Tre guasti in quattro giorni: cittadini esasperati

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CORIGLIANO-ROSSANO - La città vive da anni una crisi idrica ormai cronica. Ogni settimana un nuovo guasto, un cantiere d’urgenza o un’interruzione improvvisa lascia intere aree della città senz’acqua. Per i cittadini non c’è pace: condotte che cedono, pozzi in avaria, pompe che si bruciano, e una rete comunale che mostra tutta la fragilità di un sistema vecchio, stanco e sovraccarico.

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Negli ultimi giorni si sono aggiunti tre nuovi episodi che raccontano la gravità della situazione. Il 10 novembre, una rottura al pozzo idropotabile comunale di contrada Simonetti, nell’area urbana di Corigliano, ha costretto il Comune a sospendere l’erogazione idrica nella zona, provocando disagi diffusi nell’approvvigionamento domestico. Solo due giorni prima, l’8 novembre, un doppio guasto elettrico ha messo fuori uso due impianti in località Santa Caterina, compromettendo la distribuzione idrica a gran parte dello Scalo di Rossano, in particolare nell’area di via Margherita e nelle zone alte della città. Ancora prima, il 7 novembre, una grossa perdita d’acqua presso l’impianto di via Bernardino Telesio aveva già creato problemi di erogazione a numerose utenze. Tre episodi in appena quattro giorni che confermano quanto la rete idrica locale sia vulnerabile, non solo per l’obsolescenza delle condotte, ma anche per la scarsa resilienza degli impianti elettrici e di sollevamento. Il quadro generale non è diverso nel resto del territorio. A Corigliano Scalo, Schiavonea, Petraro e Sant’Angelo le segnalazioni di disservizi sono continue. La città alterna giornate di emergenza a periodi di manutenzione straordinaria che spesso non risolvono le cause strutturali. Gli interventi urgenti si accumulano, ma la rete resta la stessa: chilometri di tubazioni usurate, giunti che cedono, perdite occulte e pompe di sollevamento che faticano a reggere i carichi di pressione. Gli uffici tecnici comunali lavorano quasi in modalità emergenza permanente, mentre Sorical S.p.A. prosegue la sostituzione di un tratto della condotta Macrocioli – Gelso, una delle dorsali più problematiche del sistema. In parallelo, l’amministrazione comunale sta tentando di migliorare l’efficienza energetica dei pozzi e di rinnovare i sistemi di telecontrollo. Corigliano-Rossano rientra infatti nel programma regionale di ingegnerizzazione delle reti idriche e riduzione delle perdite, finanziato con fondi PNRR e POR Calabria, che mira a ridurre del 30 per cento le dispersioni entro il 2026.
Nonostante questi passi avanti, la quotidianità dei cittadini rimane segnata dai disagi. Scuole che restano senz’acqua, bar costretti a chiudere, famiglie che riempiono taniche e serbatoi privati, studenti che protestano per condizioni igieniche precarie. L’acqua, a Corigliano-Rossano, non è un bene scontato: arriva e scompare, secondo i ritmi di una rete che non regge più.
Il vero problema non è soltanto tecnico ma anche organizzativo. Mancano una pianificazione a lungo termine, un coordinamento stabile tra Comune e gestore regionale. Per molti cittadini la fiducia è ai minimi storici, mentre la rassegnazione si mescola alla rabbia.
La città più grande della provincia di Cosenza continua così a convivere con autobotti, avvisi d’interruzione e pompe in tilt. L’obiettivo è chiaro – una rete moderna, efficiente e monitorata – ma, finché tra un guasto elettrico e una rottura idrica l’acqua continuerà a mancare, Corigliano-Rossano resterà il simbolo di una Calabria che fatica a garantire ai suoi cittadini il diritto più elementare: aprire un rubinetto e trovare l’acqua.

Fonte: Gazzettino Ionico

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