Novecento, di Alessandro Baricco

Con l'insediamento del “Governo Monti”, perlomeno, i cittadini italiani hanno preso finalmente coscienza della gravità della crisi del paese, dei rischi concreti di default dello stato, nonché delle pericolose e negative conseguenze di tale situazione.
Il libro di Imma Vitelli dal titolo Tahrir è incentrato sulle vicende che ruotano intorno all’evento storico di piazza Tahrir ed è il racconto di una generazione che trae forza e coraggio dall’esasperazione.
La giustizia è una cosa seria edito da Strade blu Mondadori è un libro di Nicola Gratteri scritto con Antonio Nicaso. Gratteri Procuratore aggiunto della direzione antimafia di Reggio Calabria affronta un argomento mai così contemporaneo: il problema della situazione giudiziaria in Italia.
Leggere il libro di Giorgio Bocca poteva avere per lo meno l'effetto di non sentirsi soli e disperati in un paese di replicanti mediaset, ma per quanto potessimo essere d’accordo sull’esistenza di una coscienza civile e sociale alimentata dal qualunquismo televisivo, molte, troppe verità contenute in esso all’epoca della sua pubblicazione sono state sottovalutate.
Molto spesso la letteratura precorre i tempi e ha in sé un qualcosa di profetico che, a distanza di anni, è verificabile quasi con logica lucidità. Certo, Charles Dickens, nel lontano 1843, non avrebbe mai immaginato che il suo “A Christmas Carol” (“Canto di Natale”) contenesse la descrizione dei gelidi uomini d’affari del XXI secolo;
Anni addietro lessi “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera con una sorta di inquietudine poiché mi si presentava dinanzi uno scritto di una certa difficoltà che necessitava di una particolare interpretazione e di un non indifferente sforzo intellettuale.
Una politica di rigore dei conti pubblici, unita ad un concreto inasprimento del contrasto all'evasione fiscale, non sembra sufficiente, senza un incremento considerevole della produttività, a fronteggiare l'attuale congiuntura del Paese.
La condizione essenziale per uscire dall'attuale crisi economica-finanziaria consiste nella crescita. Alternative ad essa, realistiche ed efficaci non esistono ovvero non sono praticabili.
In questi giorni di profonda crisi economica, prostituzione politica (fatta eccezione per un piccolo spiraglio di luce che si apre, come di consueto, in Toscana) e decadenza culturale e artistica (constatazione severa, ma senza tema di smentita per via dei fatti a cui quotidianamente assistiamo) è stato poco pubblicizzato o, per meglio dire al di fuori del tono diplomatico, sottaciuto un evento di un certo spessore storico e culturale.
È incredibile come la vita umana trascenda spesso dalle aspettative e dalle previsioni facendo risuonare realistiche e veritiere le parole di Göethe: «Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa bene dove si vada». È il caso di padre Gabriele Amorth. Nessun elemento decisivo della sua giovinezza avrebbe fatto intuire, ad un osservatore poco attento, un futuro da esorcista di fama mondiale.
Riflettendo sulla figura del protagonista di “Primavera di bellezza” mi risuonano nitide nella mente le parole scritte da Indro Montanelli in un altro romanzo di guerra partigiana (“Il generale Della Rovere”): «Quando non sai qual è la via del dovere, scegli la più difficile».