durata dei sintomi di circa un giorno) e vanno presi entro 48 ore dall'inizio dei sintomi. Solitamente non si usano di routine, ma solo in casi specifici valutati dal medico.

Le complicanze: a cosa fare attenzione

Nella maggior parte dei casi tutto si risolve in una settimana. A volte però possono insorgere complicanze come otite, bronchite o polmonite.
Più rare, ma gravi, sono le complicanze neurologiche o cardiache.

Quando contattare subito il pediatra o andare in Pronto Soccorso?

Ecco i segnali d'allarme (Red Flags):
* Difficoltà respiratoria: Il bambino respira molto velocemente (più di 70 atti al minuto nei piccoli) o ha "fame d'aria" (saturazione <90%).
* Disidratazione: Il bambino non fa pipì da molte ore, piange senza lacrime, ha la bocca secca o rifiuta completamente di bere da giorni.
* Stato neurologico: Il bambino è difficile da svegliare, confuso, irritabile in modo anomalo o presenta convulsioni (specie se è la prima volta).
* Età: Se il bambino ha meno di 3 mesi e ha febbre o sintomi respiratori.
* Dolore al petto o dolori muscolari così forti da impedire il movimento

Prevenzione: le armi migliori

Prevenire è sempre meglio che curare, specialmente per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, che frequentando asili e scuole sono i principali diffusori del virus.
1. Il Vaccino: È lo strumento più efficace. Il Ministero della Salute lo raccomanda e offre gratuitamente ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni. Riduce il rischio di complicanze e di ospedalizzazione.
2. L'Igiene (le 5 regole d'oro):
* Lavare spesso le mani.
* Coprire naso e bocca quando si starnutisce.
* Non toccarsi la faccia con le mani sporche.
* Evitare contatti ravvicinati con persone malate.
* Se il bimbo è malato, deve restare a casa per non contagiare i compagni.

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