Navanteri
 

Leggere il libro di Giorgio Bocca poteva avere per lo meno l'effetto di non sentirsi soli e disperati in un paese di replicanti mediaset, ma per quanto potessimo essere d’accordo sull’esistenza di una coscienza civile e sociale alimentata dal qualunquismo televisivo, molte, troppe verità contenute in esso all’epoca della sua pubblicazione sono state sottovalutate.


Quando Bocca scriveva di "eclisse dei valori", di "mutazione antropologica", di "Italia irriconoscibile"... il rischio poteva essere quello di non prenderlo troppo sul serio, di considerarle boutade giornalistiche, effettismi editoriali, prese di posizione ideologiche. Solo chi seguiva Bocca sapeva che il giornalista era in buona fede e che dovevano tutti dargli più retta. Quando ci invitava a riflettere sul fatto che non esistevano gli scandali del potere ma solo i complotti degli avversari e dei giudici di parte, che li proteggono, non lo abbiamo creduto abbastanza, oppure, convinti che tutto questo non potesse ricadere su di noi sulla nostra vita di tutti giorni, sorvolammo. Pian piano la menzogna è divenuta il lubrificante dei rapporti umani, fino ad arrivare ad oggi, in cui vige la completa abolizione della verità per dedicarsi alla finzione alle leggende metropolitane alla vox populi. Esemplari, in questo libro i pezzi dedicati all'"attacco alla giustizia", o quello sull'informazione, sulla "lingua imbalsamata che "non sa più raccontare il presente". Si è iniziato con la violazione della legge ma non è bastato è scomparsa persino la decenza. E il revisionismo storico al servizio del padrone non ha più rispetto nemmeno per le sofferenze comuni del Risorgimento e delle due guerre mondiali.
Descrive un Paese allo sbando dove sono cambiati i modelli di riferimento. Si diffondono nuovi valori: il profitto personale, l'arroganza e l'assenza di pudore come normali pratiche di potere. Un mondo del troppo che ha una idea limitata della socialità, dei simboli del benessere, e li riduce ad uno solo: il lusso in bella mostra.
Le parole non sono più pietre come diceva Carlo Levi ma piume al vento. La società è classista ma finge di essere senza classi, rovescia tutti i valori salvo quello del profitto a tout prix.
A dirigere il tutto un vero e proprio regime che rimanda, forse non casualmente, a un vecchio motto craxiano: "Tutti colpevoli, nessun colpevole". Nulla di inoppugnabile e di verificato esiste poiché il re (Berlusconi) esperto nel dire e nel disdire, tra i suoi poteri ha quello di fabbricare di volta in volta l’inoppugnabile e il verificato. E dalla sua ha un sacco di servi del regime che dispongono di argomenti infantili e diabolici. Lo sguardo lungo di Bocca vedeva una prospettiva poco confortante per l’Italia.
Sembra scritto di getto, con lo stile tagliente tipico di Bocca. Lo consiglio perlomeno per riconoscere la grandezza di questo giornalista servo solo della verità.

Titolo L'Italia l'è malada
Autore Giorgio Bocca
Editore Feltrinelli Editore, 2005
ISBN 8807171058, 9788807171055
Pag 142

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