In paese c’è un nauseabondo odore di spazzatura. Il termine si presta a numerose interpretazioni e significati, quasi sempre di carattere negativo. Nel caso specifico ci si riferisce al significato più comune legato agli appositi contenitori posizionati dall’Amministrazione comunale all’interno del centro abitato per la raccolta provvisoria da parte dei cittadini. Tali rifiuti vanno conferiti secondo la loro composizione chimica riportata nell’oggetto stesso di cui ci si vuole disfare. Le principali tipologie riguardano la plastica; la carta; il vetro; le lattine; la frazione organica; l’indifferenziata; la sovra-dimensionata relativa a vecchi elettrodomestici e parti di arredo inservibili.
Al di la delle difficoltà incontrate in genere da tutte le Amministrazioni nella necessità di far rispettare la normativa vigente, è chiaro che resta indispensabile la collaborazione fattiva degli utenti che con notevole superficialità si limitano a deporre il sacchetto della spazzatura nel cassonetto più lontano possibile dalla propria abitazione.
E’ opportuno ricordare che un corretto comportamento parte dal bambino che deve essere educato a non buttare per terra la “cicca” masticata o la plastica che avvolge le figurine e include il genitore che per “liberarsi” di un qualsiasi oggetto inutile, lo deposita furtivamente magari all’esterno di un cassonetto già stracolmo che sia, comunque, il più lontano possibile dalla propria abitazione. Comportamento questo da sanzionare che alimenta l’altrettanto triste fenomeno del randagismo.
Detto ciò, pare evidente che le Amministrazioni sono chiamate a sperimentare sistemi di raccolta del tipo “porta a porta”, integrati da campagne pubblicitarie anche a livello scolastico, rafforzando l’aspetto educativo. Certo non si può, almeno nel breve termine, ottenere la quadratura del cerchio, ma bisogna pur intervenire per modificare comportamenti ormai insostenibili, visto che il sistema così com’è “fa acqua” da tutte le parti. La sensibilità sale ogni giorno di più nella convinzione che non si può inquinare impunemente i fiumi, le campagne, le aree marine avvelenando l’aria, l’ambiente umano dando la responsabilità agli altri. Gli altri siamo noi anche e specialmente quando buttiamo di nascosto la spazzatura – ormai da considerare un autentico veleno per l’ambiente. Inquinare, lo hanno ormai capito in tanti, è da considerare un autentico suicidio. E’ inutile protestare quando una alluvione o una prolungata siccità distruggono il territorio. E’ altrettanto inutile correre ai ripari quando si è colpiti da tumori di varia natura dimenticando che abbiamo mangiato cibi cresciuti in una campagna avvelenata da concimazioni selvagge al solo scopo di produrre cibi e frutti sempre più belli, sempre più grandi, ma anche sempre più insipidi, più cari, in serre dalla atmosfera controllata.
Nessuno si domanda che senso abbia portare in tavola a Natale l’uva proveniente dal Sud Africa, le angurie dal Sud America e così via. Nessuno dà importanza all’enorme quantitativo di carburante servito per portare nelle nostre tavole i frutti del sud Africa. L’intera operazione ha sicuramente contribuito ad aumentare l’inquinamento atmosferico a livello globale. È quindi fuori di dubbio evidenziare che, almeno nel breve termine, una buona dose della tenuta sotto controllo del problema “spazzatura” è direttamente legato alle capacità educativo-sanzionatorie messe in atto dall’Amministrazione locale.
Nei tempi lunghi molto si giocherà sul cambio di mentalità dei cittadini utenti che potranno essere favoriti dall’uso generalizzato di materiali completamente biodegradabili. La raccolta differenziata che sottintende un riciclaggio generalizzato rappresenta un comportamento responsabile che ogni cittadino deve mettere in atto.
Per contro è giusto chiedere all’Amministrazione che il servizio sia efficiente, giustamente ma non eccessivamente pagato, tenendo conto della categoria sociale di appartenenza applicando tariffe legate al quantitativo conferito, misurato in peso e in volume. Solo in tal modo, mettendo in atto modalità di raccolta, sensibilità nella giusta applicazione del “balzello” e continuità nel servizio, la cittadinanza potrà, sebbene “obtorto collo”, cambiare atteggiamento nei confronti del problema spazzatura vista semplicemente come un male necessario che forse non deturperà più le colline pedemontane, visto che i suoi scarti verranno riutilizzati per gli usi più eterogenei.
Al presente, credo sia opportuno evitare la puzza che circonda i cassonetti a Spezzano Albanese, nella speranza che sindaco e assessori, in primis, trovato il tempo necessario per risolvere i tanti altri problemi di cui si sono voluti caricare, pensino anche un poco all’indecoroso, oltre che nauseabondo, spettacolo.