Domenico Grisolia? Parafrasando il Manzoni, “chi era costui?”
Ad eccezione dei parenti superstiti e qualche compaesano avanzato con l’età, la comunità spezzanese (compresi gli addetti ai lavori), purtroppo, ignora l’esistenza dell’insigne avv. Domenico Grisolia, considerato l’esponente politico più importante e rappresentativo del PSI Romano degli anni 50-60 del secolo scorso, il quale nacque il 15 ottobre 1906 a Napoli, figlio dei coniugi Grisolia-De Marchis, da Spezzano Albanese, ove visse la propria gioventù.
Nel 1923 Grisolia da Spezzano Albanese si trasferì a Roma, laureandosi giovanissimo in Giurisprudenza. Quella della legge fu una passione che Grisolia non abbandonò più, svolgendo la professione di avvocato fino alla fine dei suoi giorni nel suo studio in Prati alla Via Pietro Della Valle.
Prima della guerra, fu oggetto di attenzione della polizia fascista per le “frequentazioni pericolose” con i vecchi socialisti calabresi come Pietro Mancini, Fausto Gullo e Attilio Schettini. Nel 1943-44 entrò nella Resistenza, rappresentando ufficialmente il PSI nel Comitato di Liberazione Nazionale, nonché segretario dell’Unione Romana socialista.
Con l’avvento della Repubblica, Domenico Grisolia diventò il socialista più popolare di Roma, tanto è vero che il 18 aprile 1948 (Prima legislatura 1948-1953) fu l’unico senatore socialista eletto nella capitale nelle fila del Fronte Popolare.
Amico di Pietro Nenni, con il quale peraltro tenne un consistente carteggio politico-personale che va dal 1944 al 1968 (Vedi Fondazione Pietro Nenni).
Sicuramente per le sue doti giuridiche nell’ambito amministrativo, oltre che personali, essendo un uomo determinato e “senza mai mollare” gli obiettivi prefissati, i socialisti gli affidarono il compito di curare i rapporti con gli enti territoriali.
In effetti, nel 1952, questi approdò anche al consiglio comunale di Roma, dove venne subito indicato all’unanimità capogruppo del PSI. Da quell’anno non abbandonò più l’aula di Giulio Cesare, essendo rieletto per quattro volte, prima di raggiungere lo scranno di pro-sindaco il 18 luglio 1962 con la nascita della prima giunta organica di centro-sinistra, composta da democristiani, socialdemocratici e socialisti di cui il cattolico Glauco Della Porta fu il primo cittadino.
Grisolia rimase pro-sindaco con Della Porta, Amerigo Petrucci e Rinaldo Santini fino al 1969, sette anni cruciali nella vita della citta Capitolina, contrassegnata dalle grandi questioni urbanistiche e sociali.
Dopo l’esperienza amministrativa comunale, sebbene eletto presidente del collegio dei probiviri del Psi, sostanzialmente si ritirò a vita privata, ritornando alla sua professione di avvocato fino alla morte che avvenne tragicamente, essendo stato trovato morto nel Tevere, il nove giugno del 1984.
La sua ultima apparizione fu ai funerali, qualche giorno prima della sua dipartita, di Riccardo Lombardi sulla tribuna d’onore accanto a quei vecchi socialisti che non aveva mai smesso di frequentare.
Accanto al pluri-ministro, avv. Gennaro Cassiani, Domenico Grisolia fu certamente il politico spezzanese di maggior spessore, prestigio ed influenza che il paese ha voluto dimenticare, alterando quella narrazione di una comunità arbëreshe smemorata.