Nel 2017, a mia insaputa, il neurologo di Barletta, da cui ero stata seguita fino a quel momento, andò in pensione. Dopo l’ultima visita divenne irrintracciabile: al suo numero di cellulare non rispondeva, né richiamava.
Necessitavo di una sua risposta in quanto dovevo prendere appuntamento per fare la solita RM e farmi prescrivere i farmaci. Questa situazione mi gettò in uno stato di forte agitazione. Chiamai anche il reparto di neurologia, ricevendo sempre la stessa risposta: il dottore era occupato. Allora mi rivolsi al centro AISM collocato a Barletta e lì mi comunicarono che il dottore era andato in pensione. Mi venne il panico! Mi dissero che ancora non era stato scelto un sostituto che potesse, per lo meno, prescrivermi i piani terapeutici e mi consigliarono di continuare a chiamarlo. Rischiavo di rimanere senza terapia e senza Sativex (si tratta di un farmaco che dà dipendenza). Non sapevo cosa fare, anche perché, quando si cambia neurologo, il predecessore deve passare le cartelle cliniche con tutti i dati sulle terapie (precedenti e presenti) al successore. Il nuovo neurologo non poteva prescrivermi i farmaci perché risultavano già associati al medico precedente: una doppia prescrizione non è consentita, perciò i due dottori avrebbero dovuto contemporaneamente scambiarsi dei codici in modo da trasferire le cartelle a mio nome da un neurologo all’altro. Non avevo idea da chi poter andare perché solo un dottore che si occupa di SM e che lavora in ospedale può prescriverti i farmaci. Finalmente il neurologo di Barletta richiamò e mi disse che mi avrebbe dato, in un’altra occasione, i piani terapeutici. Durante la telefonata non ebbi il tempo di chiedergli in che modo avrei ricevuto i farmaci, dato che me li prescriveva ogni qual volta facevo una visita con lui. Siccome un mio parente lavorava in ospedale, chiesi cortesemente se poteva rintracciare il neurologo e farsi mandare le ricette. Dopo molteplici tentativi, finalmente lo trovò in ospedale. Il problema che in quel momento mi affliggeva era trovare un altro neurologo con cui avrei potuto continuare la terapia. Ad Alberobello e dintorni non vi erano ospedali specializzati, i più vicini erano a Bari e ad Acquaviva delle Fonti. Al Policlinico di Bari c’ero già stata ed avevo appurato che, senza pagare le visite A.L.P.I, non sarei stata seguita dallo stesso medico, il che sarebbe stato troppo stressante per me. Decisi di rivolgermi all’ospedale di Acquaviva delle Fonti dato che me ne avevano parlato molto bene. Prenotai la visita con l’ASL, la quale mi venne data dopo 3 mesi. La dottoressa, molto scorbutica, mi disse che lei non aveva mai prescritto il sativex e che non era a conoscenza di come poter effettuare il passaggio del piano terapeutico. Così decisi di chiamare il neurologo in pensione e, dopo un’estenuante procedura, durata molte settimane, riuscì finalmente a mettersi in contatto con la nuova dottoressa per l’appropriazione delle mie cartelle cliniche. Chiesi alla nuova neurologa la possibilità di effettuare annualmente una risonanza magnetica e mi rispose “garbatamente” di no. Si poneva un nuovo problema: prenotare in tempo una RM.
Buone feste a tutti!
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