SPEZZANO ALBANESE - È l’avvocato Francesco Calderaro, professionista originario di Spezzano Albanese, a guidare la difesa in una vicenda giudiziaria che nelle ultime ore sta attirando l’attenzione dei media nazionali.
Il legale spezzanese è infatti impegnato nel procedimento che coinvolge Gianpaolo Bellavita, ex assessore provinciale di Martinengo (Bergamo) e commercialista, finito al centro di un’inchiesta economico-finanziaria culminata nella confisca di beni per un valore complessivo di circa 1,3 milioni di euro. La Corte d’Appello di Brescia ha accolto lo scorso 21 ottobre 2025 la proposta avanzata dalla Procura e dalla Questura di Bergamo, ritenendo l’imprenditore “autore di un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati”. Il provvedimento, eseguito dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, riguarda due appartamenti e una villetta situati nel Bergamasco, ritenuti frutto di attività economiche illecite. Tra gli aspetti controversi della vicenda c’è il ruolo della società Galaxy srl, ritenuta dalla Procura uno strumento utilizzato dall’ex assessore durante la sua latitanza in Romania per i trasferimenti di denaro e la gestione indiretta di alcuni beni. L’avvocato Calderaro cura la strategia difensiva di Bellavita sin dalle fasi della sua latitanza, seguite dal suo arresto in Romania, dall’estradizione in Italia e dal successivo trasferimento nel carcere di Viterbo. Nell'annunciare il ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della confisca, il legale spezzanese ha dichiarato: «Il mio assistito è totalmente estraneo ad ogni rapporto con la Galaxy per come contestato dalla locale Procura. Appare evidente che la Corte d’Appello si è contraddetta nella ricostruzione dei fatti, valutando in maniera arbitraria la documentazione acquisita».
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