Questo agosto non smette di sfornare colpi di scena. Il 16 agosto se n’è andato Pippo Baudo: una data che divide l’estate in due, perché insieme a lui si congeda la televisione che ci ha cresciuti, quella capace di unire nonni e nipoti nello stesso salotto, tra sigle, sorrisi e talenti scovati con l’occhio del capostazione che sa sempre quale treno far partire.
Non è stato solo un conduttore: è stato il nostro linguaggio comune, la grammatica del varietà, la misura del “sabato sera” italiano.
Al Teatro delle Vittorie, la camera ardente è stata una processione civile, lunga e composta. Tanti i volti dello spettacolo che hanno voluto rendere omaggio al grande Pippo: Mara Venier, Katia Ricciarelli, Carlo Conti, Fiorello, Laura pausini, ecc. Ma più dei nomi vale il sentimento: un Paese intero in fila, in silenzio, davanti a un sipario rosso che sembrava dire “ancora una volta, insieme”.
Poi la Sicilia, Militello in Val di Catania, la chiesa di Santa Maria della Stella: applausi, ricordi, un rito che ha avuto il passo delle grandi occasioni. Tra i presenti anche Al Bano in lacrime, Gigi D’Alessio. Lorella Cuccarini, Ignazio La Russa e Michele Guardì: generazioni e sensibilità diverse, accomunate dall’omaggio a chi la tv non l’ha solo fatta ma l’ha definita.
Di Baudo resterà soprattutto una lezione: il talento come servizio. Scoprire, cucire, mescolare cose diverse senza farlo pesare. La tv per lui non era un palcoscenico personale, ma una piazza dove l’Italia imparava a riconoscersi.
E mentre ci avviamo a goderci gli ultimi giorni di estate sotto l’ombrellone e ripensiamo a ciò che siamo stati davanti alla sua tv, l’agosto calabrese dice che il tempo della politica è arrivato. Pasquale Tridico, europarlamentare ed ex presidente dell’INPS, ha sciolto la riserva: è disponibile a guidare il centrosinistra alle Regionali. È un sì che sblocca la corsa e costringe tutti a parlare di programmi, non solo di sigle: lavoro, servizi, sanità, trasporti. Il calendario non aspetta: urne il 5 e 6 ottobre.
La politica, ora, ha l’occasione di mettere in scena meno protagonismi e più responsabilità; meno effetti speciali e più sostanza. Tridico è stato chiaro: “È il tempo del coraggio... questa terra merita un futuro in cui restare non sia una condanna, ma una scelta di vita”.
In un mese che scorre lento tra vacanze e sagre, la politica si scalda, le alleanze si ricompongono, e il nome di Tridico arriva come un segnale forte per sfidare il governatore uscente Roberto Occhiuto: forse il tema non sarà solo chi guiderà la Regione, ma con quale responsabilità.
Agosto, dunque, finisce così: con un grazie e una promessa. Il grazie a Baudo per aver saputo regalare a tante generazioni quella spensieratezza del varietà a tutto tondo. La promessa a noi stessi, invece, di scegliere, in autunno, chi sa ancora distinguere tra applausi di rito e costruzione del futuro per una Calabria che sia sempre più dalla parte dei cittadini!