Navanteri

In un caldo pomeriggio di estate navigando in rete mi sono imbattuta in un post su facebook. Un post che avrei potuto scrivere io, d’altronde tanti pensieri altrui in qualche modo ci appartengono. Nel suddetto post viene descritta una giornata in piscina di una mamma con prole a seguito. La mamma in questione è preoccupata perché suo figlio vivacissimo gioca e “disturba”, dopo averlo vanamente ripreso rassegnata capitola. La titolare del post sostiene che il bimbo non disturbava affatto, era semplicemente vivo. E che anche lei si è trovata nella situazione di chi capitola difronte all’ineluttabile vivacità dei più piccoli. Anche io non posso fare altro. Ginevra canta, gioca, balla, ingoia la vita e ce la vomita addosso.

Ginevra, ad esempio, è la bimba che al parco corre ed inventa giochi, è lei quella che non essendo una scimmietta ammaestrata non sta ferma a comando, non tace a comando, non mangia a comando, non fa niente a comando. Ginevra, ad esempio, ama la vita, come solo una bimba di due anni può amarla, non è ancora corrotta da sovrastrutture ed ipocrisie sociali. Ginevra, ad esempio, quando è stanca si siede a terra, anche per strada, e quando io la guardo candidamente mi risponde “Tranquilla mamma, dopo mi rialzo”. Ed io a volte sorrido, a volte sbraito, a volte mi siedo a terra con lei. Ginevra, ad esempio, è da due giorni che ha la febbre, alta, sbalzi climatici di un’estate (al momento) lombarda, ma lei è viva, sempre, non piange. Non si lamenta quasi mai. Troppo rapita dalla vita per tradirla in qualche modo, continua a giocare. Inarrestabile. Non lamentosa, non lagnosa: mai. Il lamento non le appartiene. Ginevra, ad esempio, proprio come il bimbo del post, non disturba. Vive. Ed io sono la mamma trafelata, stanca, sempre a rincorrere pensieri, emozioni, sensi di colpa mammeschi, inadeguatezze, regole. A volte in conflitto con me stessa: mi sembra di essere circondata da mamme perfette di bimbi perfetti, ubbidienti ed in eterna posa plastica: seduti davanti una tv che rimanda cartoni. Ginevra, ad esempio, i cartoni li guarda, ma non sta ferma. Mai. Troppo assetata di vita. Ne avrà di tempo per annoiarsi davanti ad un televisore. Ora è il momento di esplorare il mondo. Ginevra, ad esempio, io la invidio tanto: è così che dovremmo essere tutti. Pieni di vita. Assetai e gravidi di parole ed emozioni. Dovremmo essere semplicemente vivi. Intensi. Non corrotti da noia ed abitudini. E allora sì Ginevra, respira, ingoia la vita e vomitacela addosso. Ancora.

@Riproduzione riservata

L'Editoriale

Costantino Bellusci, uno degli ultimi custodi d'Arbëria

Gli arbëreshë mi appartengono! Non quelli che dividono ma quelli che uniscono, costruiscono, piantano alberi e hanno visioni.

Controcorrente

Barche di sabbia: il viaggio che svela il volto umano delle migrazioni

Uno dei temi più controversi e divisivi del mondo contemporaneo, che sprigiona reazioni furenti e radicali pro o contro, è rappresentato dal complesso fenomeno migratorio malgrado abbia fatto da sempre parte della storia dell’umanità.

Parresia

Quattr’anni di solitudine

Pillole di pediatria

L'Influenza spiegata ai genitori

Lettere alla Redazione

Vivere o esistere?

Perché una donna?

L'angolo del Libro

Anatomia di un mondo distopico

Gusto e Benessere

Burger di melanzane e fagioli

Pubblicità

Pubblicità