Parlare di alimentazione oggi significa, purtroppo, affrontare il tema dell'iper-alimentazione. La definizione di sovrappeso e di obesità deve essere basata su misurazioni accurate della statura e del peso, per evitare il rischio di errori di classificazione.

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I criteri diagnostici si differenziano in relazione all’età del bambino ma, in generale, sia le società italiane che l’OMS, sono concordi nello stabilire il criterio del BMI>85° pc per il sovrappeso e BMI>97°pc per l’obesità in base alle curve specifiche. 
I numeri descrivono uno scenario che non possiamo ignorare: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono circa 340 milioni. In Italia, i dati forniti dal Ministero della Salute attraverso l’iniziativa "Okkio alla Salute" confermano questa realtà. Dall’ultima indagine, che risale al 2023, è emerso che il 19% dei piccoli è in sovrappeso, mentre il 9,8% è affetto da obesità, con una quota del 2,6% di casi severi. Questi dati si accentuano ulteriormente nelle regioni del Centro e del Sud, superando la media nazionale.
Un dato particolarmente critico riguarda la percezione dei genitori. Spesso, chi ha un figlio in sovrappeso o obeso tende a considerarlo normopeso, o paradossalmente sottopeso, sottovalutando i rischi che l'eccesso di peso comporta per la salute presente e futura. Per invertire questa tendenza, è fondamentale cambiare l'approccio comunicativo in famiglia. Il cibo non deve essere presentato come una punizione, ma come un elemento positivo. La "dieta", dunque, non dovrebbe riguardare solo il bambino, ma l'intero nucleo familiare: è l'occasione perfetta per adottare uno stile di vita più sano per tutti, genitori compresi.
Il successo di un nuovo regime alimentare si costruisce con l'esempio virtuoso. I bambini imitano i grandi: se i genitori mantengono comportamenti alimentari corretti, come evitare di mangiare davanti alla TV, il bambino li seguirà naturalmente. Un consiglio pratico è quello di stilare un diario alimentare settimanale dettagliato, da sottoporre al proprio pediatra. Potrebbe essere utile consultare insieme un atlante delle porzioni alimentari, disponibile anche online, per imparare a calibrare correttamente i piatti quotidiani.
È importante sottolineare che, in assenza di complicanze, l'obiettivo primario per un bambino in eccesso ponderale non è necessariamente il dimagrimento immediato. Spesso è sufficiente mantenere il peso attuale: crescendo in altezza mentre il peso resta stabile, la massa corporea si ridurrà fisiologicamente. Per gestire al meglio la giornata alimentare, possiamo affidarci a tre regole preziose. 
La "regola d’oro" riguarda la ripartizione dei cinque pasti: la colazione dovrebbe coprire il 15% delle calorie giornaliere, lo spuntino il 5%, il pranzo circa il 40%, la merenda il 10% e la cena intorno al 30%. 
La seconda regola prevede il consumo di cinque porzioni giornaliere tra frutta e verdura.
Infine, l’ultima regola riguarda il bilancio energetico: se un bambino si muove e brucia più di quanto mangia, non ingrassa. Sebbene l’attività sportiva organizzata sia spesso limitata a poche ore settimanali a causa dei ritmi moderni, è essenziale favorire il movimento non strutturato, come il gioco libero, le passeggiate o una pedalata in bicicletta. 
È importate ricordare che la vera prevenzione inizia presto: le basi per una salute duratura si gettano già con le prime pappe durante il primo anno di vita.

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