A 32 anni dall’omicidio, esempio di fede e coraggio

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CASSANO ALL'IONIO - «Il 15 settembre 1993, la mafia assassinava don Pino Puglisi. A 32 anni, da quel tragico evento, il suo sorriso disarmato e disarmante, ha restituito speranza laddove regnava la rassegnazione, offrendo alternative alla violenza e insegnando che anche un piccolo gesto può fare la differenza». È quanto afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro Studi Giorgio La Pira, di Cassano All'Ionio. 

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«La sua testimonianza di fede -ha proseguito-, coraggio e dedizione rappresenta ancora oggi un potente modello pedagogico-educativo e uno strumento di cambiamento sociale e culturale da preservare, perché, come ci ha insegnato "se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto per costruire una società più giusta, consapevole e, soprattutto, libera dal ricatto mafioso". Quel sorriso -ha evidenziato- è la rappresentazione plastica per ciascuno a saper superare le tante paure e resistenze personali e a collaborare insieme per edificare una società giusta e fraterna. Da sacerdote di frontiera -ha concluso-, ed educatore, don Pino ha compiuto una scelta precisa, stando accanto ai ragazzi del quartiere Brancaccio a Palermo, per sottrarli alla strada grazie al Centro di accoglienza Padre Nostro, da lui fondato».

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