SAN MARCO ARGENTANO - In un tempo in cui il territorio si prepara ad accogliere migliaia di villeggianti mons. Stefano Rega, Vescovo della diocesi, lancia un forte e accorato appello alla responsabilità collettiva di fronte alla crescente emergenza degli incendi boschivi che stanno devastando il territorio calabrese.
Dati recenti indicano che, dal 1° gennaio a giugno 2025, la Calabria ha registrato il 70% degli incendi verificatisi in Italia, con numerosi roghi proprio all’interno della diocesi, sia lungo la fascia tirrenica che nelle aree interne del Pollino. «È doloroso constatare -scrive il Vescovo- che spesso si tratta di atti dolosi, di cui è difficile perfino intuire il motivo, considerando i danni devastanti e il rischio per vite umane». Un richiamo al senso civico e alla cura del creato: mons. Rega invita tutti, credenti e non, ad assumersi una maggiore responsabilità verso la salvaguardia del territorio e delle aree boschive, evidenziando il valore unico di ecosistemi come quello dei pini loricati, patrimonio naturale raro e fragile. «Non basta la prevenzione -sottolinea- serve un nuovo sguardo: uno sguardo che contempli, rispetti, protegga». Citazioni tratte dalla Laudato Si’ di Papa Francesco e dagli scritti dei grandi santi, come Sant’Agostino, San Bernardo di Chiaravalle e San Francesco d’Assisi, scandiscono il messaggio del Vescovo, che propone una vera e propria conversione ecologica e spirituale. «Il creato ci parla di Dio. I nostri boschi, le montagne, i sentieri sono luoghi di bellezza e contemplazione, ma anche spazi educativi, opportunità per riscoprire la nostra relazione con la terra e con il Creatore». Il Vescovo ricorda inoltre l’esperienza vissuta lo scorso giugno, durante il giubileo sacerdotale al Sacro Speco di Subiaco, luogo in cui “si respira ancora quell’aria di Dio” che ispirò San Benedetto. Un esempio da portare nella vita quotidiana, soprattutto nel tempo estivo, quando si ha occasione di rallentare e osservare con maggiore attenzione il mondo che ci circonda. Il messaggio si conclude con un’esortazione chiara: «Non fermiamoci solo alla lotta contro gli incendi. Impariamo a vivere e custodire la natura come dono di Dio, da rispettare e tramandare alle future generazioni».