Il quadro, uscito dalle ultime competizioni amministrative di giugno, non mi pare chiaro ed univoco. I risultati dei ballottaggi di ieri, certamente, hanno amplificato la misura dell'insuccesso elettorale del Pd, il quale ha perso 4 capoluoghi di regione su sei. Il Movimento 5 Stelle, non solo ha espugnato, clamorosamente, Roma, sebbene fosse già nell'aria, dopo i vari scandali che avevano coinvolto le precedenti amministrazioni, ma addirittura l'ex capitale d'Italia (Torino), ribaltando l'esito del primo turno (e “mandando in pensione” un importante leader nazionale come Fassino).
Numerose città, amministrate da “giunte rosse” (45 su 90) come Trieste, Grosseto, Novara, Brindisi, Pordenone, Benevento, Crotone ed Olbia hanno cambiato colore. Emblematica la sconfitta di Sesto Fiorentino, comune governato ininterrottamente dal 1899 dalla sinistra, che racconta molto bene l'aria che tira intorno al partito di Renzi.
Soltanto le vittorie risicate di Milano e Bologna hanno evitato un disastro assoluto.
Ma la sconfitta del Pd non testimonia, soltanto, la fine della luna di Miele del premier con gli italiani, bensì fa affiorare le difficoltà, le contraddizioni ed i nodi irrisolti di un partito che di sinistra non è più ed ancora non si comprende cosa sia.
A fronte di un Pd che ha avuto un evidente arretramento, tutto sommato l'area del centro-destra resiste!
Quest'ultima, sebbene sia orfana di un leader carismatico, di un gruppo dirigente rinnovato, oltre all'assenza di una strategia chiara e credibile, ha dimostrato, comunque, di tenere. Per cui, essendo il centro-destra dotato di una larga base elettorale, in prospettiva fa ben sperare, tant'è che allorché propone scelte moderate, liberali e di buon senso, viene nella maggior parte dei casi premiata.
Più complesso rimane, invece, il giudizio sul partito dei Grillini, che, al di là degli exploits di Roma e Torino, ha ottenuto risultati modesti su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, l'ultima tornata elettorale, pur rappresentando un voto disomogeneo (e contraddittorio per certi aspetti), ha espresso delle novità assolute: a) Principalmente ha sancito la tripolarità del sistema politico con la trasformazione dei penta-stellati da movimento meramente antipolitico ad una forza stabile e di governo; b) è stato archiviato il voto ideologico perché i cittadini hanno concentrato le proprie scelte sulle questioni locali e prettamente territoriali; c) sono stati ridimensionati i partiti.
Non vi è chi non vede che tale processo è stato spinto dalla voglia di cambiamento dei cittadini.
Per cui le elezioni amministrative non hanno riflessi sul governo, ma certamente hanno lanciato un segnale preoccupante per Renzi, il quale deve rammentare che chi di “rottamazione ferisce di cambiamento perisce”.