Quali sono stati finora gli effetti per l’economia del Regno Unito post-Brexit? Il welfare e la sicurezza sociale sono diventati davvero a rischio e quindi un codice rosso? C’è davvero un’emorragia in termini di salari che da qui a 20 anni potrebbe sostituire e rimpiazzare i lavoratori europei con quelli indiani e africani? Si tratta di cose reali e da analizzare oppure è solo isteria e propaganda in mano alle destre? Bene, da un lato bisogna affermare e sostenere che la concorrenza finanziaria del dopo Brexit è evidente e toccherà ogni tipo di ambiente e di tessuto economico-finanziario, ma questi aspetti sono da reputare come dati assolutamente negativi, oppure no. Stiamo a vedere e atteniamoci ai fatti. Intanto mentre vi scriviamo alcune banche stanno già progettando di trasferire 9000 posti di lavoro fuori dalla Gran Bretagna nei prossimi due anni.

Bnl

In questo modo paesi come Francia, Germania e Irlanda entrano in netta competizione al fine di ottenere nuovi capitali e opportunità finanziarie golose da parte del Regno Unito. Questi appunto sono fatti, non un moto isterico di populismo che dovrebbe spingere l’operaio e il risparmiatore inglese a votare per questo o quel candidato. La soluzione non è strettamente legata alla politica. La Brexit non è stata una decisione facile per nessuno, così come non lo è chiudere o spostare gli impianti di una fabbrica che opera nel Regno Unito per aprire in un Paese dell’Est europeo. Anche per quanto riguarda le società terziarie e di servizi il momento non è certo favorevole. Bisogna operare dei giusti tagli e questo vuol dire un numero inferiore di posti di lavoro per tutto il mandato del primo ministro britannico May. Entriamo più nello specifico avendo la consapevolezza che il quadro che andremo a tratteggiare non è certo positivo per tutti.  
Gli analisti politici e finanziari, già nel corso dell’inverno passato hanno espresso perplessità circa i tassi di interesse che potrebbero ricevere una forte spinta verso l’alto, con aziende che non saranno in grado di farvi fronte e alcune di queste andranno in fallimento, che tradotto significa buone opportunità di acquisto. Questo vuol dire che il rovescio della medaglia offrirà buone opportunità di guadagno per chi saprà cogliere l’attimo e sfruttare l’onda lunga sollevata dalla Brexit. Secondo le statistiche nel 2015 il Regno Unito ha esportato beni nel resto dell’Unione Europea per un valore complessivo di 133 miliardi di sterline.
Veniamo dunque a quello che è probabilmente il fulcro e il tema centrale da sviluppare. Come si sta comportando la sterlina inglese rispetto alle altre valute? Si tratta di un momento ideale per fare forex, ovvero scambio di moneta straniera in questo delicato momento storico, come possiamo vedere sfruttando e utilizzando la piattaforma forex demo per il cambio di valute. Per il momento il focus su cui bisogna porre l’accento riguarda le affermazioni che durante questa estate sono state espresse circa la volontà di distruggere e depredare la finanza del Regno Unito, da parte della Francia. In particolare per quanto riguarda le istituzioni bancarie al fine di sabotare l’alta finanza londinese. In poche parole Browne sostiene che le intenzioni di Parigi sono quelle di punire il Regno Unito per l’uscita dall’Unione europea. Finanzieri, banchieri e tutto quello che intercede e riguarda la testa economica dell’Inghilterra sanno benissimo che questa è una fase estremamente delicata per quanto riguarda le sorti del Regno Unito, specialmente con un governo così efficiente dinamico e forte come quello di Macron. Tutto questo ha fornito le basi per rendere chiaro al governo britannico e ai banchieri inglesi quelle che sono le intenzioni di Parigi e Berlino, in particolare per quello che riguarda il Regno Unito e la Brexit. Una prospettiva non certo positiva, dunque per Londra.

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