E come ogni anno, arriva, fra scuola, danza e pura vita, un periodo particolarmente concitato. Gli ultimi giorni scolastici sono un tripudio di colla, brillantini, canzoncine e verbi sbagliati…
E non può mancare il tour nei negozi per i regali: un vortice, a prescindere dall’essere in sintonia o meno con il Natale, io decisamente sono nella mia fase Scrooge, eppure non mi sottraggo. Nella giostra anche io, che prende pure la forma dei Pon di danza scolastici, organizzati alla perfezione dalla professoressa Montrasio, carica di vita e di energia. E c’è tutto un rituale che precede gli appuntamenti danzanti, i vari incastri fra lavoro e tutto il resto, la preparazione per la scena, la felpa rossa che richiede una ricerca più impegnativa del previsto, e mi scappa una semi citazione: “Rosso a Natale, avanguardia pura”, i leggins neri non mancano e nemmeno i cappellini natalizi. Il trucco e, ovviamente, nelle mie trousse Ginevra trova di tutto. Serve il fard, odierno blush, rosa. Di rosa, poco in realtà, ma qualcosa appare, è un regalo, un regalo di Giulia, l’ ultimo, questa estate. Ginevra lo guarda, mi guarda, le dico di prenderlo, che a zia Giulia avrebbe fatto piacere, lo ripone, mi sorride, le sorrido, un sorriso malinconico per tutt'e due. Troviamo il fard, odierno blush, sostitutivo. E si può andare in scena. La scena, questa volta, non ha le quinte del teatro, tutto avviene nella pubblica piazza, nelle piazze limbiatesi, le cinque piazze. Ogni piazza un balletto, il corteo, le luci e le musiche natalizie, che non sembrano così stonante ed inappropriate, non del tutto almeno, o forse, ancora una volta, “la bellezza ci salverà”. E ci prepariamo, ballerini/e e pubblico, per il balletto finale: l’ ultima esibizione. Ginevra entra in scena in ritardo, sorride, anzi ride, i capelli al vento, un po’ scompigliati: è leggera e bellissima, d’altronde “Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella che danza”, mi ricorda una scena del “Cigno Nero”, pre dramma e sine tragedia: l’imperfezione che irrompe sulla scena, conquistandola, con la sua vitalità, con la sua essenza. Parte la musica, Ginevra balla, leggiadra e divertita, ride e saluta il pubblico: è in prima fila. Mi sorride, le sorrido, se pur consapevole che mai come questo anno sarà Natale e mancheranno ancora quattro giorni a Natale, ma qualcosa come un’emozione mi attraversa e mi scalda in questo freddissimo dicembre.
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