Nei 365 giorni dell’anno, Ferragosto è forse l’unico in cui l’Italia si ferma davvero. Più del Natale. Una pausa che affonda le radici in oltre duemila anni di storia: istituito da Ottaviano Augusto nel 18 a.C. come Feriae Augusti, Ferragosto era la festa del riposo dopo il raccolto, poi trasformato dalla Chiesa cattolica nella celebrazione dell’Assunzione di Maria.
Il 15 agosto è il cuore dell’estate: spiagge gremite, borghi in festa, falò sulla sabbia, processioni lente sotto il sole, sagre in cui il cibo è rito, musica e memoria. In Calabria, tra mare e montagna, Ferragosto resta un mosaico di convivialità vera, riti antichi e piatti che attraversano le generazioni. Una giornata in cui l’unica “gara” è spesso quella a chi riesce a divertirsi di più. Magari, senza chiedersi troppo cosa accade intorno.
Quest’anno, però, la festa in provincia di Cosenza ha un retrogusto amaro. Pochi giorni fa ci ha lasciato Padre Fedele Bisceglia, icona della solidarietà, tifoso del Cosenza calcio, fondatore del “Paradiso dei Poveri”. Accusato, assolto e mai reintegrato ufficialmente nei ranghi religiosi, ha continuato a servire i più fragili con ostinazione e amore. Aveva 87 anni. Il suo ultimo desiderio -quello di celebrare Messa ancora una volta- è rimasto inascoltato. Per molti resterà il volto del volontariato che ha guardato la fragilità negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo.
E poi la tragedia del botulino: vite spezzate, diversi ricoverati, tutto per un panino acquistato in un food truck a Diamante. Un bilancio che scuote la fiducia nei momenti di festa e che ora vede imprese, medici e ambulanti sotto inchiesta.
E mentre la storia ci ricorda che Ferragosto era la pausa della fatica, oggi la realtà ci consegna un quadro diverso: siamo costretti a riflettere, anche in giorni nati per l’allegria, su come convivano nella stessa data il rito della festa e l’urgenza della responsabilità.
Ma la vera pentola a pressione, in questo Ferragosto calabrese, è la politica. A ottobre si voterà per il nuovo governatore e le grandi manovre sono già in corso, con colpi di scena da prima pagina. Roberto Occhiuto, dopo aver annunciato le dimissioni, punta alla ricandidatura. Il centrodestra prova a ricompattarsi, ma dentro le stanze si sente odore di diffidenza e ambizioni personali. Nel centrosinistra, intanto, regna la solita corsa a trovare un candidato che metta d’accordo tutti e non scontenti nessuno, un esercizio che, storicamente, ha prodotto più divisioni che unità. C’è chi parla già di pacche sulle spalle che nascondono coltelli pronti a essere usati. In riva al mare si parla anche di questo, ma nei palazzi e nelle piazze politiche si misurano promesse, accordi e qualche colpo basso. La campagna elettorale, qui, non aspetta l’autunno: è già cominciata, e si intreccia alla vita quotidiana molto più di quanto qualcuno ammetta.
Un Ferragosto, insomma, che alterna il profumo di salsedine alle scosse di cronaca e politica. Buon Ferragosto, allora; ma che sia festa con testa, memoria con cuore e rispetto per chi lavora nel silenzio, senza dimenticare di essere riconoscenti per chi, in ogni stagione, si impegna davvero per questa terra.